per non ridurci tutti schiavi
L’offerta di significato del vivere, l’educazione morale, quella sentimentale alle relazioni e alle virtù che ci consentiranno di vivere con gioia e pienezza un’epoca straordinaria rimanendo padroni e non schiavi di nuove e sempre più potenti macchine.
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di Leonardo Becchetti
La
storia di questi salti è stata ogni volta la stessa e dovrebbe insegnarci. Ogni
passo in avanti, dalla scoperta dalla ruota in poi, ha aumentato le nostre
capacità di fare togliendo spazio alla fatica e al sudore. I lavori persi sono
stati più che compensati dai lavori guadagnati e la qualità dei secondi è
sempre stata superiore ai primi (su “Avvenire.it” Maurizio Carucci ha
approfondito nel dettaglio il tema delle caratteristiche dei nuovi lavori).
Frenando ogni tentazione luddista dovremmo piuttosto aspettare e sperare che
macchine più sofisticate elimino sempre più lavori potenzialmente alienanti e a
rischio di sfruttamento come, per esempio, quello della raccolta agricola. Ogni
nuovo salto in avanti ha prodotto un aumento di ricchezza dettato dalla
maggiore produttività che ha creato o rischiato di creare all’inizio squilibri
distributivi quando i benefici dell’aumento di produttività si sono concentrati
nelle mani dei proprietari delle nuove tecnologie. Il problema vero, dunque,
non è la perdita di lavoro o di lavori o la cosiddetta “disoccupazione
tecnologica”, ma la distribuzione del reddito e della ricchezza prodotta.
Con
l’intelligenza artificiale la potenza delle macchine fa un salto notevole
nell’abilità di rielaborazione di contenuti esistenti sviluppando una capacità
propria d’innovazione. ChatGPT può elaborare e strutturare creativamente
risposte articolate su qualunque tema anche se ha ancora in queste prime
versioni alcuni limiti importanti. L’ho interrogata per discutere e ragionare
con lei di un’ipotesi di ricerca e mi ha dato risposte di buon senso, alcune
interessanti. Quando ho provato a chiederle degli articoli scientifici su quei
temi mi ha restituito una lista di titoli, autori e abstract sorprendentemente
centrati sul tema. Peccato che nessuna di quelle opere, assolutamente verosimile
per autori, temi e sintesi dei contenuti, era realmente stata scritta. Insomma,
oggi ChatGPT è in grado di portare chi parte dal livello del mare a un campo
base di qualunque disciplina e può persino fare da guida nell’ascesa fino ad un
certo punto. Ma è la nostra esperienza, maturità e intelligenza che ci consente
di arrivare sulla vetta e probabilmente, con l’aiuto iniziale di ChatGPT, anche
su di una vetta più alta. In versioni migliori di questa però. Anche se questa,
al momento, è comunque perfetta per aiutare uno studente a svolgere un tema in
pochi minuti.
La
rivoluzione dell’intelligenza artificiale richiede pertanto un nuovo sforzo di
regolamentazione per far fronte a nuovi fallimenti del mercato. Lo vediamo già
con i social dove proprietari di piattaforme che massimizzano il profitto non
si fanno scrupolo di orientare lo scambio verso lo scontro e la gogna mediatica
che notoriamente producono più contatti e profitti da pubblicità. La
regolamentazione ci servirà a difenderci da forme sempre più sottili di
potenziale manipolazione.
Sarà
capitato anche ai lettori ascoltando musica su Youtube di pensare di voler
sentire una canzone che “per miracolo” compare come brano successivo nella
selezione. Non è lettura del pensiero, ma soltanto capacità della macchina di
prevedere i nostri gusti sulla base delle nostre scelte passate. Se sentire il
brano che si desiderava è in fondo piacevole altre forme di manipolazione
sottile che orientano le nostre preferenze verso prodotti da acquistare di
qualunque tipo sono certamente meno desiderabili.
«La
potenza senza il controllo è nulla», diceva una vecchia pubblicità (che il
direttore di questo giornale ha trasformato nel motto della dimensione web di
“Avvenire”). Guardando al futuro non dobbiamo certo preoccuparci del progresso
tecnologico che procede a velocità supersonica quasi con il pilota automatico
perché ormai siamo un’enorme intelligenza collettiva fatta da otto miliardi di
cervelli che si scambiano informazione e conoscenze in contatto permanente tra
loro (sono lontani i temi dei messi, degli aedi e persino della carta stampata
quando la velocità di circolazione delle conoscenze era enormemente inferiore).
In uno scenario del genere ciò che sarà sempre più prezioso è quello che
macchine sempre più potenti e il mercato che le mette in competizione non
possono dare all’umano: l’offerta di significato del vivere, l’educazione
morale, quella sentimentale alle relazioni e alle virtù che ci consentiranno di
vivere con gioia e pienezza un’epoca straordinaria rimanendo padroni e non
schiavi di nuove e sempre più potenti macchine.
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