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giovedì 9 marzo 2023

L'APPARENZA INGANNA

I funghi sono come gli uomini; 

spesso i più belli sono i più pericolosi.

 

- di G. Ravasi

 Quando nei boschi della mia infanzia andavo con mio nonno alla ricerca dei funghi, vivevo un’esperienza esaltante e deludente al tempo stesso: la scoperta di questi segreti e affascinanti prodotti della natura di solito sfociava nella delusione, perché io bambino mi gettavo entusiasta su quelli più sontuosi che inesorabilmente mio nonno scartava.

Passano davanti ai miei occhi quei ricordi mentre sfoglio un album di incisioni ottocentesche sui funghi: nella prima pagina campeggia il proverbio che ho sopra citato e che viene attribuito all’Umbria, non so con quale fondamento.

Certo è che il detto coglie non solo il succo di quella mia antica esperienza ma anche una verità che, pur scontata, merita sempre di essere proposta, particolarmente nei nostri giorni ove l’apparire è tutto, il mostrarsi è legge, il trucco è consuetudine. Sembra quasi che il consiglio fondamentale sia quello di non avere mai l’aria di ciò che si è realmente.

Già Shakespeare ricordava che «la scorza e le vesti strappano la reverenza agli sciocchi e conquistano anche lo spirito dei saggi». Il principio medievale che unificava bello-buono-vero ora si è del tutto infranto e da questa dissociazione nascono l’inganno e il relativismo. 

La capacità di giudizio è, quindi, decisiva. Potremmo, allora, trascrivere in un altro senso (facilmente comprensibile) un celebre monito di Cristo orientato diversamente: «Non giudicate secondo l’apparenza! » (Giovanni 7,24).

 

G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori


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