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venerdì 24 giugno 2022

LA SCUOLA FA SCHIFO ?

  I muri delle nostre città parlano, con i messaggi forti, talvolta disperati, di ragazzi che gridano il loro malessere e cercano di catturare l’attenzione di un mondo adulto che sembra non averne per loro. La ragazza del murales, che ho fotografato qualche anno fa nel quartiere del Carmen, di Valencia, dice: “Noi abbiamo tutto ciò che desideriamo, ma non ciò di cui abbiamo bisogno.”

Di che cosa hanno bisogno questi ragazzi invisibili, che ricorrono alla provocazione pur di scuoterci dal nostro torpore?

Di che cosa ha bisogno, realmente, Francesco, il ragazzo siciliano che si presenta all’esame di maturità con una maglietta nella quale è stampato il suo giudizio lapidario: ‘La scuola fa schifo’?

B. Bettelheim, nel suo bel libro ‘Il mondo incantato’ ci ricorda che il più grande bisogno di ogni persona, ad ogni stagione della vita, è il bisogno di trovare un senso, il bisogno di significato.

E credo che la scuola sia un luogo privilegiato per alimentare questa ricerca.

E ha tutti gli strumenti per farlo: l’arte, la letteratura, le scienze, la tecnologia… tutto ciò che struttura il curricolo dovrebbe concorrere a sostenere questa ricerca. Una scuola nella quale i ragazzi e le ragazze possano incontrare adulti curiosi della vita, contagiosi nell’alimentare domande, incoraggianti rispetto ai tentativi e ai fallimenti, come Miss Orcput, la professoressa di scienze che Bruner ricorda così: “ Alimentava il nostro stupore associandolo al suo, Miss Orcput non era un mezzo di trasmissione delle conoscenze, era un evento umano”.

Se la scuola fosse così, se fosse il luogo  dell’incontro con lo stupore della ricerca e della condivisione di una passione, farebbe schifo?

Lasciamoci provocare dalla maglietta di Francesco. Lasciamoci provocare dalla sua contestazione.

Il suo è un grido di aiuto. Ma prenderlo sul serio aiuta anche noi.

Italo Fiorin

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