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venerdì 25 marzo 2022

NON STANCHIAMOCI DI FARE IL BENE !


 «Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l’occasione, operiamo il bene verso tutti» (Gal 6,9-10a) questa è la premessa al messaggio quaresimale 2022 del Papa [1]. È una esortazione rivolta a tutti, ma che ha un particolare significato per gli educatori.

- di Giovanni Perrone

L’educazione è un cammino di ricerca e di speranza che ha come scopo la costruzione "del buono, del bello, del vero" (Papa Francesco): 

 Gesù stesso scelse di peregrinare per le strade di Israele per diffondere la buona novella. Nel cammino ci si arricchisce reciprocamente, perché si esercita l’arte dell’osservare, del dialogare, del riflettere, dell’interagire con i compagni di strada e con tutti coloro che si incontrano; arte del discernere e dello scegliere, dell’accogliere, del rischiare, dell’orientarsi e dell’orientare. Maestro e allievo sono una ricchezza, l’uno per l’altro, e insieme vanno verso la comune meta.

 Il cammino quaresimale che stiamo vivendo ci invita alla preghiera, al digiuno e all’elemosina. Sono tre parole che ci insegnano molto (specialmente in questo periodo quaresimale) e ci aiutano a divenire migliori come persone, come cristiani, come educatori.

Mi soffermerò brevemente su queste parole, prestando attenzione alla loro valenza educativa, al fine di proporre alcune possibili piste operative per la rete associativa, per le comunità scolastiche e per i singoli docenti.

“La preghiera è il respiro della fede, è la sua espressione più propria. Come un grido che esce dal cuore di chi crede e si affida a Dio”.[2] San Domenico invitava a essere "Armati della preghiera anziché della spada, vestiti di umiltà invece che di belle vesti".

La preghiera è interazione, relazione, ascolto, contemplazione, scoperta del senso del limite; è un cammino dell’uomo che sa guardare lontano e in alto. Perciò è lode, gratitudine, ma anche richiesta di auto.

La dimensione relazionale è caratteristica dell’arte di educare: un mettersi in relazione per ascoltare e per dialogare. Non è il dialogo dell’oppressore, ma di colui che sa promuovere e valorizzare l’altro. E’, perciò, un dialogo arricchente e liberante, che esalta la dignità di ogni essere umano.

Oggi, purtroppo, anche nei percorsi educativi, c’è poco spazio per l’ascolto, per i silenzi contemplativi, per il senso del mistero, per la riflessione, per la ricerca comune. Siamo, infatti, frastornati da mille rumori, dai cellulari sempre accesi, dalle soventi inutili chiacchere dei talk show, ove prevale la voce del più forte o del più arrogante o del più appariscente. Purtroppo, quel che conta è farsi notare, meravigliare, abbagliare per disorientare e ingannare l’altro! Anche nei percorsi scolastici si è spesso tentati dal parlare molto, osservare poco, riflettere raramente. Si resta chiusi nelle aule, oppure la periodica uscita dall’edificio scolastico si riduce ad una estemporanea “alienazione”. Papa Francesco sovente ci invita ad uscire all’aperto per ascoltare, riflettere, interagire. operare.

Noam Chomsky diceva che “la manipolazione dei media fa più danni della bomba atomica, perché distrugge i cervelli”. Einstein evidenziava che “emozione, contemplazione e mistero sono il seme di ogni arte, di ogni vera scienza”. Papa Francesco nella “Laudato sì” ci invita ad avere una “sguardo contemplativo”. Allora, perché non ripensare al nostro modo di essere e fare scuola?

Perché non prendere esempio dallo stile di Cristo lungo i sentieri della Palestina?

Parlare di digiuno è oggi una cosa strana. C’è tanta gente che muore di fame e c’è chi muore per eccesso di cibo. Viviamo in una società che si contraddice continuamente. La pandemia ha, purtroppo, aggravato la situazione. I pochi ricchi sono diventati sempre più ricchi e i molti poveri sono diventati più poveri. La mancanza del senso del limite fa diventare molti giovani, e anche adulti, vittime di sé stessi.

La Quaresima è tempo privilegiato di penitenza e di digiuno. Ma quale penitenza e quale digiuno vuole dall’uomo il Signore? Il rischio, infatti, è di «truccare» una pratica virtuosa, di essere «incoerenti». E non si tratta solo di “scelte alimentari”, ci dice Papa Francesco[3], ma di stili di vita per i quali si deve avere l’«umiltà» e la «coerenza» di riconoscere e correggere i propri peccati.

Il digiuno ci invita a praticare l’arte del discernimento, per scegliere quel che conta veramente, per dare priorità a ciò che ha valore, per selezionare il bene dal male, non solo fisico ma anche spirituale. L’esperienza del pellegrino e quella del deserto, vissuta dallo stesso Gesù, costringe a metter da parte tutto ciò che sovrabbonda e fa zavorra, per trovare quella leggerezza che favorisce il cammino e fa anche volare in alto.

Oggi è difficile, pure nelle istituzioni educative e nelle attività progettuali, fare selezione, essere essenziali. Eccesso di informazioni, saperi spesso frammentati, superficialità, sprazzi di notizie talora contrastanti, carenza di riflessività … provocano sovente appesantimenti, abbagliamenti e disorientamenti, anche valoriali.

Ecco, dunque, la necessità di rivedere i percorsi, gli stili e i tempi della formazione, di educarci ed educare all’essenzialità, di trovare (anche nel quotidiano) spazi di riflessione e di contemplazione, perché nel silenzio Dio parla.[4]

Papa Francesco, nel recente messaggio quaresimale[5] ci invita a praticare l’elemosina: “Non stanchiamoci di fare il bene nella carità operosa verso il prossimo. Durante questa Quaresima, pratichiamo l’elemosina donando con gioia. Dio «che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento» provvede per ciascuno di noi non solo affinché possiamo avere di che nutrirci, bensì affinché possiamo essere generosi nell’operare il bene verso gli altri. Se è vero che tutta la nostra vita è tempo per seminare il bene, approfittiamo in modo particolare di questa Quaresima per prenderci cura di chi ci è vicino, per farci prossimi a quei fratelli e a quelle sorelle che sono feriti sulla strada della vita. La Quaresima è tempo propizio per cercare, non trascurando chi è nel bisogno …… Mettiamo in pratica l’appello a operare il bene verso tutti, prendendoci il tempo per amare i più piccoli e indifesi, gli abbandonati e disprezzati, chi è discriminato ed emarginato” [6] .

Come educatori non ci limitiamo soltanto a donare qualcosa (il superfluo) a chi si trova nel bisogno. Siamo chiamati ad esercitare la “carità della competenza”, a trovare tempi e modi opportuni per aiutare i più fragili a far meglio, i più emarginati a superare le difficoltà di apprendimento, i più svantaggiati a realizzarsi pienamente, gli scoraggiati a ritrovare forza e coraggio. Questo è il tempo opportuno per incoraggiare ed educare ciascuno, specialmente chi può o ha di più, a farsi dono a coloro che hanno bisogno di sostegno nello studio o in altro, in maniera che il donarsi divenga stile di vita.

La carità è relazione, è scoperta dei beni relazionali, quei beni intangibili che generano la vita buona. “Il bene relazionale è l’effetto emergente di una relazione soggetto-soggetto, non soggetto-cosa[7]”. Esso si basa sul principio di reciprocità positiva. Le attuali terribili guerre guerra in Ucraina e in altre parti del mondo ci invitano ad essere “artigiani di pace” anzitutto nell’ambiente ove operiamo.

Quindi, Quaresima come tempo per riflettere sulle relazioni interne ed esterne delle nostre istituzioni (scuole, associazioni … ) e di coloro che vi fanno parte. Essa è anche tempo privilegiato per ridar forza alle pratiche e ai percorsi di gratuità. Abbiamo, infatti, un grande bisogno di gratuità e dono, per generare una nuova e duratura socialità. La gratuità segue l’imperativo dell’amore oblativo, un amore che non cerca la conquista dall’altro ma la gioia di farsi dono all’altro.

In tal modo l’educatore cristiano diviene testimone delle beatitudini; un testimone che non cerca di apparire e fare rumore per illudersi di essere, un artigiano di pace che, grazie al suo esempio e con la sua interazione coi colleghi, con l’aiuto dello Spirito, diviene guida sicura per coloro coi quali condivide il cammino ed è luce e sale per tutti. Ogni comunità di docenti cristiani diviene visibile e credibile comunità di fratelli animata dai valori del Vangelo, al servizio del prossimo; spazio di formazione continua e di elevata competenza.

In questo anno la Chiesa ci invita ad operare insieme sul Global Compact on Education [8]. Le parole del Santo Padre e il materiale preparato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica ci offrono ottimi spunti per riflettere sulle complesse problematiche educative odierne e per unire i nostri sforzi in “un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna[9].

Anche noi siamo chiamati a fare del nostro meglio!

Martin Luther King diceva sovente: “Cercate ardentemente di scoprire che cosa siete chiamati a fare, e poi mettetevi a farlo appassionatamente. Siate comunque sempre il meglio di qualsiasi cosa siate”.

Questo è il fraterno augurio che faccio a tutti noi, cari colleghi e amici.

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[2] Francesco, 6 maggio 2020

[3] Papa Francesco, 16 febbraio 2018

[4]  1Re 19,11-13

[5] Papa Francesco, Messaggio Quaresima 2022

[6] Enc. Fratelli tutti, 193

[7] P. Donati, Scoprire I beni relazionali, ed. Rubbettino, 2019, pag. 56

[8] Congregazione per l’Educazione cattolica, Educazione tra crisi e speranza, ed, Libreria Vaticana,2021

[9] Francesco, 12 settembre 2019

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