Donne, motore di speranza e resilienza
nelle crisi di tutto il mondo
Per celebrare la Giornata internazionale della donna, l’Unione Mondiale
delle Organizzazioni Femminili Cattoliche ha organizzato un webinar in cui si sono
confrontate le leader donna di diverse confessioni religiose e alcuni
ambasciatori presso la Santa Sede. Le riflessioni hanno messo in risalto la
capacità di accoglienza, resilienza e mediazione dell’universo femminile sempre
più protagonista delle nuove prospettive di fratellanza
-di Marco Guerra – Città del Vaticano
“Donne, crisi e resilienza”, è il titolo del webinar promosso dall'Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche (UMOFC/WUCWO) in collaborazione con il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, con il patrocinio delle Ambasciate presso la Santa Sede di Argentina, Australia, Colombia, Irlanda e Paesi Bassi. L’evento che si è svolto questo pomeriggio ha lo scopo di celebrare la Giornata internazionale della donna aprendo una riflessione riguardo la capacità creativa e di rinnovamento che le donne hanno mostrato nelle attuali crisi mondiali, manifestando una spiccata resilienza.
Evento interreligioso
L’iniziativa, proprio per il suo carattere interreligioso, è stata
arricchita dalla partecipazione e dagli interventi di donne leader delle
comunità religiose musulmane, indù, buddiste, ebraiche, ecumeniche e cattoliche
e di ambasciatori presso la Santa Sede. Tutte personalità che hanno contribuito
con le loro riflessioni sulla necessità di costruire un mondo più inclusivo e
giusto, con sguardi differenti e attraverso i diversi bagagli di sapienza e
valori religiosi. Il tutto nella cornice valoriale del Documento sulla Fratellanza umana
per la pace mondiale e la convivenza comune (2019) e
dell'enciclica Fratelli tutti (2020),
che sono stati oggetto delle celebrazioni di questa Giornata internazionale
negli ultimi due anni.
La preghiera per la Pace
Tutte le relatrici hanno elevato una preghiera per la pace in Ucraina in
apertura dell’evento, invocando l’aiuto di Dio per promuovere la fratellanza
umana. Subito dopo è stato trasmesso il videomessaggio del cardinale
Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo
Interreligioso (PCDI), che ha portato gli auguri della Santa Sede ed ha
evidenziato la capacità della donne di valorizzare il perdono che dà loro
l’energia necessaria di amare di più. “Il dolore si trasforma in storie di
vittorie sul male di perdono sulla rivendicazione”, ha affermato, sottolineando
anche che “la dimensione ecumenica dell’evento offre un’opportunità di imparare
da donne che di fronte a situazioni terribili hanno tratto forza dalle loro
trazioni spirituali". "Ogni tradizione religiosa", infatti,
"ha le sue storie di coraggio e resistenza come quelle raccontate nella
Bibbia”. Secondo il cardinale il webinar è un successo perché mette in luce
storie riparatrici che alimentano la resilienza e promuovono il bene comune e
in questa cornice l’UMOFC coltiva la migliore prassi per guardare il mondo con
occhi mariani.
L’indole naturale all’accoglienza
Dopo l’intervento del porporato è stata la volta delle testimonianze di
donne leader di diverse tradizioni religiose. Mary Elizabeth Stewart
Blogoslawski, vicepresidente generale dell’UMOFC e vicepresidente regionale per
l’America del Nord ha parlato dell’azione dell’UMOFC per promuovere la dignità
di tutte le donne e i diritti umani. “Oggi celebriamo – ha spiegato - la
resilienza che permette alle donne di avanzare coraggiosamente nella
prospettiva che siamo tutti fratelli e sorelle”. Il webinar è proseguito con la
“prospettiva islamica” illustrata dalla teologa iraniana Shahrzad Houshmand che
ha attinto al Corano per raccontate la resilienza delle donne nel mondo
islamico: “La donna naturalmente ha un potere di accoglienza maggiore. La
donna, biologicamente, ha una marcia in più per accogliere la vita e offrire la
vita al mondo. La donna deve tornare nella scena mondiale per portare
guarigione e curare le ferite dell’umanità, per portare tutti a vedere
nell’altro il fratello da amare”.
Donne mediatrici dei conflitti
La “prospettiva buddista” è stata offerta dalla vicepresidente dell'Unione
italiana buddhisti, reverenda Elena Seishin Viviani, che si è soffermata sulle
iniziative della comunità buddhista tese a dare voce alle sofferenze delle
donne, in particolare sui progetti per aiutare le religiose a continuare gli
studi nei monasteri e promuovere la parità di genere. Oltre 600 monache
beneficiano di sostegno economico e corsi di formazione. Non meno importante lo
sforzo fatto per l’accoglienza dei rifugiati provenienti da paesi limitrofi
all'Afghanistan. Un'altra testimonianza che ha arricchito l’evento è stata
quella di Swamini Hamsananda Ghiri, vicepresidente dell'Unione induista
italiana, che ha parlato della forza dello spirito che guida le donne indù
indiane: “L’Induismo attribuisce molta importanza alla consapevolezza
interiore. Questa attitudine religiosa non è passività ma ricerca dell’armonia,
tensione costante al divino nelle opere”. Swamini ha poi raccontato il ruolo
svolto dalle donne nelle famiglie indiane durante la pandemia, un lavoro svolto
con successo che ha rafforzato le loro capacità di mediatrici dello stress e
dei conflitti domiciliari.
Donne africane protagoniste durante il Covid
Nadine Iarchy, presidente del Comitato interconfessionale e interculturale
del Consiglio internazionale delle donne ebree (ICJW) ha preso d’esempio
la figura di Sara moglie di Abramo e la sua fede che le ha permesso di fidarsi
del marito. Iarchy ha ricordato che le donne ebree hanno trasmesso la fede
durante la persecuzione spagnola e nel corso della Seconda guerra mondiale e
della Shoah, e ha poi affermato che si arriva alla resilienza credendo
nell’umanità e nella solidarietà tra i popoli. La “prospettiva ecumenica” è
stata approfodita dalla prof.ssa Isabel Apawo Phiri, vicesegretaria generale
del World Council of Churches, che ha parlato delle grandi difficolta affrontate
dalle donne africane durante questi ultimi due anni segnati dalla pandemia. Un
periodo che ha visto l’aumento delle violenze sessuali e dei matrimoni precoci,
l’incremento della povertà e la diminuzione dell’accesso all’istruzione.
“Tuttavia le donne africane di ogni regione sono resilienti di fronte questa
crisi senza precedenti – ha spiegato Phiri - sono state incrollabili
assistenti, hanno offerto cure e sostegno. In Paesi come il Ghana sono
diventate capofamiglia guadagnando voce nei processi decisionali”. Phiri ha
chiuso il suo intervento parlando dei programmi per fermare le violenze e
difendere donne. “Con gli sforzi congiunti possiamo contrastare coscienze
disumanizzate”.
Gli interventi degli ambasciatori
A chiudere la sessione delle donne leader è stata Monica Santamarina
Noriega, tesoriera generale dell’UMOFC, che ha fatto da portavoce della
“prospettiva cattolica”. Noriega ha riferito sull’attività dell’osservatorio
dell’UMOFC volto a creare sinergie per lo sviluppo integrale delle donne. In alleanza
con il Consiglio episcopale americano è stato realizzato un lavoro sull’impatto
del Covid sulle donne, in cui sono emerse molte criticità da affrontare, come
l’aumento della disoccupazione femminile, del divario digitale, della violenza
di genere e un impoverimento generalizzato. Milioni donne indigene del Sud
America sono finite a mendicare per sostentare economicamente le proprie
famiglie. Nonostante tutto le donne sono state le più pronte a reagire e a
mostrare solidarietà. In conclusione, la parola è passata alle ambasciate
presso la Santa Sede che hanno patrocinato il webinar. L’ambasciatore d’Irlanda
Derek Hannon ha raccontato delle capacità di resilienza delle donne irlandesi
durante lock down, in particolare quelle in gravidanza che hanno dovuto
affrontare molti momenti importati da sole. L’ambasciatore argentino Maria
Fernanda Silva ha citato Papa Francesco per dire che “nessuno si salva da solo”
e che l’esistenza di molte donne rappresenta tutta la collettività.
L’ambasciatore dell’Australia, Chiara Porro, ha evidenziato che le donne sono
in prima linea e artefici del cambiamento e non sono vittime passive degli
eventi. Porro ha quindi illustrato una serie di progetti per promuovere la
resilienza nelle aree più soggette a disastri nel pacifico. Infine,
l’ambasciatore dei Paesi Bassi Gabriella Weijers ha omaggiato la capacità di
resilienza delle donne nelle crisi e la loro attitudine “a rimettersi in piedi”
dopo le avversità.
Nessun commento:
Posta un commento