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domenica 13 giugno 2021

PROTEGGERE I BAMBINI, UNA COMUNE RESPONSABILITA'


 Francesco: il domani è 

dei bambini 

che noi proteggiamo oggi

Il Papa ricorda con un tweet la Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Sono decine di milioni i piccoli, molti dei quali in Africa, costretti a lavorare spesso in condizioni miserevoli, senza tutela per la salute e privati di istruzione. Una situazione aggravata dalla pandemia, spiega suor Rumita Borja delle Figlie di Maria Ausiliatrice e che riguarda anche Paesi ricchi come l'Italia

-  Michele Raviart - Città del Vaticano

"I bambini sono il futuro della famiglia umana: a tutti noi spetta il compito di favorirne la crescita, la salute e la serenità”. Con questo tweet sul suo account @Pontifex, Papa Francesco ha ricordato la giornata internazionale contro il lavoro minorile che si celebra oggi in tutto il mondo. In quello che le Nazioni Unite hanno stabilito essere l’anno dedicato a combattere questo fenomeno, il 2021, sono infatti 160 milioni i minori che passano le loro giornate lavorando invece di andare a scuola e vivere la loro infanzia con gioia.

Gli appelli di Francesco

"Tanta gente invece di farli giocare li fa schiavi: è una piaga questa. Una fanciullezza serena permette ai bambini di guardare con fiducia verso la vita e il domani. Guai a chi soffoca in loro lo slancio gioioso della speranza", aveva detto il Papa già nel 2013, durante il suo primo anno di Pontificato. “Faccio appello alle istituzioni affinché pongano in essere ogni sforzo per proteggere i minori, colmando le lacune economiche e sociali che stanno alla base della dinamica distorta nella quale essi sono purtroppo coinvolti”, aveva ribadito a ridosso della giornata contro il lavoro minorile dello scorso anno.

Il valore di una società si misura da come si trattano i bambini

“Noi crediamo che i bambini non sono solo il futuro, ma sono il presente, perché il modo con cui ci poniamo di fronte a queste persone ci manifesta già che tipo di società siamo, che tipo di adulti siamo”, spiega a Vatican News suor Rumita Borja, consigliera generale della pastorale giovanile dell’istituto missionario delle figlie di Maria Ausiliatrice. Certamente Il lavoro, aggiunge, “è espressione della persona e deve essere presente nella formazione, però quando diventa sfruttamento, ed è il caso del lavoro minorile, va al di là delle forze e delle capacità delle persone. E questo impedisce altri diritti dei bambini, come quello all’istruzione, al gioco. Noi crediamo che è molto importante favorire lo sviluppo armonico della persona quindi ci deve essere anche posto per attività come il gioco, la danza, la musica e il teatro”. “Quando c’è lo sfruttamento minorile”, spiega, “queste cose non hanno più spazio perché tutto il tempo è impiegato a produrre, perché il lavoro minorile è solo finalizzato al produrre. Non è la crescita del bambino o della bambina, ma dell’economia”.

Peggioramento in pandemia

Con le conseguenze economiche e sociali della pandemia di coronavirus, il numero di bambini costretto a lavorare è aumentato per la prima volta in vent’anni. L’invito del Pontefice rivolto ai Paesi del mondo nel videomessaggio per la 75.ma Assemblea generale delle Nazioni Unite lo scorso 25 settembre è stato quello di non “ignorare le conseguenze devastanti della crisi del Covid-19 sui bambini”, che in milioni “non possono tornare a scuola. Una situazione, che “in molte parti del mondo” minaccia un incremento del lavoro minorile, lo sfruttamento, gli abusi e la malnutrizione”.

Aiutare le famiglie per aiutare i bambini

Abbiamo verificato questa tendenza nelle zone del mondo in cui operiamo, spiega ancora suor Rumita, “soprattutto perché molti bambini hanno perso il lavoro e nelle varie parti dove siamo presenti i bambini sentono anche il dovere di essere aiuto alla loro famiglia” e “la nostra risposta è aiutare queste famiglie a far fronte a questa realtà”. “Forse non riusciamo a togliere i bambini dai luoghi di lavoro, ma noi offriamo altre possibilità per loro”, cercando di ascoltare i loro bisogni o i loro disagi, dando supporto tecnico per frequentare le lezioni online e dare continuità al diritto all’istruzione, ma anche aiutando le famiglie con beni di prima necessità.

Dramma delle zone povere ma non solo

Secondo i dati forniti dall’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale, la maggior parte dei minori tra i 5 e 17 anni coinvolti nel lavoro minorile, oltre 86 milioni, si trova in Africa subsahariana, che è anche il luogo in cui sono sfruttati di più i bambini sotto gli undici anni. In Asia il lavoro minorile riguarda oltre 50 milioni di bambini, in particolare nel sudest asiatico. Colpisce che anche nelle zone più ricche del pianeta, Europa e Nord America, i minori che lavorano sono quasi 4 milioni.

La situazione in Italia

“Anche in Italia il problema del lavoro minorile è molto sentito e manca una rilevazione aggiornata”, spiega invece Antonella Inverno, responsabile delle politiche dell’infanzia e dell’adolescenza per Save The Children, che lega strettamente questo fenomeno a quello della dispersione scolastica, che si è accentuato durante la pandemia. “Abbiamo un allarme dai territori molto forte, le procure dei tribunali per i minori come anche gli uffici scolastici regionali hanno denunciato la scomparsa di molti studenti e studentesse dalle scuole”. “In un sondaggio di Save The Children e Ipsos del dicembre 2020”, sottolinea ancora Inverno,”è emerso che quasi un ragazzo su dieci ha risposto che o stava abbandonando la scuola per andare a lavorare a causa delle difficoltà economiche che la famiglia stava affrontando o che non avrebbe seguito gli studi verso l’università per andare a lavorare sempre a causa delle difficoltà poste dalla crisi”.  A riguardo è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha sottolineato come anche il Paese “non sia esente dal fenomeno del lavoro infantile, incluso lo sfruttamento da parte della malavita organizzata”, in una situazione “che compromette il futuro di nostri giovani e dell’intera società”. Per questo, ha ribadito, occorre uno sforzo corale di tutta la società e delle sue istituzioni”.

 

Vatican News

 

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