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mercoledì 31 marzo 2021

PASQUA CI APRE ALLA SPERANZA - Gli auguri dell'A.E. Naz. AIMC


 SANTA PASQUA A VOI TUTTE-I

        In questo anno, segnato ancora da tanti limiti personali e sociali causati dalla pandemia, la Pasqua ci apre alla speranza, perché ci porta il più gioioso annuncio della nostra fede: Cristo,  è risorto da morte! La storia di Gesù non finisce con la sua crocifissione e la sua sepoltura, anzi la presenza di Gesù riesplode con potenza divina nel primo giorno dopo il sabato.

         Gesù Risorto ci porta a Pasqua una ricchezza di doni, sui quali dobbiamo costantemente riflettere.

         Prima di tutto la pace e la gioia nel cuore, perché Egli ci svela il senso del nostro nascere, del nostro vivere, del nostro morire, del nostro risorgere, dato che nella vita, nella morte ed oltre la vita siamo del Signore.

          Ci illumina sul senso del nostro soffrire, perché la sofferenza passa, ma l’aver sofferto con amore è eterno e Gesù Crocifisso e risorto ci mostra, per farsi riconoscere, le sue piaghe gloriose.

          Ci invia per le strade del mondo in missione perché diffondiamo e testimoniamo il lieto annuncio che Egli vive in mezzo a noi.

         Se confessiamo nella fede la sua Resurrezione Egli cancella i nostri peccati, ci riempie del soffio potente del suo Spirito, ci immerge nella nuova creazione, facendo di noi persone nuove.

         La resurrezione di Gesù è un fatto reale, anche se non può essere dimostrato con le categorie storiche, perché rimane un mistero divino che supera la nostra intelligenza. Vi si accede soltanto con la fede, che tuttavia ha dei concreti riferimenti storici.

         La tomba di Cristo fu trovata vuota dalle donne e dai discepoli, e questo fu anche constatato dagli avversari di Gesù.

         Le prime testimonianze di fede che troviamo nei Vangeli sono semplicissime: “Il Crocifisso è risorto! Non è qui. Vi precede in Galilea!” (Mc. 16, 6-7). La Galilea è un luogo teologico per indicare la nostra vita quotidiana, fatta di lavoro, di fatica, di appelli del Signore Risorto. I primi credenti completarono la formula di fede: “E’ risorto secondo le Scritture” (1 Cor. 15, 3). Tutta la Parola di Dio dell’Antico e del nuovo Testamento converge verso questo punto focale.

         Il primo annuncio di Pietro nel giorno di Pentecoste è tutto centrato sulla resurrezione di Gesù: “ Questo Gesù Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni” (Atti 2, 32).  La stessa testimonianza danno anche Paolo e tutti gli altri apostoli nella loro predicazione e nelle loro lettere indirizzate alle prime comunità cristiane.

         Infine confermano la nostra fede le apparizioni del Risorto alle donne ed ai discepoli, narrate in tutti e quattro i Vangeli. Sono apparizioni sensibili, perché coinvolgono gli occhi, l’udito, il tatto e tutto lo spettro delle emozioni. Gesù prende l’iniziativa di apparire, si fa riconoscere mostrando le sue piaghe e facendole toccare, condividendo il pasto; e poi si fa continuare perché invia chi lo ha riconosciuto a diffondere questo lieto annuncio. Spesso il riconoscimento non è immediato, ma avviene attraverso un cammino, una riflessione sulle Scritture, e la frazione del pane (i discepoli di Emmaus), la pronuncia del nome personale da parte di Gesù in un gesto di amore (Maria Maddalena), una pesca miracolosa all’alba al comando di uno Sconosciuto dopo una notte di inutile fatica (Giovanni e Pietro).

         Ogni domenica, celebrando l’Eucaristia, noi professiamo la nostra fede in Gesù Risorto,  siamo coinvolti nel suo mistero pasquale di morte, risurrezione ed ascensione al cielo, riceviamo ancora il dono del suo Spirito, ci nutriamo del suo corpo e del suo sangue, costruiamo la Chiesa, madre dei Santi.

         Comprendiamo allora la testimonianza di alcuni martiri africani (Saturnino e compagni, morti nel 303 durante la persecuzione di Diocleziano) che, arrestati mentre celebrano l’eucaristia affermano nel processo: “Sine dominico vivere non possumus”, cioè  non possiamo vivere senza la celebrazione domenicale della Pasqua del Signore, senza partecipare al mistero della sua morte e resurrezione, senza nutrirci del suo corpo dato e del del suo sangue versato per noi!

         In sintesi la Pasqua ci conferma che si nasce, si vive, si muore, si risorge perconin  Qualcuno,  Gesù Risorto, il “Possente, con segno di vittoria coronato!” (Inf. IV, 53-54).

                                  P. Giuseppe Oddone - Assistente Ecclesiastico Nazionale AIMC

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