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venerdì 26 marzo 2021

GIOVANI GENERAZIONI A RISCHIO


   «Si fanno danni 

per generazioni»

 -      -    PAOLO FERRARIO

-          Tentati suicidi aumentati del 50% e reati che riguardano minori cresciuti del 40%. Anche questi sono gli effetti di un anno di sospensione della scuola in presenza, evidenziati dall’osservatorio del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Milano, Ciro Cascone. Dal suo ufficio passano i casi di bambini, adolescenti e giovani che la prolungata assenza di socialità ha reso più fragili e vulnerabili, ma anche più arrabbiati e, in certi casi, violenti verso sé stessi e gli altri. Anche per questa ragione, il Procuratore fa proprio l’appello di quanti chiedono la riapertura delle scuole, perché «i giovani sono coloro che pagheranno il prezzo più alto di questa crisi», sottolinea. E lo stesso grido d’allarme arriva da tante famiglie che, anche ieri pomeriggio, hanno voluto manifestare davanti a diverse scuole milanesi, colorando con disegni, cartelloni e nastri i cancelli sbarrati. Le iniziative sono state promosse dai comitati di genitori “A scuola!” e “EduChiAmo”.

«I bambini sono invisibili – lancia l’allarme il procuratore Cascone – . E così anche nei provvedimenti emergenziali per prima cosa si pensa di chiudere le scuole. Quando questa emergenza finirà – aggiunge il magistrato – ci troveremo a ricostruire sulle macerie, ma nel settore dell’adolescenza, molti rischiano di portarsi dietro danni a lungo termine, perché non sono visti, non sono accompagnati e non sono curati».

Tra i tantissimi casi aperti che tiene sulla scrivania, Cascone cita quello, «che grida vendetta», di un ragazzino di 11 anni con problemi psichiatrici che, per mancanza di posti in Neuropsichiatria infantile, dovrebbe essere ricoverato in un reparto di Psichiatria per adulti. «Attualmente è in Pediatria ma non ci potrà stare a lungo, perché rischia di fare del male a sé stesso e agli altri bambini – sottolinea Cascone –. Ma è possibile che, in Lombardia, non riusciamo a trovare un posto in Neuropsichiatria infantile? E questa è soltanto la punta dell’iceberg».

La situazione è allarmante anche per i ragazzi più grandi che, «costretti da mesi in spazi angusti», hanno ora una «fame di socialità» inestinguibile, che spesso sfocia in «assembramenti esagerati», come quelli registrati ai Navigli nelle ultime giornate in zona gialla, se non in vere e proprie «esplosioni di aggressività e violenza».

«Sono tutti messaggi che denotano un profondo disagio di natura psichica», riprende Cascone, che non nasconde le perplessità per una chiusura tanto prolungata delle scuole. «Siamo in emergenza e forse non si poteva fare diversamente – precisa il Procuratore minorile –. Però teniamo presente che la didattica a distanza è uno strumento che abbiamo inventato in un anno e che non è certamente perfetto. Anzi, ha fatto emergere profonde diseguaglianze, perché non tutti gli studenti hanno, per esempio, la possibilità di accesso agli strumenti e alle connessioni. Non tutti hanno spazi idonei in casa. La scuola – ricorda Cascone – pur con tutte le sue difficoltà, era un formidabile osservatorio di questi ragazzi. Invece, a distanza non si osserva un bel niente», aggiunge il magistrato, ricordando che, in un anno di Dad, «la dispersione scolastica è esplosa». Ad aumentare è stato anche l’isolamento dei ragazzi, «che sono soli anche in famiglia, perché i genitori sono presi da mille incombenze, come il lavoro che manca e gli anziani da assistere», ricorda Cascone. «Spesso le stesse famiglie non si rendono conto dei bisogni dei figli e dei disagi che vivono – conclude il Procuratore –. In questo senso, la scuola era un momento di vita sociale, un momento terapeutico rispetto a certi malesseri dei ragazzi. Venendo meno questo spazio si amplifica la solitudine. E nella solitudine può capitare di tutto. Con traumi e ferite indelebili».

 www.avvenire.it

 

 

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