Pagine

venerdì 19 marzo 2021

DIDATTICA A DISTANZA, LUCI E OMBRE


DAD- PARLANO GLI STUDENTI: 

DURANTE LE LEZIONI IL 96% HA CHATTATO CON I COMPAGNI, l’88% HA MANGIATO E QUASI 1 SU 4 HA CUCINATO

-  Sono i dati dello studio di Parole O_Stili e Istituto Toniolo, condotto con il supporto tecnico di Ipsos: è peggiorata la capacità di seguire le lezioni e la relazione con i professori. Solo il 17% dei genitori ha imposto limiti di tempo nell’utilizzo dello smartphone, il 14% nell’accesso ai social e il 13% nell’accesso ad alcuni giochi on line. Il 77% degli studenti vuole tornare in presenza, continuando a utilizzare gli strumenti digitali, ma in modo più efficace per l’apprendimento.

Dopo un anno di didattica a distanza, oltre il 40% degli studenti ha percepito un peggioramento nelle proprie attività di studio e il 65% fatica a seguire le lezioni. Il 96% durante la DAD ha chattato con i compagni, l’89% è stato sui social media, l’88% ha consumato cibo e il 39% ha cucinato.

È quanto emerge da una ricerca di Parole O_Stili e Istituto Toniolo, condotta con il supporto tecnico di Ipsos, su oltre 3.500 studenti della scuola secondaria. I dati presentati il 17 marzo a “Didacta” .

In allegato il comunicato stampa e le grafiche.

 Itsituto Toniolo

_______________________________________________________________________

Dad, un anno in giostra «Ma il digitale è il futuro»

 

-         di PAOLO FERRARIO

 Quattro studenti su dieci hanno percepito un peggioramento nelle attività di apprendimento e il 65% ha faticato a seguire le lezioni. Quasi tutti (il 96%) hanno chattato durante le lezioni a distanza, l’88% ha consumato cibo e il 39% ha addirittura trovato il modo (e il tempo) per cucinare. E ancora. Per il 60% dei docenti, con la pandemia aumenteranno gli alunni che non arriveranno al diploma di scuola superiore e la stessa percentuale di insegnanti è convinta che il Covid-19 abbia aumentato il divario tra gli studenti, tra chi ha più risorse economiche e chi ne ha meno. In ogni caso, però, quasi 3 studenti su 4 ritengono che, nell’emergenza, la scuola e i docenti abbiano dimostrato la capacità di evolversi e il 47% dei ragazzi e il 63% dei docenti auspica che, anche nel futuro libero dal coronavirus, il digitale continui ad essere presente nella scuola. Ha parecchie ombre, ma anche qualche luce, il bilancio del primo anno di didattica a distanza nelle scuole italiane, realizzato dall’associazione Parole O_Stili e dall’Istituto Toniolo, con il supporto tecnico di Ipsos. La ricerca è stata condotta su un campione di oltre 3.500 studenti di scuola superiore e circa 2mila insegnanti della scuola primaria e secondaria.

Il primo dato che emerge con forza è la grande quantità di tempo che, negli ultimi dodici mesi, bambini, ragazzi e adolescenti hanno trascorso online, collegati con professori e compagni di classe, ma anche (spesso e volentieri) con gli amici per attività non inerenti allo studio. Di fatto, all’82,75% degli studenti del campione non è stata posta nessuna limitazione di tempo nell’utilizzo dello smartphone da parte dei genitori, così come l’87,43% ha avuto libero accesso ai giochi online e l’85,64% nessun vincolo all’utilizzo dei social network. Una libertà che, però, non è bastata per migliorare la qualità delle relazioni che, anzi, è peggiorata per un terzo degli studenti, per quanto riguarda i rapporti con compagni e professori.

«Studenti, docenti e genitori sono stati un po’ abbandonati in questo lungo anno di didattica a distanza», afferma Rosy Russo, presidente di Parole O_Stili, che sollecita il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, a «introdurre in tutte le scuole un’ora di cittadinanza digitale alla settimana».

Sulle «fatiche» della Dad insiste Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica sociale all’Università Cattolica e coordinatore scientifico di Laboratorio futuro dell’Istituto Toniolo. «Non è questa la scuola che i ragazzi desiderano», ricorda lo studioso. «Sia studenti che insegnanti – aggiunge Rosina – vorrebbero un maggior uso in futuro del digitale, non in funzione sostitutiva ma come arricchimento dell’attività didattica, in grado di stimolare di più, di coinvolgere in modo attivo, di mettersi in sintonia con nuovi modelli di apprendimento ».

 www.avvenire.it

 

 

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento