Monitorati a casa, isolati nelle classi Così sarà la scuola
degli alunni positivi
di PAOLO FERRARIO
Che cosa succede se un alunno presenta i sintomi del Covid in
classe? Come devono comportarsi professori e compagni? Che cosa deve fare la
scuola? E i genitori? Quando potrà rientrare? La scuola viene chiusa? A queste
domande rispondono le “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai
di Sars- Cov-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”,
realizzato dal gruppo di lavoro dell’Istituto superiore di sanità, ministero
della Salute e dell’Istruzione, Inail, Fondazione Bruno Kessler, Regione
Emilia-Romagna e Regione Veneto.
«In una prospettiva di possibile circolazione del virus a
settembre e nei prossimi mesi – sottolinea il presidente dell’Istituto
superiore di sanità, Silvio Brusaferro, presentando il documento, diffuso
ieri – è stato necessario sviluppare una strategia nazionale di risposta a
eventuali casi sospetti e confermati in ambito scolastico o che abbiano
ripercussioni su di esso, per affrontare le riaperture con la massima sicurezza
possibile e con piani definiti per garantire la continuità».
Per la corretta applicazione delle indicazioni degli
esperti, ogni scuola dovrà individuare un referente Covid-19, che sarà
adeguatamente formato, tenere un registro dei contatti degli alunni della
classe e richiedere la collaborazione attiva dei genitori. A loro, infatti,
spetta misurare quotidianamente la temperatura dei figli, prima di uscire di
casa. Se dovesse essere superiore a 37,5 gradi, l’alunno dovrà restare a casa e
la famiglia dovrà immediatamente informare il pediatra o il medico di
famiglia,
comunicando contestualmente alla scuola l’assenza per motivi
di salute.
Se, invece, un alunno dovesse presentare i sintomi del
coronavirus a scuola, sarà subito isolato in una stanza dedicata e sarà
informato il referente Covid- 19. La scuola avviserà subito i genitori perché
lo studente possa tornare a casa il prima possibile. Nel frattempo, sarà tenuto
ad indossare la mascherina chirurgica. Quando avrà lasciato la scuola, il
personale provvederà a pulire e disinfettare la stanza di isolamento, mentre i
genitori dovranno contattare il medico di famiglia, che richiederà all’Asl
l’effettuazione del tampone.
In caso di positività, lo studente dovrà restare in
quarantena e potrà rientrare a scuola dopo aver effettuato due tamponi, a
distanza di 24 ore l’uno dall’altro, entrambi negativi. Sarà poi di competenza
del Dipartimento di prevenzione dell’Asl, valutare se prescrivere la quarantena
a tutti gli studenti della stessa classe, così come ai docenti e a chiunque
abbia avuto un contatto stretto con la persona malata. «La chiusura
di una scuola o parte della stessa – si legge nel documento – dovrà essere
valutata dal Dipartimento di prevenzione in base al numero di casi
confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus
all’interno della comunità. Un singolo caso confermato in una scuola non
dovrebbe determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità
non è elevata ». Sostanzialmente le stesse precauzioni sono da
osservare nel caso di un operatore scolastico che presentasse i
sintomi del coronavirus a scuola. Il lavoratore sarà invitato a
tornare immediatamente a casa e a consultare il medico di
famiglia, che attiverà
la procedura per l’effettuazione del test diagnostico. Se,
invece, il lavoratore dovesse manifestare i sintomi a casa, comunicherà
l’assenza per motivi di salute, contattando il medico. Discorso a
parte meritano gli asili nido e le scuole materne, strutture educative che
presentano peculiarità che non rendono possibile l’applicazione di alcune misure
di prevenzione, come il mantenimento della distanza di almeno un metro tra gli
alunni e l’uso di mascherine. Per questa ragione, gli esperti dell’Iss
raccomandano di organizzare i bambini in piccoli gruppi stabili, sempre con le
stesse insegnanti.
Nessun commento:
Posta un commento