- Dal
Vangelo secondo Matteo - Mt 13,24-30
In quel tempo, Gesù espose alla folla un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal
padrone di casa e gli dissero: Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo
campo? Da dove viene la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo!
E i servi gli dissero: Vuoi che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non
succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano.
Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento
della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in
fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».
Commento
di don Luigi M. Epicopo
Tante
suggestioni ci lascia il Vangelo di oggi. Ma ce n’è una che assume un messaggio
di immensa attualità perché legata alla natura dell’uomo: la parabola del grano
e della zizzania. Gesù, che non è mai un ingenuo nei suoi discorsi, spiega ai
discepoli che in mezzo alle cose buone è sempre in agguato anche ciò che non è
buono.
Non
bastano le etichette DOC sui campi che frequentiamo a dire che lì non c’è il
male, non c’è la zizzania, perché essa è seminata dal “nemico” quando nessuno
se ne accorge. Ma la domanda vera è cos’è la zizzania? “La zizzania sono i
figli del maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo”, così dice Gesù.
E ciò è interessante perché noi solitamente pensiamo che la zizzania sia la
semplice “maldicenza”, invece Gesù dice che sono delle persone vere e proprie.
Chi
sono questi “figli del maligno”? E’ facile riconoscerli, anche se a volte non
hanno nemmeno loro consapevolezza di essere tali, sono tutti quelli che
seminano divisione, cattiveria, egoismo, paura, insicurezza, tristezza ovunque
passano. Ma “figli del maligno” non si nasce ma si diventa… Ciò accade quando
la zizzania non la estirpiamo dentro di noi, così prende il sopravvento anche
sul “buono” che ci abita e soffoca tutto.
Rischiamo
tutti di diventare “figli del maligno” e di vivere la nostra vita portando a
compimento il progetto del Male e non del Bene. Credere significa avere
un’immensa cura di ciò che ci portiamo dentro, per essere sempre pronti a
estirpare, togliere, tagliare, buttare tutto quello che potrebbe inquinare il
nostro vero essere, la nostra vera pace, lo scopo vero per cui siamo nati.
Persino
il dolore può diventare dentro di noi causa di marciume. Quando non viviamo
bene le esperienze tristi della vita, allora esse si trasformano dentro di noi
in rancore, rabbia, invidia e così disseminiamo tutto questo fuori di noi. Il
brutto di tutto ciò sta nel fatto che solo alla fine Dio metterà mano per
tirare delle conseguenze alla nostra vita di “grano” o di “zizzania”, e magari
allora sarà troppo tardi per virare in un altra direzione.
Ma
ciò è anche un’opportunità, è l’opportunità di avere ancora del tempo per
iniziare questa santa coltivazione dentro di noi senza aver paura della
zizzania che ci abita o ci circonda ma sforzandoci almeno di metterla quanto
più possibile in minoranza.
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