Scuole paritarie: appello al governo di Forum Famiglie e
Comunità Ebraiche
Il Forum delle Famiglie e
l’Unione delle Comunità Ebraiche italiane chiedono di stanziare fondi adeguati
per mettere in sicurezza e garantire la didattica delle scuole paritarie
italiane. La crisi economica causata dalla pandemia, dicono, mette a rischio il
pluralismo e la libertà educativa riconosciute dall’ ordinamento italiano
di Marco Guerra – Città
del Vaticano
Garantire la libertà educativa e il pluralismo nel sistema
scolastico italiano con un adeguato sostegno alle scuole paritarie, messe in
emergenza economica dalla pandemia del Covid. E’ quanto chiedono al governo
italiano, in un appello congiunto, il Forum delle Associazioni Familiari,
l'Unione delle Comunità Ebraiche italiane e altre numerose realtà associative
del mondo della scuola, che rappresentano le istanze di genitori, insegnanti ed
alunni.
La Costituzione riconosce la libertà educativa
“Siamo assolutamente consapevoli delle difficoltà presenti,
delle pesanti responsabilità per le scelte da operare", "ed è proprio
in ragione di tale consapevolezza che sottoponiamo alla vostra attenzione le
esigenze che riguardano il comparto delle scuole paritarie”. Si apre così l'appello, nel quale i firmatari
sottolineano che il diritto di scelta del percorso educativo dei propri figli è
riconosciuto dall’articolo 30 Costituzione Italiana, che a tal fine garantisce
ai genitori la possibilità di scegliere fra diverse offerte formative,
attraverso un reale pluralismo scolastico e culturale.
Le scuole paritarie sono servizio pubblico
In questa direzione va anche la legge 62/2000 richiamata dai
firmatari della lettera: “Il nostro sistema scolastico è formato da scuole
statali e scuole paritarie entrambe pubbliche perché pubblica è la funzione
educativa. In tale ottica, il pluralismo scolastico e la libertà educativa non
sono concessioni ma diritti laici, che toccano le famiglie in un Paese che è
plurale per storia e cultura”.
La crisi dovuta al Covid-19
Principi e riferimenti di legge che vengono elencati alla
luce del reale rischio di chiusura di una buona parte degli oltre 13milia
istituti paritari che, con il lockdown dovuto alla pandemia, hanno visto una netta
contrazione del pagamento delle rette e che ora devono affrontare un grande
sforzo economico per mettere in sicurezza le strutture, in vista della ripresa
della didattica in presenza a settembre. “L’ emergenza Covid-19 sta mettendo a
dura prova le famiglie italiane – si legge ancora nell’appello - e quelle che
hanno fatto la scelta di un percorso educativo nelle scuole paritarie, anche
per ragioni religiose, parimenti tutelate costituzionalmente, rischiano di non
poter più confermare questa loro scelta, costretti dalle difficoltà economiche:
le scuole paritarie rischiano così di chiudere o limitare le attività mettendo
a rischio un patrimonio culturale che è di tutto il Paese”.
Tutela sanitaria per tutti gli studenti
Per questo motivo le realtà associative firmatarie
dell’appello chiedono di assicurare “la parità di tutela sanitaria che non può
distinguere tra diverse tipologie di alunni e famiglie” e, in riferimento alle
previsioni contenute nell’ultimo decreto sulle misure in materia di salute e
lavoro, esortano a voler riconsiderare la somma complessivamente stanziata per
le paritarie in una misura proporzionale a quanto previsto per le scuole
pubbliche statali, applicando pienamente la legge 62/2000. Auspicano quindi un
incontro con il premier Conte e il ministro dell’Istruzione Azzolina al fine di
condividere un percorso di comune intesa.
De Palo (Forum): garantire pluralismo
“La difesa delle paritarie non riguarda solo la
sopravvivenza delle singole scuole, ma i principi del pluralismo educativo, per
questo siamo impegnati insieme con gli amici delle Comunità ebraiche su un tema
che riguarda il futuro del paese”. Così Gigi De Palo, presidente del Forum
della Famiglie, spiega a Vatican News la decisione di lanciare un appello
congiunto per garantire gli oltre 900mila studenti e i 140mila dipendenti che
fanno vivere gli istituti paritari italiani.
Le scuole paritarie aiutano il sistema
Tra le altre, cose molti di questi alunni potrebbero
riversarsi negli istituti statali in caso di chiusura delle loro scuole,
intasando la rete delle statali che è già in difficoltà per riuscire a
garantire le misure di distanziamento dal prossimo settembre. Quindi se si
spezza il ramo delle paritarie, rischia di crollare tutto il sistema
scolastico. “Non solo – spiega ancora De Palo – ma se domani tutti i bambini
della paritarie venissero iscritti alle statali, non ci sarebbero abbastanza
posti per soddisfare tutte le richieste, proprio perché la scuola paritaria a
livello di sussidiarietà va a dare, da sempre, un grande aiuto a quella
statale”. “Un ragazzo che frequenta una paritaria – aggiunge – allo stato costa
dieci volte meno di uno che frequenta una scuola statale”.
Parità di trattamento
Per tutti questi motivi De Palo evidenzia che non si stanno
chiedendo delle elemosine, ma solo di “mettere le scuole paritarie nella stessa
condizione di quelle statali, perché si tratta, in entrambi i casi, di un
servizio pubblico”. Secondo De Palo, le scuole paritarie devono avere pertanto gli
stessi soldi stanziati per le statali, parametrandoli in base al numero degli
studenti.
Ottolenghi (Ucei): paritarie vitali per la nostra
identità
Aderisce pienamente a queste richieste l’Unione della
Comunità Ebraiche italiane, che interviene attraverso la sua responsabile del
settore scuola, Livia Ottolenghi. “I nostri numeri sono più esigui, a livello
nazionale, ma vogliamo lanciare un segnale di preoccupazione comune per questo
settore che per noi è vitale per la sopravvivenza della nostra specificità”.
“Studiare e formare le future generazioni – prosegue – è un fatto di vita e di
prospettiva”. La Ottolenghi evidenzia lo spirito collaborativo che ha sempre
contraddistinto il dialogo tra la comunità ebraica e il governo e spera nella
individuazione di misure rigorose per la tutela della salute di studenti e
professori. “Noi chiediamo che si trovi una forma di supporto. Le nostre scuole
devono essere messe in condizione di riprendere le attività didattiche, e per
garantire la qualità dell’insegnamento ci deve essere una tranquillità nella
sicurezza".
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