INDICAZIONI DIVERSE SU MASCHERINA E DISTANZIAMENTO PER
L'INFANZIA
di DANIELE NOVARA*
Sono ormai uscite le prime indicazioni dei Comitati tecnici
costituiti presso la presidenza del Consiglio e presso i ministeri su come sarà
la vita dei bambini sia quest’estate sia nella prossima – si spera – riapertura
delle scuole a settembre.
In tutti i documenti risalta l’obbligo dell’utilizzo delle
mascherine dai 3 anni, in alcuni casi dai 6. In realtà, i dati epidemiologici riferiscono
che i bambini non si contagiano, oppure si contagiano in maniera completamente
diversa dagli adulti. Non solo, sulla possibilità che gli stessi rappresentino
i cosiddetti 'portatori sani', pronti a colpire involontariamente frotte di
nonni, adulti e i loro educatori ed educatrici, come se fossero dei veri e
propri untori, non esiste uno straccio di evidenza né scientifica né empirica.
Una cappa di pregiudizi antichi come l’epoca di Erode si abbatte sull’infanzia
mettendo a rischio la crescita dei bambini in un momento cruciale della loro
vita. E non finisce qui: sembra esserci una reale confusione in quanto queste
indicazioni sono talmente oscure che, appunto, in alcuni documenti la
mascherina ai bambini andrebbe messa dai 3 anni, in altri andrebbe messa dai 6
anni. La qual cosa mostra la totale equivocità di questa indicazione: se i
bambini di 3 anni non la devono mettere, tanto più non devono metterla quelli
di 6 in quanto il livello di promiscuità e di vicinanza è molto più forte dai 3
anni che dai 6.
Si naviga a vista, e i genitori si chiedono quando sarà data
un’indicazione chiara. Nel frattempo, i dati sanitari sul Covid-19 sono ben
diversi da quando questi documenti sono stati redatti. Rischiano di parlare di
una realtà che è parte di un capitolo che – grazie ai duri sacrifici fatti – è
ormai passato o, comunque, è in fase di esaurimento. Pertanto, mi permetto di
ribadire che per tutta l’infanzia, sia la mascherina che il distanziamento
rigido e costrittivo rappresentano una vera e propria crudeltà nei confronti
dei bambini già fortemente segnati dall'esclusione dai loro compagni e dalle
istituzioni educative che non ha pari nel resto dell’Europa e del mondo. In
nessun Paese europeo sono stati riaperti i bar prima delle scuole! Praticamente
in Italia è stato riaperto tutto, meno le scuole.
Bisogna ribadire che è impossibile fare scuola o centri
estivi a bambini di 3-6-9 anni dotandoli in maniera sistematica di mascherine
per addirittura 8 ore, come contemplato in alcuni documenti. Ma anche che la
misura del distanziamento di un metro, così come formulata, non può che portare
a un posizionamento rigido di sostanziale immobilità, o quasi, da parte dei
bambini stessi. Occorre uscire da una prospettiva meccanicistica come quella
che delineano alcuni documenti. Con i giusti princìpi di igienizzazione e di
verifica delle condizioni di salute, è importante consentire ai bambini di
tornare nei centri estivi e nelle scuole in maniera adeguata ai loro bisogni
senza costrizioni che renderebbero difficili queste riaperture. Colpisce che
nei tanti Comitati tecnici che si sono costituiti la presenza di esperti
infantili, specie di area educativa, sia praticamente assente, e di fatto
irrilevante. Eppure, si tratta di milioni di bambini e di milioni di genitori,
che hanno bisogno di avere una speranza e una risposta sensata e utile alle
loro attese.
*Pedagogista
Nessun commento:
Posta un commento