Il Papa a Scholas:
da gratuità, senso e bellezza dipende il futuro dell’umanità
Educare è aiutare a
cercare il senso delle cose e bisogna ascoltare, creare cultura e celebrare.
Così il Papa nel videomessaggio in spagnolo per l’Incontro virtuale di Scholas
Occurrentes
Debora Donnini –
Città del Vaticano
Non dimenticare mai
queste tre parole: “gratuità, significato e bellezza”: non producono ma da
queste dipende il futuro dell’umanità. Lo ricorda Papa Francesco nel lungo
videomessaggio in spagnolo trasmesso durante l’Incontro virtuale della
Pontificia Scholas Occurrentes, organizzato oggi pomeriggio per la Giornata Internazionale
dell'ambiente, nella circostanza della pandemia. Centrale l’esortazione a
rimanere sempre uniti, mano nella mano, “per superare qualsiasi crisi”. Un
incontro globale, anche se virtuale, quello di oggi pomeriggio, con giovani,
genitori ed insegnanti di tutto il mondo, a cui partecipano anche governatori
ed illustri personalità dello sport, dell'arte e della tecnologia.
Una diretta video
che attraversa il mondo
Prima del
videomessaggio del Papa, viene trasmesso un video di bambini e ragazzi latinoamericani
che prendono l'impegno a difendere l'ambiente. Poi José María del Corral,
direttore mondiale di Scholas, racconta le origini dell'organizzazione con
ragazzi di diverse religioni che si impegnarono per una nuova educazione nel
mezzo della crisi che l'Argentina attraversava tra la fine degli anni '90 e i
primi del 2000. Un percorso che vede tra i momenti importanti il piantare
l'ulivo della pace. Ricordate anche le pietre miliari della storia di Scholas.
Si alternano, quindi, le testimonianze dei ragazzi collegati in diretta video.
Sonia, italiana, racconta come nel periodo del lockdown per il
coronavirus le videoconferenze organizzate l'abbiano molto sostenuta.
Denominatore comune è la ricchezza dell'esperienza educativa di Scholas
all'insegna della ricerca di significato. Anche rappresentanti dell'islam e
dell'ebraismo sono intervenuti. Ultima tappa dell'incontro virutale è stato
quello con le first lady di alcuni Paesi dell'America Latina che hanno mostrato
ai giovani come rispondere all'appello del Papa sulla cura dell'ambiente
attraverso la cultura dell'incontro.
Un'educazione che
genera senso
“In questa nuova
crisi che l'umanità sta affrontando oggi, dove la cultura ha dimostrato di aver
perso la sua vitalità, voglio celebrare che Scholas, come comunità che educa,
come intuizione che cresce, apre le porte dell'Università del Senso. Perché
educare è cercare il senso delle cose. È insegnare a cercare il senso delle
cose”, dice il Papa che si rivolge con un linguaggio diretto ed evocativo alle
persone che lo guardano in video.
Educare non è
sapere ma ascoltare, creare cultura e celebrare
Il Papa ripercorre,
brevemente, le orme della storia di Scholas che, nata da una crisi, “non ha
alzato i pugni per combattere contro la cultura, né ha abbassato le braccia per
rassegnarsi, né è uscita piangendo”. Ma è uscita “ascoltando il cuore dei
giovani”. È nata con due insegnanti – dice scherzando il Papa – “con un po' di
follia e un po' di intuizione”. Non c’era qualcosa di pianificato ma di
vissuto. E mentre “la crisi a quei tempi lasciava una terra di violenza,
quell'educazione ha riunito i giovani generando senso e, pertanto, bellezza”.
Nemmeno i padri fondatori immaginavano che quell’esperienza educativa nata
nella diocesi di Buenos Aires, dopo vent’anni sarebbe cresciuta come “una nuova
cultura”, "abitando poeticamente questa terra", come ci ha insegnato
Hölderlin. Affacciandosi attraverso le fessure del mondo, Scholas ha quindi
fatto capolino “con tutto il corpo, per vedere se dall’aperto ritorna un'altra
risposta”:
L’educazione
ascolta, o non educa. Se non ascolta, non educa. L’educazione crea cultura, o
non educa. L’educazione ci insegna a celebrare o non educa. Qualcuno mi
potrebbe dire: “ma come, educare non è sapere cose?” No. Questo è sapere.
Educare è ascoltare, creare cultura, celebrare. Così è cresciuta Scholas.
Per Papa Francesco
oggi è, quindi, una grande gioia poterla chiamare “comunità” di amici, di
fratelli e di sorelle. Voluta a Buenos Aires dall’allora arcivescovo della
diocesi Jorge Bergoglio, Scholas oggi è infatti una organizzazione
internazionale di Diritto Pontificio, con sede in Argentina, Città del
Vaticano, e in tanti altri luoghi. Con la sua rete è presente in 190 Paesi,
integrando oltre 400 mila centri educativi e raggiungendo oltre un milione di
bambini e giovani in tutto il mondo.
Davanti alle
crisi mai essere soli
Un’umanità senza
crisi, dove tutto è perfetto, “sarebbe un'umanità malata”, “addormentata”, nota
poi il Papa che esclama: “Povera umanità senza crisi!”. Il pericolo “arriva
quando non ci viene insegnato a relazionarci con quell'apertura”, con le crisi,
che se non sono ben accompagnate, “sono pericolose, perché si può perdere
l’orientamento”. Il Papa richiama quindi il consiglio dei saggi, anche per le
piccole crisi personali, coniugali e sociali: "mai andare in crisi da
soli, andare in compagnia".
Se si attraversano
da soli, infatti, si rischia di essere invasi dalla paura, di chiudersi in sé
stessi. Di ripetere “ciò che è conveniente per pochi, svuotandoci di
significato”, “perdendo la nostra bellezza”. Questa bellezza "che salverà
il mondo”, rimarca il Papa, citando Dostoevskij..
Il Senso, la
Chiamata e la Bellezza
Sono tre le immagini
che il Papa porta nel cuore e che hanno guidato tre anni di riflessione: “il
Matto” di La Strada di Fellini, La vocazione di san Matteo di
Caravaggio e L’idiota di Dostoevskij. Tre immagini che esprimono proprio
il senso, la chiamata e la bellezza. Tutte e tre sono la storia di una crisi,
dove “la responsabilità umana è in gioco”, perché crisi significa
originariamente "rottura", "apertura", ma anche
"opportunità". E come le radici hanno bisogno di spazio per
continuare a crescere e alla fine rompono il vaso così è per la vita che
cresce, si rompe. E la vita è più grande della nostra propria vita.
Ho visto giovani
israeliani giocare con palestinesi
Si tratta, quindi,
di “armonizzare il linguaggio del pensiero con i sentimenti e le azioni”:
testa, cuore e mani, sottolinea il Papa rievocando i suoi ricordi personali di
Scholas:
Ho visto in Scholas
professori e studenti giapponesi ballare con colombiani. È impossibile? Io l’ho
visto. Ho visto giovani israeliani giocare con giovani palestinesi. Li ho
visti. E studenti di Haiti pensare con quelli di Dubai. E bambini del Mozambico
disegnare con quelli del Portogallo. Ho visto, tra Oriente e Occidente, un
olivo creare la Cultura dell’Incontro.
L’incontro fra
giovani e anziani
Si tratta anche di
“riunire il sogno di bambini e giovani con l'esperienza di adulti e anziani”,
un incontro che “deve sempre avvenire” altrimenti non c'è umanità, “perché non
ci sono radici, non c'è storia” e “non c'è crescita”.
Dalla gratuità,
dal senso e dalla bellezza dipende il futuro
Si tratta anche di
“studenti di tutte le realtà, lingue e credenze, perché nessuno viene lasciato
fuori quando ciò che viene insegnato non è una cosa sola, ma la Vita” che darà
origine ad altri mondi “diversi, unici, come lo siamo anche noi. Nei nostri
dolori più profondi, nelle nostre gioie, nei nostri desideri”.
Non dimenticatevi
mai di queste ultime tre parole: gratuità, senso e bellezza. Possono sembrarvi
inutili, soprattutto oggi. Chi si mette a fare una società cercando gratuità,
senso e bellezza? Non produce, non produce. Eppure da questa cosa che sembra
inutile dipende l’umanità intera, il futuro.
Il Papa li esorta
quindi a andare avanti prendendo “questa mistica che è stata donata, che non ha
inventato nessuno”. Ad andare avanti “seminando e raccogliendo, con il sorriso,
con il rischio, ma tutti insieme e - conclude - sempre tenendovi per mano per
superare qualsiasi crisi”
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