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sabato 28 marzo 2020

VIVERE DA VIVI !

 - V Domenica di Quaresima   -                                                             Visualizza Gv 11,1-45

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La liturgia di questa ultima domenica di quaresima ci porta a Betania, nella casa degli amici di Gesù: Marta, María e Lazzaro. Betania significa “casa del povero” e anche noi, in qualche modo, siamo cittadini di Betania che mettiamo la nostra povertà nelle mani di Dio. In queste ultime settimane tutti abbiamo fatto i conti con la fragilità delle nostre sicurezze. Siamo stati obbligati a scoprirci poveri, deboli, come giganti dai piedi d'argilla (Daniele 2,1-49).
Proviamo a rivivere questo incontro, a mescolarci tra i famigliari e gli amici di Lazzaro, a stare lí in punta di piedi e contemplare la bellezza e la dolcezza di questo momento.
I personaggi che si muovono sulla scena sono numerosi, ma al centro, come sempre, sta Gesù nominato ben 22 volte. Tutta la scena ruota attorno a Lui, alla sua presenza e alla Sua Parola.
Nel Vangelo di domenica scorsa, Gesù rimodelló con il fango della nuova creazione gli occhi del cieco perché vedesse e riconoscesse il Figlio di Dio. Oggi, il maestro, anticipa l'esodo definitivo dalla morte alla vita: “Riconoscerete che io sono il Signore, quando apriró le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri” (Ez 37,13).
La resurrezione di Lazzaro è segno e anticipo di quella di Gesù, ma con una differenza fondamentale: Lazzaro ritorna alla vita di prima, è un passo indietro; mentre Gesù entra in una dimensione nuova, è un passo avanti. Lazzaro morirà di nuovo, certo. Ma il suo ritorno alla vita indica che non siamo piú schiavi della morte, che Gesù è entrato nei nostri sepolcri, nelle nostre povertà e miserie, nel nostro peccato e nei nostri tradimenti. Gesù non ci salva dalla morte, ma nella morte.
Vorrei attirare la vostra attenzione su un ultimo particolare: il pianto di Gesù. Il maestro piange per il suo amico Lazzaro. Le sue lacrime irrigano e fecondano la terra che si prepara a far germogliare il seme nascosto, il chicco di grano caduto in terra che muore per dare frutto (cf Gv 12,24).
Coraggio, cari amici! Rotoliamo via le pietre dai nostri sepolcri, lasciamo che Gesù ci raggiunga, ci prenda per mano e ci insegni a vivere da vivi!

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