Se sulla costa dell’oceano Atlantico, in arrivo
al porto di New York, i passeggeri incontrano la statua della Libertà, sarebbe
meraviglioso poter edificare sulla costa opposta la statua della
Responsabilità.
di VIKTOR E. FRANKL
È suggestiva l’idea di queste due
statue poste a sorvegliare la superpotenza mondiale. A proporla è lo
psicoterapeuta austriaco Viktor E. Frankl (1905-97), vissuto a lungo negli Stati
Uniti, nella sua opera Alla ricerca di un significato della vita. La libertà,
certo, è la base per il riconoscimento della dignità e delle capacità della
persona. Ma, se è lasciata da sola, può sconfinare ben presto nell’ egoismo e
nella prevaricazione. Ecco, allora, la necessità di esaltare l’altra componente
umana, altrettanto decisiva, la responsabilità. Essa nasce dalla coscienza e si
nutre della morale ed è pronta a imporsi autonomamente limiti e obblighi perché
la presenza della persona nella società non sia devastatrice ma
costruttrice.
Se la libertà è il territorio in cui ci muoviamo, la
responsabilità è il tracciato delle strade e, se si vuole, anche il perimetro o
confine. Purtroppo spesso assistiamo ad atti «irresponsabili» che sbocciano
dalla libertà senza essere sottoposti al controllo della ragione e della
volontà. La responsabilità è la consapevolezza del proprio limite e dei doveri
che si hanno nei confronti del bene comune. Lo stesso Frankl scriveva ancora:
«Quanto più l’uomo sentirà la propria vita come compito, tanto più essa apparirà
significativa». L’educazione dovrebbe condurre a quel senso di responsabilità
che tanto spesso registriamo assente dai comportamenti di tutti, giovani e
adulti. Lo scrittore francese Antoine de Saint-Exupéry in Terra degli uomini
(1939) dichiarava: «Essere uomo è precisamente essere
responsabile».
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori
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