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sabato 8 febbraio 2020

URGE UNA 'DIETA CYBER' PER I RAGAZZI. L'INDAGINE DEL MOIGE

Ragazzi esposti a bulli e abusi

Aumenta il sexting, la diffusione di selfie intimi che poi si prestano a ricatti
Metà degli adolescenti dichiara di andare in 'ansia da like' se non è collegato a Internet, 7 su 10 almeno una volta hanno accettato l’amicizia virtuale di un perfetto estraneo.

di GIANCARLO SALEMI

Un generazione, quella dei nativi digitali, supertecnologica e sempre connessa al web. Al punto che un adolescente su cinque possiede almeno 5 dispositivi (computer, tablet, pc portatile, smartphone e console) e uno su due dichiara di andare in 'ansia da like' se non è collegato a internet.
Ma è proprio nella Rete che arrivano le minacce più insidiose, come il fenomeno dell’adescamento virtuale: 7 adolescenti su 10 almeno una volta hanno accettato l’amicizia di un estraneo sui social e di questi il 21% ha dichiarato di aver incontrato personalmente estranei conosciuti on line, fornendo perfino il proprio numero di telefono e scambiando foto personali.
Sono alcuni dati che emergono dall’indagine 'La dieta cyber dei nostri figli' presentata dal Moige, il Movimento italiano dei genitori, per lanciare la nuova edizione dei 'Giovani Ambasciatori contro bullismo e cyber risk' che coinvolgerà 62mila studenti e 250 scuole. All’iniziativa ha partecipato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che si è intrattenuto anche con alcuni ragazzi nel camper che tra qualche giorno inizierà il suo giro per l’Italia.
«Serve un segnale chiaro contro il bullismo – ha detto Conte –, dobbiamo stare molto attenti perché dalla distrazione iniziale si formano discriminazioni molto insidiose e violente». Il governo ha stanziato 30 milioni di euro «per la creazione di progetti di carattere educativo nei territori», ha ricordato il ministro per la Famiglia, Elena Bonetti, che ha insistito sulla necessità «di un’educazione ai social per i nostri ragazzi».
Tra i casi di cyberbullismo è stato ricordato quello di Carolina Picchio, la ragazza di Novara che
si è tolta la vita a 14 anni per la vergogna: cinque ragazzi avevano diffuso suoi video e foto intime e, nonostante siano stati accusati a vario titolo di atti persecutori, oggi i cyberbulli sono in libertà. Per questo la ricerca del Moige mette in guardia anche da un altro fenomeno, il sexting: la condivisione di selfie e video provocanti o pornografici di se stessi o di persone conosciute.
Questa forma di aggressione è rischiosa e può far seguito ad episodi di bullismo, non solo online ma anche reali. Ne sa qualcosa la Polizia Postale, che ha ricordato come siano aumentati del 18% i casi in cui è preso a bersaglio un minorenne: le vittime sono state 460 nel 2019, di cui 52 di età inferiore a 9 anni. «Ma i nostri numeri non rendono giustizia al fenomeno – ha detto la direttrice Nunzia Ciardi –, sono solo la punta dell’iceberg, perché i ragazzi non denunciano. Noi adulti troppo spesso abbiamo la tentazione deleteria di arretrare di fronte a questo mondo, pensando che non ci appartenga ». Invece «non si può prescindere dal lavoro sinergico di genitori, istituzioni e operatori per la tutela dei nostri figli», ha concluso la presidente del Moige Maria Rita Munizzi.


               www.avvenire.it

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