Union Mondiale des Enseignants Catholiques (UMEC)
World Union of Catholic Teachers (WUCT)
Domenica XXXIII C,
17 novembre 2019
Malachia
3: 19-20a; II Tess. 3: 7-12; Lc 21: 5-19
Eccellenza,
Mons. Dollmann, Arcivescovo di Cambrai e Assistente spirituale dell'UMEC-WUCT
Prof. Guy
Bourdeaud'hui, Presidente dell'Unione Mondiale degli Insegnanti Cattolici,
Illustri
membri del Consiglio UMEC-WUCT,
Cari Responsabili
della COV-Belgio che ci ospitano,
Cari
amici,
Sono lieto di salutarvi nel Nome del
Signore in questa domenica che ci riunisce intorno all'Eucaristia condivisa,
mentre concludete i due giorni del Consiglio dell'Unione Mondiale degli
Insegnanti Cattolici.
Le letture della penultima domenica
dell'anno liturgico, che abbiamo appena ascoltato, ci chiamano tutti a
coltivare sempre più la virtù della speranza per non cadere nella tentazione
dello scoraggiamento e della paura di fronte alle sfide e alle provocazioni del
nostro tempo: "Alzati, alza la
testa, perché la tua redenzione si avvicina". "Per voi che temete
il mio Nome, sorgerà il sole della giustizia: esso porterà guarigione nel suo
splendore". Gesù stesso, sensibile a tutte queste contraddizioni e
sofferenze umane, così come alle prove e alle sfide dei suoi discepoli di tutti
i tempi, ci assicura di essere sempre presente in mezzo a noi e ci dice: "Fate attenzione a non lasciarvi smarrire";
"Io stesso vi ispirerò con un
linguaggio e una saggezza a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere
o contraddire".
Da diversi anni (1951), l'Unione
Mondiale degli Insegnanti Cattolici fornisce un sostegno continuo agli
insegnanti cattolici nel mondo; e, mi affretto a dire, tutta la Chiesa vi è
molto grata per i vostri sacrifici e le vostre iniziative a favore di questa
componente storica della missione della Chiesa Cattolica.
Il tema di queste due giornate di
incontri e condivisione: "Educare in
un mondo che cambia. Combattere la violenza, aprire la strada alla libertà"
sembra essere stato ispirato dalle letture di questa domenica. Infatti, Gesù
descrive in questa pagina del Vangelo di Luca il verificarsi di cambiamenti
spesso brutali e spaventosi, sia per la terra che per l'umanità, che segnano il
passaggio da una realtà che conosciamo ad un'altra che ci è ancora largamente
sconosciuta. "Quello che contempli,
arriveranno giorni in cui non ci sarà più pietra su pietra: tutto sarà
distrutto". Questo difficile passaggio da una realtà all'altra, e per
molti versi minaccioso, porta con sé un'esigenza radicale che Cristo si rivolge
agli uomini e alle donne del nostro tempo: "Sarete odiati da tutti.... Ma non vi si perderà un capello di
testa". "Questa sarà l'occasione per testimoniare."
Permettetemi di soffermarmi un
attimo su quella che può essere la testimonianza degli insegnanti cattolici in
questi tempi incerti, ma anche portare immense speranze per i giovani che vi
sono affidati nelle scuole ove operate. Il primo requisito è quello
dell'identità cattolica; non avere paura o vergogna di chi siamo. L'insegnamento è senza dubbio il compito più
nobile che ci sia, ma è rilevante solo nella misura in cui coloro che lo
svolgono possono, come ci ha ricordato san Paolo, essere un "modello da
imitare", sia per le conoscenze che impartite, sia per ciò che fa di voi
insegnanti la cui intera vita può ispirare nei bambini, adolescenti e giovani
adulti il sostegno del loro cuore e della loro mente, nonché il desiderio di
seguirvi. È importante mostrare loro che gli uomini e le donne cristiani,
formati alla scuola di Cristo e dei santi educatori, possono anche aprire
strade di pace e libertà in un mondo paralizzato dalla violenza e
dall'ingiustizia.
E poi c'è la sfida educativa, di cui
parla papa Francesco nel messaggio rivolto ai partecipanti al Congresso
dell'Ufficio internazionale dell'educazione cattolica, riunitosi a New York lo
scorso giugno. Questa sfida è caratterizzata da una cultura dell'indifferenza,
dell'individualismo e del consumismo che offusca i valori comuni e ostacola gli
sforzi per "mettere l'intera persona
al centro dell'azione educativa". "Perché una tale cultura dell'indifferenza e del relativismo corrode il
senso dell'umanesimo".
Di fronte a questa sfida educativa,
che riguarda soprattutto l'educazione nelle periferie esistenziali, sta a voi,
insegnanti cattolici, chiamati in prima linea dalla Chiesa a "ricostruire l'umanesimo" con le
famiglie degli alunni e degli studenti. "A tal fine - insiste la Chiesa - l'educatore deve essere competente, qualificato e, allo stesso tempo,
ricco di umanità, capace di stare in mezzo agli studenti per promuovere la loro
crescita umana e spirituale".
Nel Messaggio che il prefetto della
Congregazione per l'educazione cattolica vi invia in occasione di questo
incontro del Consiglio UMEC, tenutosi a Bruxelles, Sua Eminenza il Cardinale
Giuseppe Versaldi esprime la sua "sincera
gratitudine per il servizio reso all'educazione cattolica" (....) e
auspica che "i giovani insegnanti con
la loro attiva partecipazione contribuiscano a favorire l'effettiva e sempre
più rilevante presenza dell'Unione nella complessa formazione di oggi, nonché
un aumento dei contatti con le organizzazioni internazionali nella cooperazione
e nella condivisione di progetti".
Cari
amici,
Preghiamo
per tutti coloro che si impegnano in questo "processo di crescita dell'umanità" perché siano convinti e
sostenuti dalla speranza che "il
sole della giustizia sorga: porterà guarigione nel suo splendore"! Che
la Santissima Vergine Maria, Sedes Sapientiae, vegli sull'Unione e su ciascuno
dei suoi membri perché non cessino mai di testimoniare la verità per costruire
la "civiltà dell'amore".
Amen!
+ Agostino
Kasujja
Testo originale in lingua francese
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