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venerdì 23 novembre 2018

SCUOLA. INSEGNARE COSE ALTE

Insegnare “cose alte” 
partendo dalle relazioni

Ormai sono anni che la scuola è sotto accusa, non solo in Italia. Il disagio giovanile sembra avere nella scuola una propria immagine speculare in una sorta di corsa al ribasso. Eppure la scuola continua a essere una grande opportunità di crescita. In un contesto come quello attuale, ma in parte è sempre stato così, molto dipende dalla fortuna di incontrarsi con i professori giusti. A volte ne basta anche solo uno, che sappia entrare in relazione, che conosca la chiave per suscitare interesse, attenzione. Chiave che, oggi come sempre, è il potere affabulatorio che nasce dal racconto. 
Da quel dire e ascoltare storie che resta il modo più vero ed efficace per entrare in relazione e creare quel “rapporto nella verità” che consente al docente di trasmettere il proprio sapere. In questo libro di Andrea Monda, molti fra i più pessimisti potranno scoprire che insegnare “cose alte” ed educare allo spirito critico nella scuola di oggi è ancora possibile. Monda è dal 2000 un insegnante di religione nelle scuole superiori. Nel settore è abbastanza noto per la trasmissione Buongiorno professore che conduce su Tv2000, per molte collaborazione su giornali, fra i quali Avvenire e per alcuni libri. Tutti luoghi mediatici in cui racconta le sue esperienze di educatore come, appunto, anche in questo suo ultimo testo: Raccontare Dio oggi. 
Entrare in relazione per raccontare, raccontare per entrare in relazione. Questa è la strada di Monda: «Contro l’indifferenza questo è il possibile rimedio, tessere relazioni... I ragazzi lo sanno sulla loro pelle già ferita anche se giovane: oggi la cosa più difficile è la “manutenzione” delle relazioni. Non hanno fiducia nelle relazioni perché ne conoscono tutta la fragilità»: l’hanno vista nelle loro famiglie, nelle scelte di adulti che sembrano bambini, rilanciata in maniera estenuante da tutti i media, la vivono tutti i giorni nella “liquidità” delle loro amicizie, nella banalità relazionale dei social. 
Eppure «la relazione è l’unico antidoto a quell’inaridimento che porta all’indifferenza generalizzata verso tutto e tutti, al vuoto che nasce dall’estraneità e conduce alla banalizzazione di ogni fatto della vita». È per scardinare questa sfiducia, questo pessimismo esistenziale che l’arma del racconto diventa fondamentale per un insegnante, soprattutto se insegna religione, l’unica materia non obbligatoria, l’unica che si propone in una sola ora a settimana parlando di qualcosa che appare sempre più lontano dalla vita quotidiana.
Un’arma che bisogna saper usare con quell’inventiva che serve a stupire, a spiazzare, a far crescere l’urgenza di avere risposte. Perché il racconto giusto può nascere, per esempio, da un film che i tuoi interlocutori hanno visto da bambini.
Molto istruttive, in questo senso, sono le pagine dedicate a film di animazione come Il re leone, Kung Fu Panda, Ratatouille, Monster & Co... La logica di osservazione e analisi è quella collaudata di: racconto, verità, libertà. Da lì si può poi passare a Tolkien, a Chesterton, a Cormac McCarthy, al Grande Inquisitore dei Karamazov e, perché no, alla Bibbia.

Andrea Monda, RACCONTARE DIO OGGI, Città Nuova. Pagine 157. Euro 16,00



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