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mercoledì 25 luglio 2018

AUTISMO E GATTI. LA STORIA DI FRASER E BILLY

Un gatto in casa fa bene ai bimbi autistici
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Uno studio condotto dalle Università Davis in California e della Mizzou nel Missouri testimonia che la presenza di un micio in casa è di grande aiuto per i bimbi affetti da forme lievi o moderate di autismo. I ricercatori hanno appurato che i benefici dati dal contatto e interazione con il gatto sono davvero importanti per i bambini e adolescenti autistici, dichiarando: «II loro contributo nell'aiutare i bambini ammalati risulta considerevole, migliorano le loro capacità di relazionarsi con gli altri, la percezione del mondo esterno, acquistando autostima, empatia e fiducia in se stessi». 
L'autismo è un grave disturbo del neurosviluppo che colpisce in tenera età, distinto da apparente carenza di interessi e relazioni con gli altri, indifferenza emotiva agli stimoli, tendenza all'isolamento o al contrario, ipereccitabilità; sfiducia verso gli altri e se stessi.
II mondo interiore dei piccoli affetti da autismo è disturbato da ansia, tristezza, paure, e alterato da notevole diffidenza verso il mondo che li circonda, visto come incoerente, portatore di angosciose frustrazioni; si ritrovano spesso soli in un ambiente nel quale non si sentono capiti e accettati e ciò li conduce sempre più alla chiusura.
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PER RIFLETTERE

La storia di Fraser, un bimbo inglese di cinque anni affetto da autismo, che fino a poco tempo fa non riusciva neppure a fare le cose più semplici, come bere un bicchiere d'acqua o aprire un libro, conferma le recenti teorie americane. Ora la sua vita è cambiata, Fraser è rinato, grazie a Billy, un gatto randagio trovato nel gattile. Il bimbo e il gatto si sono scelti da soli e da allora sono inseparabili. Billy ha completamente trasformato la vita di Fraser, ed ora in casa è tornata la felicità. Ogni volta che Fraser si arrabbia lui sbuca dal nulla e lo rassicura, sono sempre vicini e si coccolano a vicenda. Billy riesce a capire e captare i desideri e le emozioni di Fraser; e quando c'è qualcosa che lo turba si siede sempre su di lui per stare più vicino possibile.
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Ebbene la presenza di un micio rompe questi schemi. Sarà che un animale non ha pregiudizi nei riguardi delle persone e accetta ogni umano in modo spontaneo e incondizionato, il suo approccio lineare e confortevole li aiuta a sviluppare rapporti più equilibrati verso il mondo esterno. Il gatto riesce ad interagire con loro, capire i loro bisogni e desideri, facendogli diminuire la sofferenza interiore e regredire rabbia e collera, ma pure altri sintomi. 
Un'altra ricerca recente conferma questi risultati: a Tucson in Arizona è partito il progetto "Le fusa per l'autismo", promosso da Autism Society of Southern Arizona, che consente ai bimbi autistici di visitare regolarmente un gattile locale ed interagire con i mici. I risultati positivi e sorprendenti hanno esteso l'iniziativa anche agli adolescenti con la stessa sindrome. Il beneficio è doppio: i bambini sono più socievoli e si relazionano meglio attraverso il gatto, i mici trovatelli sono felici di ricevere coccole, in più si abituano al contatto umano che li aiuterà ad inserirsi in famiglie pronte ad adottarli.

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