Tutti hanno un’idea di Dio. per crederci, o per rifiutarlo.
Alcuni fingono di non pensarci, altri lo accusano delle storture che viviamo continuamente.
Altri lo pregano e lo invocano.
Chiedi in giro, però.
Mai si è sentito dire di un Dio che si è scelto un popolo, che lo ha stanato, salvato, seguito, che lo ha fatto uscire dalla schiavitù. Chiedi se sia mai successo che un Dio abbia indicato ad un popolo il segreto della felicità. Che gli abbia consegnato la mappa per cercarla. Chiedi pure.
Così l’autore del Deuteronomio, stupito, ripensa all’esperienza di Israele, il popolo di nomadi che si è visto scegliere fra le nazioni per diventare sentinella, per raccontare ad ogni uomo chi è veramente Dio.
Non un Dio qualunque.
Non una delle proiezioni delle nostre paure, dei nostri bisogni inconsci, non il garante dell’ordine costituito.
Un Dio che parla, che dice, che si racconta.
Il nostro Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 28,16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
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