Nuove frontiere dellapprendimento:
la rivincita della penna
Una recente ricerca condotta da due noti
neuroscienziati norvegesi, Audrey van der Meer e Ruud van der Weel del Norwegian
University of Science and Technology (NTNU) di Trondheim, i cui risultati sono
stati resi noti due mesi fa, ha confermato ciò che è stato rilevato anche da
altri ricercatori, psicologi cognitivi e pedagogisti sperimentali tra i quali,
in Italia, Benedetto Vertecchi (di cui ogni mese potete seguire la rubrica “La
parola all’esperto” sul mensile cartaceo Tuttoscuola, presto disponibile anche
in formato digitale): scrivere a mano con la penna, anziché battere i tasti di
un computer, migliora la capacità di apprendimento.
A questa conclusione i due scienziati sono
pervenuti dopo aver fatto indossare per due mesi a un gruppo di venti studenti
uno speciale casco attrezzato con oltre 250 sensori idonei a rilevare i loro
segnali cerebrali mentre prendevano appunti: per metà tempo a mano con una penna
e per metà servendosi della tastiera di un computer.
È risultato che a seconda della modalità di
scrittura venivano utilizzate parti diverse del cervello, e che l’uso della
penna attivava aree del cervello più profonde perché comportava un più elevato
grado di selezione ed elaborazione delle informazioni. Di qui il consiglio, dato
alle scuole di tutto il mondo, a tornare alla penna e alla scrittura a mano.
Prendendo atto di quella che sembra ormai una
consolidata evidenza scientifica, la Microsoft, azienda leader nel campo dei
computer, ha predisposto una speciale penna digitale con la quale gli studenti
potranno sommare ai tanti vantaggi dati dall’uso di computer sempre più evoluti
e performanti anche quello di sollecitare e sfruttare meglio i loro potenziali
di apprendimento. La penna, insomma, si è presa una rivincita, anche se per
battere la tastiera si è fatta… digitale.
da TUTTOSCUOLA
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