“Il ricordo della Shoah, ma anche dello sterminio
pianificato dei Rom e dei Sinti e di altri gruppi di persone trattate
con assoluta cattiveria da questo programma malvagio ci chiama a un più
profondo e universale rispetto della dignità di ogni persona”. È quanto
ha dichiarato mons. Janusz Urbańczyk, Osservatore Permanente della Santa
Sede alle Nazioni Unite a Vienna, intervenendo alla 1086.ma riunione
del Consiglio Permanente della OCSE.
In riferimento alla Giornata internazionale di commemorazione in
memoria delle vittime dell’Olocausto, del 27 gennaio, il presule –
informa la Radio Vaticana – ha sottolineato che “l’Olocausto ci
ricorda che se se non si riconosce che tutti gli uomini e donne fanno
parte di un’unica grande famiglia e se non conviviamo con il nostro
vicino e con lo straniero, quello che ci aspetta è la disumanità”.
Il ricordo di quel dramma è inoltre, secondo Urbańczyk, “un monito a
non cedere a ideologie che giustificano il disprezzo della dignità
umana”. “Da un lato – ha aggiunto – c’è l’abuso del nome di Dio per
giustificare una violenza insensata contro persone innocenti;
dall’altro, c’è il cinismo che dimostra il disprezzo di Dio e
ridicolizza la fede in Lui”.
“L’innata dignità di ciascuno e di ogni persona – ha proseguito il
delegato vaticano – esige che a nessun regime o ideologia si possa
permettere di non considerare e trattare tutti gli esseri umani come
pari, ai quali il Creatore ha dato diritti e dignità inalienabili”.
Ricordando infine il 50° anniversario della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate
sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, mons.
Urbańczyk ha quindi ribadito che “la Santa Sede è determinata a
continuare il suo impegno contro ogni forma di antisemitismo”, perché,
come ha affermato Papa Francesco alla Sinagoga di Roma, “sei milioni di
persone, solo perché appartenenti al popolo ebraico, sono state vittime
della più disumana barbarie, perpetrata in nome di un’ideologia che
voleva sostituire l’uomo a Dio” e “il passato ci deve servire da lezione
per il presente e per il futuro”.
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