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mercoledì 3 dicembre 2025

UNA PRESENZA CHE TRASFORMA IL QUOTIDIANO

 

QUEL PICCCOLO LIBRO

 CHE RIVELA 
L’ANIMA DEL PAPA

 

Durante la conferenza stampa sul volo che lo riportava dal suo primo viaggio apostolico in Turchia e in Libano, Papa Leone XIV ha sorpreso i giornalisti con un riferimento inatteso. Invitato a indicare un testo capace di illuminare la sua spiritualità personale – oltre a Sant’Agostino, da lui più volte citato – il Papa ha scelto un libretto quasi invisibile, lontano dai grandi manuali di teologia e dalla saggistica spirituale contemporanea: La pratica della presenza di Dio, del carmelitano Fra Lorenzo della Resurrezione.

«È un libro davvero semplice» ha spiegato il pontefice, «scritto da qualcuno che non firma neppure con il suo cognome, fratel Lawrence. Ma descrive un tipo di preghiera e di spiritualità con cui uno semplicemente dona la sua vita al Signore e permette al Signore di guidarlo».

Un’indicazione che dice molto: mentre il mondo guarda alle grandi sfide geoponiche affrontate nel viaggio, Leone XIV preferisce richiamare l’attenzione a un testo che invita al raccoglimento, al silenzio interiore, al dialogo continuo con Dio nel cuore delle occupazioni quotidiane. Un invito alla semplicità evangelica, alla vita spirituale incarnata nella ferialità.

Ma che cos’è, realmente, questa “pratica della presenza di Dio” che il Papa propone come via per comprenderlo meglio?


La presenza che trasforma il quotidiano

Fra Lorenzo della Resurrezione, carmelitano vissuto in Francia tra il 1614 e il 1691 e oggi venerabile, non ha lasciato trattati sistematici né opere teologiche elaborate. Ci rimangono soprattutto le sue lettere e alcuni colloqui, nei quali emerge con limpidezza un’idea centrale: la pratica della presenza di Dio è il mezzo più semplice ed eccellente per vivere un’unione profonda con il Signore.

Non si tratta di una forma di preghiera delimitata, con un inizio e una fine, né di un metodo complesso riservato a momenti particolari. È, piuttosto, uno stato dell’anima, un atteggiamento continuo, una conversazione silenziosa che accompagna ogni istante della vita.

Per Fra Lorenzo vivere alla presenza di Dio significa coltivare un sguardo amoroso e costante verso di Lui, una specie di attenzione semplice ma reale, che non si basa sullo sforzo intellettuale, bensì sull’amore. È come mantenere il cuore rivolto a Colui che ci ama, senza parole superflue: un “colloquio muto e segreto” che non abbandona mai chi lo pratica.

Questa presenza non è un’astrazione spirituale: è un fatto concreto. Fra Lorenzo la chiamava “presenza attuale di Dio”, come se Dio fosse realmente e fisicamente accanto a lui, nelle pentole della cucina del convento, nella bottega dove riparava i sandali, nei corridoi dove passava inosservato. La sua cura principale – raccontano i confratelli – era essere sempre con Dio, e non fare nulla, neppure il gesto più minimo, che non fosse per amore.

È una spiritualità estremamente quotidiana, quasi domestica. Per chi desidera abbracciarla, Fra Lorenzo suggerisce gesti piccoli, quasi impercettibili: un ricordo improvviso durante il lavoro, un atto di adorazione al passare di un pensiero, una breve domanda di aiuto, l’offerta delle proprie fatiche, un movimento del cuore verso Dio mentre si conversa o si mangia. Non gesti eroici, ma fedeltà nei dettagli.

Fondamentale è ciò che il carmelitano chiama lo “sguardo interiore”: un rivolgersi al Signore prima di qualunque azione, anche per un brevissimo istante, lasciando che quella presenza accompagni l’agire e lo concluda. È un movimento tanto dolce quanto costante, che non chiede sforzi titanici ma continuità, umiltà, amore.

Fra Lorenzo insiste anche su un’idea potentissima: il cuore può diventare un oratorio. Non occorre essere in chiesa per stare con Dio; non è necessario isolarsi dal mondo o sospendere le attività. Dio è lì, nelle cose più semplici e ordinarie. Basta ritirarsi dentro di sé, per un momento, e fargli spazio.

Una spiritualità per il nostro tempo

Aver scelto proprio questo libro, da parte di Papa Leone XIV, non è un dettaglio secondario. In un’epoca di distrazioni continue, di frenesia, di identità frammentate, la proposta di Fra Lorenzo appare sorprendentemente attuale. È una via alla portata di tutti, che non chiede perfezione ma disponibilità, non richiede particolari condizioni esterne ma un cuore che si lasci abitare.

In un mondo che corre, il Papa indica un uomo che camminava lentamente in una cucina del Seicento, ma che in quella lentezza aveva trovato la pace.

E forse è proprio questo che la sua citazione vuole ricordare: che la spiritualità cristiana non vive soltanto nei grandi eventi o nelle parole solenni, ma nel segreto dei cuori che, anche mentre pelano patate o affrontano le sfide di ogni giorno, scelgono di non dimenticare la presenza di Dio.

 

Il timone

 

Genere: Scienze umane - Religione - Cristianesimo

Editore Vidyananda

Formato Brossura

Pubblicato 01-01-2009

Pagine 122

ISBN 9788886020091

 

 

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