Al
Forum per la sicurezza e la cooperazione dell’Osce, monsignor Richard Gyhra,
osservatore permanente vaticano, mette in guardia sui rischi legati all’uso di
strumenti innovativi in ambito militare, a cominciare dall'Intelligenza
Artificiale, sottolineando l’impossibilità di governare tali contesti
esclusivamente attraverso algoritmi
-
Le
responsabilità dell'uomo
“Non
si può sfuggire alle gravi questioni etiche legate al settore degli armamenti”:
con queste parole di Papa Francesco, monsignor Gyhra ha aperto il suo
intervento sul tema “Uso militare responsabile delle tecnologie nuove
ed emergenti”. Al centro della riflessione, la necessità di
salvaguardare i “principi etici” che “sostengono il valore intrinseco di ogni
persona” e la sua capacità di discernimento e “assunzione di responsabilità”.
In
tema di tecnologie emergenti, Gyhra ha posto l’attenzione sull’Intelligenza
Artificiale, una risorsa che può essere strumento di “pace” e “sicurezza”, ma
anche una potenziale minaccia “esistenziale” per l’umanità. L’impiego di
sistemi di controllo a distanza per operazioni militari, ha sottolineato, può
ridurre la “percezione della devastazione” causata dalla guerra, come già
evidenziato dalla recente nota Antiqua et Nova sul rapporto tra IA e intelligenza
umana.
Opacità
giuridica e interrogativi etici
Un
ulteriore pericolo è rappresentato dall’uso crescente delle “tecnologie
autonome”, che rischiano di delegare le decisioni militari alle macchine,
sottraendole alla supervisione umana. Ciò genera “opacità giuridica” e gravi
interrogativi etici. In questo contesto, monsignor Gyhra ha menzionato i
sistemi d’arma letali autonomi (Lethal Autonomous Weapon Systems – LAWS),
capaci di identificare e colpire obiettivi senza intervento umano diretto.
“Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita a un essere
umano”, ha ribadito citando ancora Papa Francesco.
Lo sviluppo umano integrale al centro
Le
preoccupazioni espresse dalla Santa Sede, ha chiarito il presule, non mirano a
frenare il progresso, ma a incoraggiare una ricerca e uno sviluppo etico delle
nuove tecnologie. L’obiettivo è integrarle in un “quadro più ampio”, che non si
limiti alla loro utilità ed efficienza, ma che ponga al centro la promozione
dello sviluppo umano integrale.
Vatican
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