Per essere liberi bisogna uscire
da sé stessi
- - di Riccardo Maccioni
Se affrontato in due un cammino in salita sembra meno faticoso
Saper ascoltare per camminare insieme
L’estate può essere l'occasione per visitare luoghi
sconosciuti e lontani, che desideravamo tanto conoscere. Esiste però un viaggio
che non richiede bagagli né l’acquisto di biglietti aerei ma che, malgrado
questo, è il più pesante e costoso che ci sia. Si tratta dell’impegno a uscire
da sé stessi per aprirsi agli altri. Perché non c’è niente di più difficile che
combattere il proprio narcisismo, che rinunciare a considerare il nostro io
come metro di giudizio del mondo. E questo malgrado il Vangelo esalti gli
ultimi, i piccoli, i bisognosi e metta invece in guardia i prepotenti, i
superbi, gli ingrati. In questo suo scritto spirituale, l’arcivescovo
brasiliano Helder Camara (1909-1999), padre conciliare al Vaticano II,
sottolinea l’importanza del viaggio di liberazione dalle prigioni del nostro
egoismo e ragiona su come viverlo.
«Partire è anzitutto uscire da sé. Rompere quella
crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro "io". Partire
è smetterla di girare in tondo intorno a noi, come se fossimo al centro del
mondo e della vita. Partire è non lasciarsi chiudere negli angusti problemi del
piccolo mondo cui apparteniamo: qualunque sia l'importanza di questo nostro
mondo l'umanità è più grande ed è essa che dobbiamo servire. Partire non è
divorare chilometri, attraversare i mari, volare a velocità supersoniche.
Partire è anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro. Aprirci
alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato di
un buon camminatore.
È possibile viaggiare da soli. Ma un buon camminatore
sa che il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni. Beato
chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno
desiderato. Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e
stanchi. Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li
trova. Li ascolta, con intelligenza e delicatezza, soprattutto con amore, ridà
coraggio e gusto per il cammino.
Camminare è andare verso qualche cosa; è prevedere
l'arrivo, lo sbarco. Ma c'è cammino e cammino: partire è mettersi in marcia e
aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia per costruire un mondo più
giusto e umano».
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