DI VALUTAZIONE
DOCUMENTO
INTERASSOCIATIVO
Le Associazioni e le Organizzazioni firmatarie di questo
documento da tempo condividono la necessità di introdurre lungo tutto il
percorso scolastico una valutazione formativa al fine di permettere alla Scuola
di svolgere il suo compito costituzionale di rimozione degli ostacoli che
impediscono il pieno sviluppo della persona umana (art.3 Costituzione),
attuando il diritto all’apprendimento di tutte e tutti.
Insieme hanno lanciato la campagna “Voti a Perdere”, la prima
volta nel 2015 poi nel 2019, denunciando i limiti di una valutazione
focalizzata esclusivamente sulla sua funzione sommativa e sulla comparazione
tra le prestazioni degli studenti, proponendo, in alternativa, una valutazione
per l'apprendimento.
Una valutazione con i voti, infatti, non dice quali sono gli
apprendimenti realizzati, i punti di forza e di debolezza, le tappe del
percorso, ma si limita a fotografare la situazione in un dato momento senza
cogliere le fasi del processo di insegnamento-apprendimento per intervenire
sulla sua regolazione.
Per questo le associazioni hanno accolto con molto favore
l’abolizione del voto numerico e l’introduzione del giudizio descrittivo nella
scuola primaria con l’emanazione dell’O.M. 172/2020, pur evidenziando il limite
dei decisori politici nel non aver esteso il superamento del voto almeno alla
scuola secondaria di primo grado, a garanzia dell’unitarietà e della continuità
delle scelte pedagogico-didattiche negli istituti comprensivi.
L’eliminazione del voto numerico ha avviato un processo di
cambiamento di prospettiva nella cultura e nelle pratiche valutative della
scuola insistendo sull’esigenza di riscontri descrittivi dell’apprendimento in
itinere, di differenti forme di comunicazione della valutazione e di maggiore
coerenza tra progettazione didattica e valutazione. In generale, la nuova
normativa ha proposto un intero ripensamento della didattica e della relazione
docente-studente impegnando gli insegnanti in percorsi di ricerca e costruzione
di una maggiore coerenza tra le pratiche educative e i principi pedagogici
affermati nelle Indicazioni Nazionali riassumibili nella centralità del
soggetto e nel perseguimento del successo formativo per tutti.
Con l’a.s. 2022/2023 è terminata la fase di accompagnamento
ministeriale dei docenti prevista dall’O.M. 172. In questi due anni le
associazioni hanno organizzato convegni, giornate di studio, percorsi di
ricerca-azione, anche in collaborazione con diversi Atenei, su pratiche e
strumenti per una valutazione formativa e hanno promosso iniziative per
orientare i genitori nella comprensione delle nuove modalità di comunicazione
della valutazione.
Soprattutto si è cercato di sollecitare e condividere, dentro
e fuori la scuola, il senso profondo della nuova proposta di valutazione: solo
la partecipazione attiva di tutti i soggetti, la cura e l’attenzione ai
processi, l’autovalutazione dei docenti e degli studenti circa l’efficacia
delle azioni di insegnamento-apprendimento può produrre quei miglioramenti
necessari a garantire una scuola emancipatrice.
Le novità introdotte hanno quindi sicuramente rappresentato
elementi per un cambiamento profondo nella cultura valutativa per chi ne ha
voluto cogliere pienamente il senso e l’opportunità pedagogica, che è anche
un’opportunità culturale e sociale per gli insegnanti, i genitori e la società
civile.
Ma evidentemente per alcuni, che oggi chiedono un ritorno al
voto, non è stato così.
Sostenere che il voto è educativo in quanto anche se negativo
costituisce uno stimolo ‘salutare’ nell’ottica di quella “mortificazione come
preparazione alla vera vita con le sue difficoltà” contrasta con le evidenze
prodotte da tempo dalla ricerca educativa e dagli studi condotti nell'ambito
della psicologia dell'apprendimento sul rapporto tra senso di “autoefficacia”
personale e motivazione, impegno, partecipazione (soprattutto nei soggetti più
fragili).
Il voto, inoltre, come uno specchietto per le allodole,
apparentemente chiaro e comprensibile, in realtà nasconde e rende indecifrabile
la realtà dei processi di apprendimento del soggetto coinvolto.
Le Associazioni e le Organizzazioni che si riconoscono in una
pedagogia democratica ribadiscono la necessità di una valutazione libera dalla
preoccupazione del voto, capace di far riflettere i soggetti anche sui loro
errori e insuccessi, attenta agli stili e ai ritmi personali di apprendimento,
alla lettura dell’esperienza e chiara nella comunicazione a studenti e
famiglie. Ricordano anche come la scuola elementare, a differenza di altri
ordini di scuola, dopo l’abolizione del voto con la L.517/77 si sia collocata
per anni stabilmente in ottima posizione nelle indagini internazionali.
Chiedono al Ministero di dare seguito al programma
pluriennale di formazione di tutto il corpo docente, come previsto
dall’Ordinanza, e per il quale già 300 insegnanti sono stati formati come
esperti per accompagnare le scuole nell'applicazione della nuova normativa.
Sollecitano lo stesso Ministero, la società civile, le
organizzazioni sindacali e culturali, il mondo della ricerca e dell’Università,
a contrastare ogni tentativo di chi rivendica un ritorno al voto, che non
farebbe altro che confermare una scuola selettiva, arretrata culturalmente e
professionalmente, oltre che tenere ancora una volta studenti, insegnanti,
dirigenti, genitori, ostaggio di riforme incompiute.
*Per economia del testo è stato utilizzato il tradizionale
maschile, pur avendo ben presente la necessità della valorizzazione di genere
in ogni contesto.
Nessun commento:
Posta un commento