«Nessuno educa nessuno, e neppure se stesso: gli uomini si educano in comunione, attraverso la mediazione del mondo»
Una
breve biografia di Paulo Freire
Paulo
Reglus Neves Freire nacque a Recife, in Brasile, il 19 settembre del 1921 da
una famiglia della classe media brasiliana. Visse in pieno la Grande
Depressione del 1929, e questo ha certamente contribuito a plasmare il suo
pensiero in ambito pedagogico e il suo approccio alle classi più povere in un
Paese caratterizzato da una fortissima disparità sociale e di classe.
Pur
avendo studiato legge – a cui affiancò studi sulla filosofia e sulla psicologia
del linguaggio – Paulo Freire scelse di dedicarsi all’insegnamento,
specializzandosi in lingua portoghese.
Da
direttore del Dipartimento di Educazione dello Stato di Pernambuco focalizzò il
suo lavoro all’insegnamento per le persone analfabete: nel 1962 insegnò a 300
lavoratori dei campi di canna da zucchero a leggere e scrivere in soli 45
giorni, dimostrando l’efficacia delle sue teorie in ambito pedagogico e dando
il via alla fondazione di migliaia di circoli culturali in tutto il Paese.
In
seguito al colpo di stato in Brasile del 1964 fu dapprima imprigionato come
traditore e poi costretto all’esilio in Bolivia e poi in Cile. Fu proprio in
Cile che lavorò alla sua opera più conosciuta, La pedagogia degli oppressi
(Pedagogia do oprimido), pubblicata nel 1968 e successivamente tradotta in
tantissimi Paesi.
Paulo
Freire rientrò stabilmente in Brasile solo nel 1980, dove si unì al Pardido dos
Trabalhadores (Partito dei lavoratori, PT) e continuò la sua attività di
alfabetizzazione degli adulti. Quando il PT vinse le elezioni del 1986, Freire
fu nominato Segretario dell’Educazione per lo Stato di San Paolo.
Freire
ha ricevuto riconoscimenti internazionali, inclusi il Premio Unesco per
l’educazione alla pace nel 1986. Nel 1991, è stato fondato l’Istituto Paulo
Freire a San Paolo per promuovere e sviluppare le sue teorie sull’educazione
popolare.
Morì
nel 1997, a causa di un attacco cardiaco.
Solo
10 anni dopo, nel 2007, sua moglie Anna Maria ha ottenuto le scuse ufficiali
dal governo brasiliano per l’esilio a cui era stato condannato, un gesto esteso
“a ogni brasiliano analfabeta”.
Ancora
oggi Paulo Freire è considerato uno dei più influenti teorici dell’educazione
del XX secolo. La sua visione della pedagogia critica e della liberazione
sociale ha ispirato generazioni di educatori e attivisti in tutto il mondo.
Pedagogia
degli oppressi: il contributo di Paulo Freire alla trasformazione sociale
Copertina
di una delle prime edizioni di Pedagogia do oprimido, Paulo FreireNel suo libro
Pedagogia degli oppressi, Freire sostiene che l’educazione tradizionale
perpetui una situazione di oppressione, in cui gli studenti vengono considerati
oggetti passivi del processo educativo. Egli propone invece una pedagogia che
sfida le strutture di potere esistenti, promuovendo un dialogo critico tra
educatori e studenti. Secondo Freire, l’educazione autentica deve essere basata
sull’esperienza concreta degli studenti e sulla loro partecipazione attiva
nella trasformazione della società.
Il
pensiero di Paulo Freire sull’educazione come strumento di liberazione
Per
Freire, l’educazione è un atto politico. Egli credeva che l’educazione dovesse
andare oltre la mera trasmissione di conoscenze e incoraggiare la
consapevolezza critica e la partecipazione attiva nella lotta per la
liberazione sociale. Secondo Freire, l’obiettivo dell’educazione dovrebbe
essere quello di emancipare gli individui dalle catene dell’oppressione,
aiutandoli a sviluppare una coscienza critica del mondo e a diventare agenti di
cambiamento.
«Chi
è preparato, più degli oppressi, a capire il significato terribile di una
società che opprime? Chi può sentire, più di loro, gli effetti
dell’oppressione? Chi, più di loro, può capire la necessità della liberazione?
Liberazione a cui non arriveranno per caso, ma attraverso la prassi della loro
ricerca; conoscendo e riconoscendo la necessità di lottare per ottenerla» (da
Pedagogia degli oppressi, cap. 1).
Un
concetto chiave nel pensiero di Freire è la pedagogia della pratica, un
approccio che incoraggi gli studenti a riflettere criticamente sulle loro
esperienze e ad agire per trasformare la realtà sociale. Freire sostiene che
solo attraverso la pratica, l’azione e la riflessione critica gli studenti
possono sviluppare una comprensione più profonda del mondo e contribuire al
cambiamento positivo. L’interazione tra educatori e studenti, in cui entrambi
imparano e crescono insieme, permette di superare la contraddizione
educatore/educando:
«Nessuno
educa nessuno, e neppure se stesso: gli uomini si educano in comunione,
attraverso la mediazione del mondo»
E
se dall’educazione discende la liberazione, allora:
«Non
si può più affermare che qualcuno libera qualcuno, o che qualcuno si libera da
solo, ma che gli uomini si liberano in comunione»
Oltre
Pedagogia degli oppressi: Pedagogia dell’autonomia e della speranza
Nel
1996 Freire pubblica Pedagogia da autonomia. Saberes necessàrios à pràtica
educativa, tradotto nel 2004 da EGA col titolo Pedagogia dell’autonomia. Saperi
necessari per la pratica educativa. Il volume, dedicato primariamente a
pedagogisti ed educatori, si concentra sulla formazione degli insegnanti a
favore dell’autonomia d’essere e di pensiero.
«L’insegnante,
insegnando, apprende ad insegnare, così come lo studente, imparando, insegna
come si impara»
Alla
speranza è invece dedicato Pedagogia della speranza. Un nuovo approccio a La
pedagogia degli oppressi, in cui Freire torna sui suoi primi scritti con uno
sguardo rinnovato. Siamo nel 1992, e Paulo Freire sceglie di affiancare ai
concetti di liberazione e autonomia quello di speranza:
«Senza
un minimo di speranza non possiamo nemmeno incominciare la lotta; ma senza la
lotta la speranza – come necessità ontologica – non trova appoggio»
Speranza,
autonomia ed educazione diventano quindi pilastri fondamentali per uno sviluppo
umano completo e la piena presa di coscienza politica di cittadine e cittadini.
L’eredità
di Paulo Freire
Le
idee di Paulo Freire nell’ambito dell’educazione critica sono state tanto
rivoluzionarie e durature da essere ancora parte integrante dei moderni
percorsi di studio in ambito pedagogico ed educativo, ispirando numerosi
educatori, attivisti e movimenti sociali in tutto il mondo. La sua concezione
dell’educazione come strumento di liberazione ha aperto nuove prospettive
sull’apprendimento e ha sfidato le tradizionali gerarchie di potere nel
contesto educativo. L’approccio di Freire ha evidenziato l’importanza di
un’educazione che sia empatica, inclusiva e socialmente impegnata.
Paulo
Freire ha lasciato un impatto significativo sull’educazione e sulla società con
la sua pedagogia critica e la visione della liberazione sociale. Ha sfidato le
convenzioni educative e ha proposto un’alternativa radicale, basata
sull’empowerment degli studenti e sulla loro partecipazione attiva nella
trasformazione della società, una trasformazione che sradicasse iniquità e
subalternità.
L’eredità
di Freire continua a ispirare educatori e attivisti che cercano di creare un
mondo più giusto ed equo attraverso l’educazione critica. Per questo è divenuto
punto di riferimento per tutte le persone che credono nel potere liberatorio
dell’educazione per raggiungere la piena autonomia sociale e politica di ogni
persona.
Per
approfondire la figura e il pensiero di Paulo Freire, in lingua italiana è
possibile consultare il sito dell'Istituto Paulo Freire - Italia.
Gruppo Abele
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