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giovedì 14 dicembre 2023

IL CORAGGIO, UNA PREZIOSA RISORSA


Educare al coraggio

 

– di Emanuela Iacchia*

 

Educare i bambini o gli adolescenti al coraggio, significa educare anche noi stessi perché, se noi adulti siamo i primi ad essere coraggiosi e a credere nelle nostre capacità o nei nostri ideali, loro si ispireranno al nostro comportamento. Educare al coraggio allora significa, giorno dopo giorno, superare le nostre paure per essere un esempio per loro, mostrare le nostre debolezze per essere umani ai loro occhi, ma sufficientemente forti da provare a cambiare.

L’ educazione al coraggio sta nell’ insegnare al bambino, fin da piccolo, la capacità di conoscere i propri limiti, ma sviluppare appieno le proprie competenze. Solo l’esperienza diretta durante l’infanzia, con la vicinanza partecipe dell’adulto, può fornire questa competenza che ci verrà in aiuto nei momenti difficili e ci consentirà di sentire chiaramente la nostra paura e di affrontarla.

Il bambino che è stato lasciato correre nel parco a due anni, che ha scoperto l’equilibrio nell’arrampicarsi sui giochi con gli amici a cinque, che ha scoperto a sei anni che la scuola è un ambiente piacevole, che ha preso un acquazzone a otto anni insieme ad un adulto, che si è messo a ridere anziché andare in ansia, probabilmente maturerà meno paura di chi non ha fatto esperienze di un mondo vivibile e non minaccioso. In adolescenza questi bambini si sentiranno più forti.

Fin da piccoli allora, anche se ancora silenziosi e impauriti, facciamoli sentire coraggiosi, aiutandoli a credere in loro stessi e in quello che fanno, in modo che, di fronte ad un ostacolo, possano aver il desiderio di provare a superarlo. Le parole che vengono usate con i bambini sono importanti per aumentare il coraggio: ” In questo momento fai ancora fatica a parlare a scuola, ma c’è la farai” Aiutiamoli a mettere in azione il coraggio fino a quando diventerà per loro spontaneo.

La prima azione da fare è accogliere le loro paure rassicurandoli sul fatto che tutti, anche gli adulti, le hanno, nessuno è senza.

Per i più piccoli, questo non è scontato perché per loro, e le favole lo rinforzano, una persona che agisce coraggiosamente non ha paura. Cosa non vera. Spieghiamo loro che le persone coraggiose possono provare emozioni come la paura, la rabbia, l’incertezza, ma riescono ad affrontarle.

Cosa diversa è per gli adolescenti, dove la paura di fallire o di non essere all’altezza della situazione, può far crescere una sensazione di inadeguatezza e di vergogna. “Non ho mai parlato, e se dico una sciocchezza?” “Cosa penseranno gli altri se sentiranno la mia voce? “

Diamo ai ragazzi il coraggio di osare la normalità del parlare e la possibilità di sbagliare prendendosi del tempo per affrontare la situazione e riprovare. È importante incoraggiarli a fare le loro scelte, restando al loro fianco, senza dare consigli troppo “netti e stretti” e senza passagli la nostra ansia. Insegniamogli, con l’esempio, che è importante essere se stessi e che si può chiede aiuto. Ciò che va fatto è sostenerli e accompagnarli a provare qualcosa di diverso, per sperimentare nuove sfide e attività. Il gruppo dei pari può diventare stimolante per un adolescente: è coraggioso chi si mette in gioco, sapendo la fatica e la frustrazione che potrebbe incontrare, ma che aspira alla gioia del risultato.

Il filosofo Aristotele indicava nel coraggio la prima delle virtù umane. La prima perché rende possibili tutte le altre.

 

* Psicologa e psicoterapeuta, direttore del Comitato scientifico Aimuse

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