HANNO PERSO IL SENSO DEL REALE.
VIVONO TUTTO COME SE FOSSE FINTO»
C’è una frammentazione spaventosa nella loro mente. Vedono tutto
il male possibile nei loro video preferiti. Lo ascoltano spesso nelle parole di
canzoni che sono un inno al nulla, al vuoto, a un “qui e ora” percepito come
dimensione in cui rincorrere denaro, sesso, controllo sugli altri. E poi
abitando una vita in cui nessuno ti aiuta a costruire il senso del tuo
crescere, del tuo essere, del tuo divenire (di Alberto Pellai)
- di Alberto Pellai
In questo inizio di estate, gli adolescenti fanno di nuovo
notizia per cronache legate a morti che appaiono senza senso. Morti che
sembrano avvenire quasi senza un movente. Le cronache oggi parlano della morte
di una adolescente di Primavalle, spiegandolo come un evento scaturito da un
litigio dovuto a un debito di poche decine di euro. Nella dinamica di ciò che i
media ci raccontano c’è una totale mancanza di percezione del valore della vita
da parte dell’assassino.
Una ragazza viene massacrata a pugnalate e poi chiusa in un
sacco della spazzatura e portata in un cassonetto. Come se fosse un oggetto da
scartare, senza significato e senza valore. Ciò che mi colpisce in tutte queste
vicende è la totale mancanza di principio di realtà da parte dei giovanissimi
protagonisti di questi reati. Uccidono e poi scaricano il corpo del reato in un
cassonetto. Non immaginando che qualcuno reclamerà la scomparsa di quella
persona, che le videocamere rintracceranno i suoi ultimi movimenti, che chi fa
indagini tornerà sul luogo in cui è stata vista e avvierà un’indagine. Si
compiono reati che cambiano la vita degli altri, ma che cambieranno per sempre
anche la propria, come se tutto fosse finto, non avesse ricadute nella realtà.
Come se tutto fosse la scena di un film di cui sei una comparsa. Appari, ma poi
scompari e quello che hai fatto dentro a quello screenshot di cui eri
protagonista verrà dimenticato, cancellato, sostituito da altro.
C’è una frammentazione spaventosa nella mente di alcuni ragazzi.
Vedono tutto il male possibile nei loro video preferiti. Lo ascoltano spesso
nelle parole di canzoni che sono un inno al nulla, al vuoto, ad un “qui ed ora”
percepito come dimensione in cui rincorrere denaro, sesso, controllo sugli altri.
E poi abitando una vita in cui nessuno ti aiuta a costruire il senso del tuo
crescere, del tuo essere, del tuo divenire. Così si rincorrono sensazioni
eccitanti usando alcol e droghe, senza alcuna percezione del limite, senza
alcuna valutazione di quanto tutto ciò vada a danneggiare il funzionamento
della mente che poi è la cabina di regia che ci fornisce i copioni con cui
impariamo a stare al mondo. Si parla di fragilità e di disagio in questi casi:
sono parole che non possono essere trascurate in fatti come questi. Ma si deve
avere il coraggio di parlare anche di qualcos’altro che da settimane ribadisco
in molti dei commenti che mi vengono chiesti quando succedono fatti di tale
naturai.
Penso che si sia degradata la dimensione etica e morale della crescita.
Nel tentativo di sfuggire a condizionamenti e indottrinamenti morali che
apparivano fuori tempo e fuori cultura, abbiamo lasciato alcuni dei nostri
figli sprovvisti dell’educazione che insegna a distinguere il bene dal male,
che definisce in modo chiaro quali sono i limiti da non superare. E su questo
si è inserita una cultura che ha proposto a chi cresce il modello di una vita
basata sulla ricerca dell’eccitazione, sul rincorrere un qui e ora pieno di
sensazioni piuttosto che un domani pieno di senso. La gratificazione immediata
come dimensione del vivere, volere tutto e subito senza costruire un percorso
che ti aiuta a progettare cosa realmente vai cercando per essere felice e dare
senso alla tua vita: è questa la natura del vuoto che abita il mondo interiore
se non lo nutri con bellezza, cultura, relazioni, spiritualità, idealità.
Purtroppo mancano testimoni che attraggano la voglia di vivere dei giovanissimi
e la dirigano verso obiettivi che riempiono di senso e significato il proprio
vivere. C’è davvero molta droga in giro. c’è un nichilismo che impera nelle
parole e negli stili di vita di chi oggi parla ai nostri figli. È tempo di
cambiare rotta.
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