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domenica 25 giugno 2023

FORMARE ALLA FELICITA'


I giovani e l'economia di WhatsApp. 

 

- di Leonardo Becchetti

Il tema di maggior successo alla prova di maturità in corso è stato quello dell’attesa scelto dal 43,4% dei maturandi. Il tema sottolinea come la rivoluzione digitale ci abbia reso sempre più potenti, veloci nel realizzare i nostri desideri (spesso a distanza di un solo clic) e impazienti nel voler tutto e subito. Un atteggiamento collegato anche all’aumento dell’ira che è tipicamente una reazione che si produce quando un ostacolo improvviso si frappone alla realizzazione dei nostri desideri. L’aumento della potenza si accompagna dunque anche ad un aumento della rabbia nel momento in cui per qualche blackout momentaneo non otteniamo quello che siamo abituati ad avere quasi istantaneamente (provate a fare memoria di cosa succede quanto il computer o il telefonino si “impallano”).

 Il problema dell’avvento dell’era digitale è però legato alla questione della soddisfazione e ricchezza di senso di vita in modo più profondo. Per capirlo dobbiamo fare riferimento ad un economista tanto geniale quanto poco valorizzato come Tibor Scitovsky che scriveva negli anni 70 del Novecento della “Joyless economy” l’economia (la società) senza gioia. Scitovsky avvertiva che esistevano al mondo due fondamentali categorie di beni. La prima è quella dei ben di comfort, in genere beni materiali che servono ad alleviare dolore o a soddisfare piaceri momentanei. I beni di comfort hanno utilità decrescente, producono assuefazione e, in caso di abuso, dipendenze. La seconda è quella dei beni di stimolo che sono in genere esperienze che al contrario dei beni di comfort non sono immediatamente accessibili. Non ci basta guardare in una bella giornata di sole le persone sciare su una montagna innevata per poter godere della stessa esperienza. I beni di stimolo richiedono un faticoso e previo allenamento per poter essere “consumati” e quindi un abito costante e virtuoso d’investimento in quelle capacità che ci abilitano a poterli usare. Si tratta di beni culturali, relazionali, spirituali, di pratica sportiva la cui qualità e varietà aumenta con l’aumentare del nostro allenamento. Attingendo ai risultati della psicologia Scitovsky sottolineava come il canale attraverso il quale i beni di stimolo assicurano soddisfazione e ricchezza di senso di vita è la continua varietà di esperienza che essi garantiscono, con una qualità ed una soddisfazione che crescono all’aumentare del nostro allentamento. Per questo motivo tali beni rendono la nostra vita quotidiana interessante ad assorbente, a differenza di quella dominata dalla noia in caso di abuso di beni di comfort, che hanno tra l’altro la proprietà indesiderata di indebolire la nostra capacità d’investimento proprio nei beni di stimolo.

 Collegandosi al progresso tecnologico, oggetto della traccia di maturità, Scitovsky osservava che il suo sviluppo e quello dei mercati era molto più orientato all’aumento di offerta di beni di comfort che di stimolo. In ottica di massimizzazione di profitto conviene infatti vendere il primo tipo di beni che generano dipendenza e dunque domanda meno sensibile al prezzo assicurando maggiori guadagni. Il fenomeno che Scitovsky notava è enormemente aumentato dopo la rivoluzione digitale che ha notevolmente aumentato le opportunità di fruizione dei beni di comfort disponibili in grandissima abbondanza, prezzi spesso nulli ed immediata disponibilità in rete. Un educatore saggio spiegherebbe ai nostri ragazzi che sono i beni di stimolo a fare la fortuna della nostra vita e che il comfort è moderatamente necessario e godibile nel tempo libero evitando abusi Ma i giovani dei nostri tempi incontrano questi educatori in famiglia, a scuola o nelle istituzioni formative?

 I dati su decine di anni e migliaia di cittadini europei confermano che le considerazioni che abbiamo fatto non solo elucubrazioni o fantasie dei filosofi.

 Le persone che investono più nelle esperienze che assicurano i beni di stimolo (attività di volontariato, istruzione, attività sportiva, pratica religiosa) hanno una vita significativamente più soddisfacente e ricca di senso dei loro simili dopo aver controllato per tutti gli altri fattori che di solito incidono (reddito, salute, età, condizione professionale e stato familiare). E l’effetto si determina soprattutto perché i primi dichiarano in misura significativamente maggiore di imparare cose nuove e di essere interessati, assorbiti ed entusiasti della loro vita. I risultati empirici che confermano le ipotesi di Scitovsky sollecitano politiche pubbliche che potremmo sintetizzare sotto il cappello del concetto di life wide learning (che è leggermente diverso da quello del life long learning). Non solo la formazione deve accompagnarci tutta la vita per renderla bella, varia e aumentare la nostra capacità di apprezzare e godere di esperienze e beni culturali. Ma il concetto di formazione deve essere “ampio” includendo esperienze di vita importanti (volontariato, incontro con spiritualità e pratiche religiose, attività sportiva) che ci consentono di allenarci e formarci per poter fruire della bellezza e delle potenzialità della nostra vita in tutte le sue dimensioni.

 

www.avvenire.it

 

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