DOPO L'ALTRO
- di Gianfranco
Ravasi
Non ti chiedo miracoli o
visioni, ma la forza per affrontare il quotidiano. Preservami dal timore di
poter perdere qualcosa della vita. Non darmi ciò che desidero, ma ciò di cui ho
bisogno. Insegnami l'arte dei piccoli passi.
È questa una preghiera
apparentemente minima, quasi sussurrata da uno scrittore noto soprattutto per
il successo costante di un suo romanzo, Il piccolo principe.
Antoine de Saint-Exupéry,
che era anche aviatore e che morì in volo nel 1914, a 44 anni, chiede a Dio un
dono raramente invocato, quello della semplicità e della fedeltà pacata e
serena nelle piccole scelte di ogni giorno.
È lo stesso atteggiamento
orante del Salmista nel delizioso quadretto materno-filiale del Salmo 131: «Non
vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e
sereno come un bimbo svezzato, in braccio a sua madre».
Siamo all'antipodo dello
stile del nostro tempo che predilige l'eccesso, l'urlato, l'esasperazione. Un
atteggiamento che si infiltra anche nella spiritualità, con la ricerca di
visioni e di miracoli, con la predilezione per le espressioni esteriori e
l'abbandono della paziente e costante formazione interiore. Il desiderio va ben
oltre le reali necessità e così si vorrebbe avere sempre di più, sia nel
benessere e nel successo, sia anche nella religione.
Ecco, allora, quella
suggestiva espressione dello scrittore francese: «l'arte dei piccoli passi».
Invece di fare balzi clamorosi e spesso rovinosi, bisogna optare per un lento e
progressivo cammino.
Un passo dopo l'altro
verso la meta è molto più efficace di una corsa sfrenata e sfiancante che
lascia alla fine ai bordi della strada.
Da: Ravasi, Breviario
Laico
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