investire nelle persone per farle uscire dalla povertà
Nel
mondo 781 milioni di adulti analfabeti
Sempre
l’Unesco stima che al mondo il numero di analfabeti sia di 781 milioni di
adulti, il 64 per cento dei quali sono donne. Più della metà della popolazione
analfabeta si trova nell'Asia Occidentale e Meridionale, il 24 per cento
nell'Africa subsahariana, il 12 in Asia Orientale, il 6,6 negli Stati Arabi e
il 4,2 nell'America Latina. Inoltre, l'emergenza sanitaria causata dalla
pandemia di Covid-19 ha ulteriormente peggiorato la situazione, mettendo a
rischio l'istruzione di milioni di giovani in tutto il mondo.
Ancora
ieri Papa Francesco, che sempre nel 2019 ha lanciato il Patto educativo
globale, ha ricordato che l’istruzione è il vero motore dell’emancipazione e
dell’autonomia dei Paesi del Sud del mondo. Lo ha fatto ricevendo i membri del
consiglio direttivo e i volontari dell’Opera di Promozione
dell’Alfabetizzazione nel Mondo (Opam) tra i quali tanti insegnanti, dirigenti
scolastici e docenti universitari, in occasione dei 50 anni di fondazione. Francesco
ha ricordato che in questi anni l’Opam ha realizzato “migliaia di progetti e
adozioni a distanza in più di ottanta Paesi”, in primis l’Africa. Un impegno
che ha avuto il merito in questi decenni di cambiare radicalmente il concetto
di cooperazione allo sviluppo, mezzo secolo fa concepito solo come invio di
aiuti materiali.
Nel
suo saluto all’inizio dell’udienza, il presidente dell’Opera, don Robert
Kasereka Ngongi, 57 anni a febbraio, congolese di Goma, nel nord martoriato
della Repubblica Democratica del Congo, ha ricordato che l’Opam, nei Paesi del
Sud avvia e sostiene “processi di alfabetizzazione primaria, sostegno
all’istruzione per tutti e di formazione degli adulti, in particolar modo delle
donne”. Operiamo, ha aggiunto “attraverso piccoli progetti in realtà
emarginate, le cui necessità ci vengono di volta in volta segnalate grazie alla
fitta rete di relazioni di amicizia e conoscenza che i sostenitori dell’Opam
hanno intrecciato con persone che vivono in loco”. Nel Nord del mondo, invece,
l’Opera agisce “sensibilizzando l’opinione pubblica al problema dell’analfabetismo,
a come il potere conti sull’ignoranza per sostenersi e alla superficialità con
cui diamo per scontati alcuni nostri privilegi, come acqua potabile, istruzione
e sanità”. Per questo, “l’azione nelle scuole, come i gemellaggi tra classi dei
diversi Paesi, sono strumento fondamentale”.
Il
Papa e il valore di una testimonianza personale
La
storia personale di don Robert è un esempio di come una buona istruzione possa
cambiare la vita di un bambino che, come lui è nato la martoriata regione del
Kivu, nel nord della RdC. E’ stato, come ha ricordato il Papa in udienza, uno dei
tanti bambini di un piccolo villaggio della Repubblica Democratica del Congo,
Lukanga, avviato agli studi grazie all’Opam. “È significativo il fatto che tu,
don Robert – sono state le parole di Francesco
- sia prima di tutto un testimone, perché quando eri bambino hai potuto
studiare grazie anche all’aiuto dell’Opam. Non potevi immaginare che un giorno
saresti stato a Roma a dirigere questa opera…”
"I
miei coetanei, insegnanti e medici, che fanno crescere il Congo"
Arrivato
in Italia nel 2011, grazie ad un gemellaggio tra la sua diocesi di Butembu-Beni
e quella siciliana di Noto, dopo 5 anni è tornato in Congo e nel 2018 l’Opam lo
ha chiamato per questo servizio. Non potrà seguire il Papa nel suo viaggio tra
una settimana nel suo Paese, ma guarda sempre con trepidazione al conflitto che
anche ieri, ci ricorda “ha causato la morte di 24 civili innocenti in un
villaggio, dato alle fiamme” dai ribelli al governo di Kinshasa. Ecco come ha
raccontato a Vatican News la sua storia di bambino che ha studiato grazie
all’Opam:
“Brevemente
io sono un sacerdote, ho studiato da piccolo, dalla scuola materna fin poi
tutta la formazione sacerdotale. E sono molto grato perché questa mia
educazione è stata possibile grazie alla generosità, all'aiuto delle persone
che non mi conoscevano. Nei primi passi sono stato aiutato dell’Opam, perché il
mio parroco don Giovanni Piuma di Pinerolo, conosceva il fondatore dell'Opam e
lui portava i bambini a scuola perché da noi, nel nostro villaggio, la scuola
non era per tutti. Andavano a scuola solo quelli che avevano genitori che
potevano pagare la retta della scuola, perché i maestri vengono pagati proprio
con i soldi dei genitori. Molti purtroppo non si potevano permettere di mandare
i bambini a scuola, perché non avevano lavoro o lavorano nei campi e quello che
producevano non era sufficiente per tutti i bisogni della famiglia e per fare
studiare i figli. Quegli studi mi sono
serviti molto, perché i nostri insegnanti dicevano sempre che uno che studia,
che ha la possibilità di sviluppare la conoscenza, potrà poi organizzare e
prendere in mano il nostro villaggio e permetterne lo sviluppo. Per questo io
avevo l'ambizione di fare il medico, ma a sei anni ho incontrato un sacerdote
belga che era molto buono, ci aiutava veramente e ci sentivamo davvero molto
bene con lui. Lui mi ha dato questa idea ispirazione di fare come lui il prete.
Mia madre si stupì che avessi cambiato idea, ma io le dissi: “Vorrei essere
prete e devo studiare per esserlo”
Parliamo
del villaggio di Lukanga, nella Repubblica Democratica del Congo, dove adesso
la situazione è un pò migliorata, rispetto a quando lei era bambino, o ancora
c'è povertà?
C'è
ancora povertà, ma non come all'epoca, perché ormai ci sono tanti che erano
bambini con me o dopo di me, che sono ormai insegnanti, infermieri, anche
medici o sacerdoti e che sono riusciti un po’ a dare un nuovo sviluppo al
villaggio, dove ormai c'è l’elettricità, l'acqua, ci sono ospedali, scuole.
Quindi nel giro di 30 anni è cambiata e migliorata la situazione.
Quindi
lei riesce adesso, da presidente dell'Opam, a restituire quello che ha
ricevuto? Voi fate molti progetti, non solo in Africa, ma anche in Asia,
America Latina, anche Oceania?
E
sì, appunto. L'Opera che mi ha aiutato a studiare io l'ho scoperta dopo, e
l’Opam non mi conosceva. Così, per grazia, mi sono ritrovato nell’Opera e mi
hanno scelto come presidente e solo dopo ho scoperto che è l'Opam che mi ha
aiutato. Oggi come presidente dell’Opam provo a portare avanti l'operato
dell’Opera, che ha compiuto 50 anni e ha portato avanti più di 4500 progetti
attraverso quattro continenti, anche in Oceania abbiamo fatto qualcosa, però
soprattutto in Africa e poi anche in America Latina e in Asia.
Riguardo
all’udienza di ieri col Papa, cosa l’ha più colpita delle sue parole e del suo
anche ricordare l'enciclica Populorum Progressio e l'impegno che la
Chiesa da lì ha rafforzato per dare educazione e istruzione come strumento per
liberarsi dallo sfruttamento, dalla sopraffazione, e dalla dipendenza dagli
aiuti esterni?
Ieri
ho visto che Papa Francesco è stato molto colpito di quello che facciamo perché
diceva che l'alfabetizzazione è una cosa che la gente non riesce a capire
quanto sia basilare perché ancora adesso è una sfida. La nostra è
un'associazione che si impegna ad andare alla radice per poter veramente
avviare l'educazione. Quindi, noi siamo stati confortati in questo impegno, per
continuare a sensibilizzare tutti sia nel Nord sia nel Sud del mondo, perché
l’educazione sia messa alla base di tutto.
Con queste radici si può allora portare frutti.
Voi
lavorate soprattutto grazie ai contatti che avete con i vescovi, missionari,
preti ma anche laici cristiani e non cristiani. Dal vostro osservatorio, come
auspica anche l'Unesco con questa Giornata internazionale per l'educazione, i
Governi locali e i popoli si stanno sensibilizzando al tema dell'accesso
all'istruzione per i più piccoli? Oppure ancora ci sarebbe da fare di più?
La
sensibilità è cresciuta, però non abbastanza come si dovrebbe e noi siamo
ancora molto impegnati a sensibilizzare. Siamo contenti di collaborare con i
vescovi, i sacerdoti e i nostri progetti hanno sempre l’approvazione e la
collaborazione dei vescovi. Perché noi non mandiamo nostri cooperanti per
seguirli in loco, per risparmiare sulle spese, ma sono i vescovi locali che
garantiscono la realizzazione fino alla fine del progetto e abbiamo veramente
dei risultati meravigliosi. Quindi la sensibilizzazione continua e continuerà.
Vatican
News
Nessun commento:
Posta un commento