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domenica 12 giugno 2022

IL LAVORO MINORILE: UNA TRISTE PIAGA

Giornata contro 

il lavoro minorile, 

il Papa: si elimini questa piaga

Sono 160 milioni quelli coinvolti, in particolare tra i cinque e gli undici anni d'età. Una piaga, ricordata da Francesco all'Angelus, aggravata dal Covid-19 che ha causato più povertà. L'Unicef: abbiamo il potere di cambiare le cose

-       -  Michele Raviart - Città del Vaticano

Il Papa all'Angelus ha ricordato che oggi ricorre la Giornata mondiale contro il lavoro minorile. "Impegniamoci tutti per eliminare questa piaga, perché nessun bambino o bambina sia privato dei suoi diritti fondamentali e costretto o costretta a lavorare. Quella dei minori sfruttati per il lavoro è una realtà drammatica che ci interpella tutti".

Lavoro minorile: nel mondo riguarda un bambino su 10

Per la prima volta dal 2000 è aumentato il numero di bambini tra i cinque e gli undici anni coinvolti nel lavoro minorile. Nel mondo sono ormai circa uno su dieci e la metà di loro è impegnata in lavori pericolosi. Quasi 17 milioni in più nel 2020 rispetto a quattro anni prima per un totale, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, di 160 milioni. A denunciarlo è l’Unicef in un comunicato per la Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, che si celebra il 12 giugno in tutto il mondo.

Una situazione aggravata dalla pandemia

Decisive per arrivare a questi numeri sono state le conseguenze socioeconomiche della pandemia da Covid-19, che ha ridotto in povertà ulteriori cento milioni di bambini, la fascia più colpita della popolazione. “L’attuale situazione del lavoro minorile è preoccupante”, ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef Cahterine Russell. Le conseguenze sono devastanti, “con effetti a catena che possono durare tutta la vita”. “Il lavoro minorile viola il diritto di ogni bambino a essere un bambino e crescere libero da sfruttamento, abuso e violenza”. “Compromette anche l’istruzione dei bambini e limita le loro opportunità future, rafforzando i cicli di povertà”.

Scarso accesso ai programmi di sussidio

Sebbene siano stati circa tremila i progetti di sostegno stanziati ed ampliati in tutto il mondo, solo un bambino su quattro ha accesso a sussidi per l’infanzia e famigliari. Quello che richiede Unicef è “un approccio integrato”. “Per esempio”, afferma Russell, “quando le famiglie ricevono sussidi in denaro, possono anche ricevere informazioni sull’importanza di continuare a fare andare i bambini a scuola e farli rimanere lontani dal lavoro e permettere ai bambini che lavorano di tornare a scuola”.

Unicef: abbiamo il potere di cambiare le cose

“Abbiamo bisogno”, si legge ancora nel comunicato, “di costruire una forza lavoro forte per la protezione dell'infanzia, in grado di fornire un sostegno diretto ai bambini e alle famiglie”. È necessario quindi “mobilitare e rendere prioritarie le risorse nazionali per la protezione sociale, nonché aumentare l'assistenza allo sviluppo per combattere il lavoro minorile in tutte le sue forme”. Non dovremmo mai accettare il lavoro minorile come inevitabile. Abbiamo il potere di cambiare tutto questo e il modo migliore per celebrare la Giornata mondiale contro il lavoro minorile è usare questo potere.”

Ci sono ancora “troppe piccole mani” costrette a fare ciò che nessun bambino dovrebbe, ha scritto lo scorso 17 maggio Papa Francesco in un messaggio rivolto alla conferenza di Durban dell’Organizzazione internazionale del lavoro, sottolineando come lo sfruttamento lavorativo sfoci spesso nelle peggiori forme di abuso, privando i bambini “della gioia della loro giovinezza e della loro dignità donata da Dio”. Ricordando il necessario impegno delle istituzioni per fermare questa piaga, il Pontefice ha anche ricordato, lo scorso 19 novembre, come lo sfruttamento dei bambini nei processi produttivi dell’economia globalizzata sia a vantaggio di profitti e di guadagni altrui. “È negazione del diritto dei bambini alla salute, all’istruzione, a una crescita armoniosa” che “comprende anche la possibilità di giocare e di sognare. Questo è tragico. Un bambino che non può sognare, che non può giocare, non può crescere".

Vatican News

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 Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della XX Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«È sconcertante pensare che le bambine e i bambini coinvolti nel lavoro minorile, secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e dell’Unicef, siano nel mondo più di 160 milioni e che la pandemia abbia esposto quasi 9 milioni di bambini in più al rischio di sfruttamento lavorativo.

Il richiamo che ci viene dalla Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile si nutre del fatto che, per la prima volta in 20 anni, si registra un aumento del fenomeno.

Ancora una volta, cioè, sono le condizioni di maggior fragilità a subire le conseguenze delle avversità che si manifestano.

È una piaga odiosa che va contrastata garantendo una protezione sociale che assicuri a ciascun bambino le stesse opportunità.

Questa situazione così drammatica non risparmia l’Italia dove alti tassi di dispersione scolastica presenti in alcune aree ostacolano per i giovani la ricerca di un lavoro adeguato, aumentando il rischio di disagio sociale ed economico nonché di devianza minorile.

Dobbiamo fare di più, come comunità, come singoli, come istituzioni, per restituire il sorriso a tutti quei bambini e quelle bambine obbligati a rinunciare troppo presto alla loro infanzia».

 www.quirinale.it

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