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giovedì 28 ottobre 2021

L'INCERTA FEDE



Il presidente Apsa alla presentazione dell’indagine sull’Italia “L’incerta fede”. «Il Papa è per la difesa della vita in tutte le sue forme» Augias: «La religione cattolica è stata uno dei tendini che hanno tenuto insieme gli italiani»

Galantino: nuovi scenari ma la diversità resta sempre tra Vangelo e non Vangelo

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-         di GIANNI CARDINALE

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Di fronte alla «fede incerta» registrata dal professor Roberto Cipriani nella sua imponente ricerca bisogna «smettere i panni della vecchia apologetica» per assumerne di nuovi. Tenendo sempre presente che «l’alternativa» non è fra «tradizionalisti e progressisti», ma tra «Vangelo e non Vangelo». Così «quando il Papa si interroga sul tema dell’immigrazione, le sue risposte non sono di natura sociologica ma evangelica». Francesco «ci ricorda una banalità: “Ero forestiero e mi avete accolto”». Qualche «buontempone» nella Chiesa dice che il Papa «non parla di tutte le dimensioni della difesa della vita». Ma «se mi batto contro l’aborto e per la sacralità della vita questo mio atteggiamento pro vita io devo impararlo a coltivarlo di fronte a tutti i momenti di vita». Non si può essere «fortemente impegnati contro l’aborto e poi lasciar morire i migranti nel Mediterraneo». Altrimenti «siamo schizofrenici e poco credibili». A parlare è monsignor Nunzio Galantino, vescovo emerito di Cassano all’Jonio, dal 2018 presidente dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica). 

L’occasione è la presentazione del volume di Roberto CiprianiL’incerta fede. Indagine quanti-qualitativa in Italia” (Edizioni Franco Angeli),  commissionata dalla Cei quando segretario generale era proprio monsignor Galantino. Siamo nella sede del Dipartimento di Scienze della formazione dell’Università Roma Tre, e a parlare - moderati da Luca Caruso e Ignazio Ingrao - ci sono anche giornalisti e scrittori di diversa sensibilità. C’è, in collegamento da remoto, lo scrittore Corrado Augias, «serenamente ateo» ma preoccupato per l’eclissi del sacro che rischia di avere un impatto «fortemente negativo per la nostra vita collettiva». Perché «la religiosità cattolica, a parte gli eccessi del passato, è stata un elemento positivo, uno dei tendini che hanno tenuto insieme gli italiani assieme ai partiti e alle grandi ideologie». Monica Mondo di Tv2000 si professa invece «non serenamente credente» e invita a distinguere «religiosità» che «apre ad un vago relativismo e sentimentalismo» e «fede», sottolineando che laddove la fede si fa «incerta» allora lì si «infila» il potere per «dominare», come sta accadendo in Francia dove viene messo in discussione il sigillo sacramentale della confessione.

Lo scrittore e insegnante Eraldo Affinati parla della sua esperienza nella scuola “Penny Wirton” dedicata ai ragazzi stranieri. «Oggi – riflette – siamo di fronte a un mondo nuovo. Papa Francesco è consapevole di rinnovare il linguaggio. Da insegnante osservo che molti ragazzi non si avvalgono della lezione di religione ma quando li affronti mostrano una esigenza di spiritualità fortissima. C’è una interruzione di comunicazione fra la Chiesa e i giovani. Ci sarebbe bisogno di adulti credibili in grado di incarnare i valori nella loro vita». «I ragazzi che seguo nella scuola rivolta agli immigrati invece – prosegue Affinati – mi chiedono di pregare. Sono quasi tutti musulmani. Formiamo anche i ragazzi italiani come docenti di lingua italiana che vedono le preghiere musulmane e credono di avere di fronte un altro mondo. Credo che faccia bene a questi italiani questo rigore e potenza spirituale».

Infine, il professor Cipriani ha rimarcato che i risultati dell’indagine «portano a formulare una “teoria dell’incerta fede” che fa prevedere un futuro della religione in Italia piuttosto in chiave di dubbio, ma senza che vi siano differenze abissali tra quantità e qualità dei credenti da una parte e dei non credenti dall’altra». In questo contesto «si può prevedere una tenuta della Chiesa cattolica come istituzione, nonostante possibili crisi». La pratica religiosa «non si incrementerà ma nemmeno risulterà bassissima». Mentre la non credenza «crescerà, però senza raggiungere dimensioni eclatanti». Inoltre «nuovi orizzonti si apriranno in chiave di spiritualità, non legata tuttavia all’esperienza liturgica ufficiale delle Chiese e delle religioni».

 

www.avvenire.it



 

 

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