“ …. Per correggere il
fratello che ha sbagliato, Gesù suggerisce una pedagogia del recupero. E sempre
la pedagogia di Gesù è pedagogia di recupero; Lui sempre cerca di recuperare,
di salvare. E questa pedagogia di recupero è articolata in tre passaggi. In primo
luogo dice: «Ammoniscilo fra te e lui solo» (v. 15), cioè non mettere in piazza
il suo peccato. Si tratta di andare dal fratello con discrezione, non per
giudicarlo ma per aiutarlo a rendersi conto di quello che ha fatto. Quante
volte noi abbiamo avuto questa esperienza: qualcuno viene e ci dice: “Ma,
senti, tu in questo hai sbagliato. Tu dovresti cambiare un po’ in questo”.
Forse all’inizio ci arrabbiamo, ma poi ringraziamo, perché un gesto di
fratellanza, di comunione, di aiuto, di recupero.
E non è facile mettere in
pratica questo insegnamento di Gesù, per diverse ragioni. C’è il timore che il
fratello o la sorella reagisca male; a volte manca la confidenza sufficiente
con lui o con lei… E altri motivi. Ma tutte le volte che noi abbiamo fatto
questo, abbiamo sentito che era proprio la strada del Signore.
Tuttavia, può avvenire
che, malgrado le mie buone intenzioni, il primo intervento fallisca. In questo
caso è bene non desistere e dire: “Ma si arrangi, me ne lavo le mani”. No,
questo non è cristiano. Non desistere, ma ricorrere all’appoggio di qualche
altro fratello o sorella.
Gesù dice: «Se non ascolterà, prendi ancora con te
una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre
testimoni» (v. 16). Questo è un precetto della legge mosaica (cfr Dt 19,15).
Sebbene possa sembrare contro l’accusato, in realtà serviva a tutelarlo da
falsi accusatori. Ma Gesù va oltre: i due testimoni sono richiesti non per
accusare e giudicare, ma per aiutare. “Ma mettiamoci d’accordo, tu ed io,
andiamo a parlare a questo, a questa che sta sbagliando, che sta facendo una
figuraccia. Ma andiamo da fratelli a parlargli”. Questo è l’atteggiamento del
recupero che Gesù vuole da noi. Gesù infatti mette in conto che possa fallire
anche questo approccio – il secondo approccio - con i testimoni, diversamente
dalla legge mosaica, per la quale la testimonianza di due o tre era sufficiente
per la condanna.
In effetti, anche l’amore
di due o tre fratelli può essere insufficiente, perché quello o quella sono
testardi. In questo caso – aggiunge Gesù –, «dillo alla comunità» (v. 17), cioè
alla Chiesa. In alcune situazioni tutta la comunità viene coinvolta. Ci sono
cose che non possono lasciare indifferenti gli altri fratelli: occorre un amore
più grande per recuperare il fratello. Ma a volte anche questo può non bastare.
E dice Gesù: «E se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano
e il pubblicano» (ibid.). Questa espressione, in apparenza così sprezzante, in
realtà invita a rimettere il fratello nelle mani di Dio: solo il Padre potrà
mostrare un amore più grande di quello di tutti i fratelli messi insieme.
Questo insegnamento di Gesù ci aiuta tanto, perché - pensiamo ad un esempio -
quando noi vediamo uno sbaglio, un difetto, una scivolata, in quel fratello o
quella sorella, di solito la prima cosa che facciamo è andare a raccontarlo
agli altri, a chiacchierare. E le chiacchiere chiudono il cuore alla comunità,
chiudono l’unità della Chiesa.
Il grande chiacchierone è il diavolo, che sempre
va dicendo le cose brutte degli altri, perché lui è il bugiardo che cerca di
disunire la Chiesa, di allontanare i fratelli e non fare comunità. Per favore,
fratelli e sorelle, facciamo uno sforzo per non chiacchierare. Il
chiacchiericcio è una pesta più brutta del Covid!
Facciamo uno sforzo: niente
chiacchiere. È l’amore di Gesù, che ha accolto pubblicani e pagani,
scandalizzando i benpensanti dell’epoca. Non si tratta perciò di una condanna
senza appello, ma del riconoscimento che a volte i nostri tentativi umani possono
fallire, e che solo il trovarsi davanti a Dio può mettere il fratello di fronte
alla propria coscienza e alla responsabilità dei suoi atti. Se la cosa non va,
silenzio e preghiera per il fratello e per la sorella che sbagliano, ma mai il
chiacchiericcio…. “
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