Mons. Angelo Vincenzo Zani : “Il mondo dell’educazione è
chiamato a creare una maggiore consapevolezza”
Zenit - Conferenza Stampa di presentazione del Documento dal titolo
“In cammino per la cura della casa comune – A cinque anni dalla Laudato si’ ”,
elaborato dal Tavolo Interdicasteriale della Santa Sede sull’ecologia integrale
Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo
II della Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo una Conferenza Stampa di
presentazione del Documento dal titolo “In cammino per la cura della casa
comune – A cinque anni dalla Laudato si’ ”, elaborato dal Tavolo
Interdicasteriale della Santa Sede sull’ecologia integrale.
Sono intervenuti S.E. Mons. Paul Richard Gallagher,
Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segretaria di Stato; S.E. Mons.
Fernando Vérgez Alzaga, L.C., Segretario Generale del Governatorato dello Stato
della Città del Vaticano; S.E. Mons. Angelo Vincenzo Zani, Segretario della
Congregazione per l’Educazione Cattolica (degli Istituti di Studi); il Rev.do
Mons. Bruno Marie Duffé, Segretario del Dicastero per il Servizio dello
Sviluppo Umano Integrale; il Signor Aloysius John, Segretario Generale di
Caritas Internationalis; e il Signor Tomás Insua, Cofondatore e Direttore
Esecutivo del Global Catholic Climate Movement.
Intervento di S.E. Mons.
Angelo Vincenzo Zani
L’Enciclica Laudato si’, con i suoi richiami all’educazione,
chiama in causa direttamente la Congregazione per l’Educazione Cattolica per la
responsabilità che ha verso le scuole e le università. Anzitutto, trattandosi
di un documento che si colloca nell’ambito dell’insegnamento sociale della
Chiesa, esso rimanda alla Costituzione Apostolica Ex corde Ecclesiae sulle
Università in cui si raccomanda di sviluppare sempre di più l’insegnamento
della dottrina sociale della Chiesa negli Atenei cattolici (ricordo che vi sono
1865 università cattoliche presenti in tutti i continenti, tra l’altro
frequentate da un’alta percentuale di non cattolici).
In secondo luogo, le iniziative della Congregazione da tempo
si stanno sviluppando in parallelo con il messaggio lanciato da Papa Francesco
in questo documento. Mi riferisco ad alcune coincidenze significative. La
Laudato si’ veniva pubblicata nel 2015 mentre un gruppo di circa 40 Facoltà di
Agraria delle Università Cattoliche, in occasione dell’Expo di Milano su “Cibo
e alimentazione”, presentavano progetti di intervento nel campo della pesca e
dell’agricoltura per rispondere alle sfide della fame e della povertà. Il
documento del Papa ha dato un impulso molto forte a questo lavoro avviato.
Nello stesso anno si celebrava il primo Congresso mondiale delle scuole e
università cattoliche per ricordare il 50° anniversario della Dichiarazione
conciliare Gravissimum educationis, dove si afferma che l’educazione deve
formare ragazzi e giovani che siano protagonisti di una società umana più
fraterna, tema questo ben sottolineato dalla Laudato si’.
Un terzo importante elemento di connessione è il lancio che
Papa Francesco ha fatto il 12 settembre scorso annunciando l’evento del Patto
educativo globale che si sarebbe dovuto celebrare il 14 maggio 2020 (V
anniversario della Laudato si’) e che avrà una tappa telematica il 15 ottobre
prossimo, in vista dell’evento vero e proprio che si terrà in una data
successiva. Nel suo Messaggio, il Papa fa riferimento direttamente alla Laudato
si’ con queste parole: “nell’enciclica Laudato si’ ho invitato tutti a
collaborare per custodire la nostra casa comune, affrontando insieme le sfide
che ci interpellano… Rinnovo l’invito a dialogare sul modo in cui stiamo
costruendo il futuro del pianeta e sulla necessità di investire i talenti di
tutti, perché ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo per far
maturare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente”.
Il patto educativo, collocato nella scia della Laudato si’,
ha lo scopo di contribuire a costruire una umanità più fraterna, a comporre un
nuovo umanesimo cristiano. In tale prospettiva, nella pubblicazione sono
inserite cinque schede di lavoro con vari suggerimenti didattici ed operativi
destinati a: scuola dell’infanzia e primaria, scuola secondaria, università e
ricerca, educazione permanente, educazione informale. Questi strumenti vogliono
stimolare educatori, docenti, studenti, ricercatori, giovani e adulti a far
maturare la responsabilità verso la natura e l’ambiente per consegnare alle
future generazioni un mondo e una umanità migliori.
In primo luogo il mondo dell’educazione è chiamato a creare
una maggiore consapevolezza, stimolando l’azione concreta e promuovendo la
vocazione ecologica dei giovani, degli insegnanti, dei dirigenti e degli
amministratori impegnati quotidianamente nella gestione delle scuole e delle
università. Ma una forte provocazione, dal punto di vista educativo e
scientifico, viene dal fatto che i differenti fenomeni legati alla crisi
ambientale costringono a misurarsi con la radice comune dell’attuale crisi (e questo
è un problema di lettura ermeneutica), e poi ad assumere una prospettiva
olistica e, di conseguenza a superare la narcisistica e deleteria
frammentazione del sapere per sviluppare a tutti i livelli la inter e
transdisciplinarietà. A tutto ciò si lega la necessaria apertura alla
trascendenza: per un autentico cambiamento non si può fare a meno della
dimensione spirituale, che apre un cammino interiore di conversione e di
rinnovamento.
Dal punto di vista sociale, oggi non disponiamo ancora della
cultura necessaria per affrontare questa crisi, per questo – afferma la Laudato
si’ – “c’è bisogno di leadership che indichino strade, cercando di rispondere
alle necessità delle generazioni attuali includendo tutti, senza compromettere
le generazioni future” (n. 53). A questo specifico compito devono contribuire
le università e le scuole cattoliche con progetti interdisciplinari condivisi e
con la creazione di reti di cooperazione a livello educativo, accademico e di
ricerca. Tra l’altro, l’esigenza di attivare dinamiche integrali è sottolineata
dall’articolo 12 dell’Accordo di Parigi, dove si sostiene che “le Parti
cooperano nell’assumere le misure necessarie, ove opportuno, a migliorare
l’istruzione, la formazione, la coscienza e la partecipazione pubblica […].”
Qualche esperienza. A livello di università vorrei
ricordare tre esempi:
a) la Pontificia Università Javeriana di Bogotà ha creato un
Istituto di studi superiori per promuovere la “Casa comune” avviando e
coordinando numerose iniziative in molte altre Università dell’America Latina;
b) Una rete di Università Cattoliche sta promuovendo
progetti di ricerca in vari continenti attraverso le Facoltà di Agraria e
coinvolgendo le Istituzioni pubbliche locali;
c) gli Atenei Pontifici Romani hanno creato da due anni un
Joint Diploma in Ecologia Integrale, una pregevole iniziativa che riscuote
successo.
A livello di scuole sono nate molteplici iniziative,
soprattutto dalle Congregazioni religiose che hanno colto nella Laudato si’ un
filone educativo molto concreto e coinvolgente per una pedagogia attiva; basti
pensare ai progetti dei Salesiani, dei Gesuiti, dei Fratelli delle scuole
cristiane e di tante altre istituzioni educative. Anche a livello
interreligioso sta avendo una grande diffusione la metodologia Design for
Change, nata in India e ora diffusa in centinaia di migliaia di scuole in tutto
il mondo. Qualsiasi progetto o storia di cambiamento si compone di quattro fasi
metodologiche che consentono di cambiare la propria realtà personale, sociale o
ambientale, e cioè: sentire la necessità o i problemi, immaginare nuove
soluzioni, agire o costruire il cambiamento, condividere la storia di
cambiamento per contagiare e ispirare gli altri. Anche le scuole cattoliche
hanno adottato questa metodologia basandola sui principi antropologici
evangelici e l’hanno chiamata Yo puedo, I can.
A livello di percorsi informali o di formazione continua si
potrebbero citare tante esperienze molto interessanti: dalle iniziative di
Scholas Occurrentes con i giovani, ai progetti delle Summer schools di
Sant’Egidio, dagli incontri promossi da New Humanity con gli indigeni Guaranà
alle proposte di Earth Day o dell’AVSI con gli Scout di varie religioni in
Somalia o in Kenya. Il lavoro di preparazione all’evento del Patto educativo ha
scelto l’“ecologia integrale” come uno dei punti fondamentali su cui raccogliere
le buone pratiche nel mondo.
Sintesi del Documento
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