L'INSEGNAMENTO NEL TEMPO DELLA PANDEMIA
.... E DOPO?
L’Unione Mondiale
degli Insegnanti Cattolici (UMEC-WUCT) ha dato avvio a una serie di seminari
telematici su tematiche afferenti l’educazione nel tempo della pandemia e le
prospettive per il futuro. Ogni seminario coinvolge insegnanti (dalla scuola
materna all’università) di varie parti del mondo. Il dibattito viene introdotto
dal presidente dell’Unione, Bourdeaud’hui, e concluso dall’Assistente E. dell’Unione,
l’Arcivescovo Dollman. Valori, progettualità, scambio di esperienze caratterizzano ogni incontro.
di Giovanni Perrone*
Il
virus è arrivato come un improvviso terremoto che ha sconquassato il mondo
intero, mettendo in crisi le molteplici certezze sulle quali credevamo fondato
il nostro futuro. Esso ha evidenziato la nostra fragilità, provocando il
repentino crollo dei ponti e la frana delle autostrade sulle quali eravamo
abituati a correre coi nostri potenti mezzi e talora con la nostra sprezzante
arroganza ed autosufficienza.
Alcuni
hanno subito compreso la gravità della situazione, altri hanno fatto la
politica dello struzzo, altri si sono illusi e sono rimasti alla finestra … Eppure,
alcune avvisaglie c’erano state e diverse “profezie” erano state considerate folli
voci di Cassandre.
L’isolamento
al quale siamo stati costretti ci ha disorientato e messo in crisi, ci ha obbligati
a rinunciare ai molteplici impegni assunti, ad interrogarci per cercare vie
alternative, a mettere in atto risorse sconosciute. L’inimmaginabile è diventato
concretezza quotidiana. Abbiamo dovuto sperimentare nuovi modi di relazionarci
e di apprendere. Scuole, università, insegnanti, genitori sono stati obbligati
ad agire diversamente dal solito, e in ciò hanno mostrato un generoso impegno,
nonostante la quotidiana fatica dell’insegnamento a distanza. Anche gli alunni
hanno dovuto adattarsi ad insolite forme di segregazione e di apprendimento.
Ora
ci attende il domani. Non possiamo illuderci che si chiuda il sipario per
riaprirsi sul mondo che fu. Siamo tutti chiamati a guardare oltre l’orizzonte,
valorizzando ciò che abbiamo appreso e impegnandoci nel saper gestire il nuovo
che avanza.
Monsignor
Zani, nei giorni scorsi, ha evidenziato che “questa pandemia ha causato altre pandemie: la
pandemia sociale e la pandemia economica, ma soprattutto una pandemia di cui si
parla poco: cioè la pandemia educativa, che è molto grave. Come afferma Papa
Francesco, l'istruzione richiede mente, cuore e mani e attraverso l'istruzione
a distanza poniamo l'accento sulla mente, ma mancano il cuore e le mani”. Come fare interagire l’opportunità di valorizzare, nella
maniera più opportuna, l’istruzione a
distanza con la necessaria relazionalità “in presenza” che coinvolge anche il
cuore e le mani? Come riportare bambini, ragazzi e giovani al centro
dell’attenzione educativa?
L’istruzione a distanza ha favorito in gran parte le famiglie e i
ragazzi benestanti, ma sicuramente ha danneggiato i più svantaggiati e poveri, provocando
o accrescendo varie forme di emarginazione. Ci domandiamo: “Come permettere la
crescita di una società e di una scuola più inclusiva, ove ognuno trovi pieno
spazio per valorizzarsi ed essere valorizzato? Come superare (sia
nell’insegnamento in aula sia in quello a distanza) le varie forme di
svantaggio e di emarginazione? Come organizzare le scuole, le università, i
vari spazi interni ed esterni, i tempi per garantire a ciascuno sicurezza e
qualità di insegnamento e apprendimento?
Occorrerà saper coniugare l’insegnamento e la didattica a distanza
e in presenza con la pedagogia e la didattica di prossimità (P. Moliterni) e sviluppare creatività,
competenza e lungimiranza, uscendo fuori da schemi rigidi, sovranisti,
ripetitivi. La vita, infatti, è un’avventura, un cammino verso sempre nuovi
orizzonti e mete elevate, ricco di scoperte, incontri, rischi, conquiste e
sconfitte, incertezze, dialoghi e silenzi, fatica e riposo, meraviglia e
contemplazione. Il cammino di Gesù con gli apostoli ci è di esempio e di
incoraggiamento.
Nel quotidiano peregrinare occorre sapersi orientare e
riorientare, interrogarsi e interrogare, valutare e discernere, evitando sirene
e “pifferai magici”. Una buona vita è, infatti, quella vissuta “con gli altri e per gli altri, in
istituzioni buone” (P. Ricoeur). La pandemia ha messo in risalto l’attaccamento
degli uomini alla vita e ha risvegliato l’esistenza di uno slancio universale
verso la vita buona vissuta in società ben governate (E. Banywesize).
E’, infatti, un quotidiano
e prioritario impegno per la scuola promuovere la buona vita!
Quasi sempre le strutture scolastiche sono state luogo
privilegiato del “fare scuola” e le occasionali uscite dalla scuola sono state
vissute come momenti di evasione. Eppure i territori ove viviamo sono ricchi di
risorse stimolanti e di alto valore educativo. Perché non valorizzare, ad
esempio, i boschi, i musei, i monumenti, gli spazi cittadini ecc... come luoghi di apprendimento, di
relazionalità positiva e di crescita? Perché non trovare modalità efficaci per
esplorare il territorio più prossimo? Perché non incontrare i ragazzi all’aria
aperta, trovando responsabilmente le situazioni più opportune? ….. Nel mondo ci
sono molte buone esperienze in tal senso.
La formazione a distanza ci permette di interagire con colleghi di realtà molto lontane dalla nostra. E’ bello
incontrarsi, conoscersi, confrontarsi. In questi mesi le varie istituzioni
offrono molte buone occasioni di scambi via web. Perché non proseguire il
cammino, mettendo in rete università, scuole, insegnanti, alunni, genitori e
favorendo un proficuo dialogo?
L’UMEC-WUCT continuerà ad operare in questo senso. Ciò non vorrà
dire metter fine agli incontri internazionali, preziosa occasione di relazioni
e di maturazione, ma iniziare cammini
comuni che facciano interagire gli scambi a distanza con gli incontri “de
visu”.
Lo stesso per gli alunni, che avranno l’opportunità di confrontarsi
con coetanei di altre città, nazioni, realtà diverse, non solo per conoscersi,
ma per condividere esperienze e progetti. E così via.
Quando
torneremo a scuola dobbiamo valorizzare ciò che questi faticosi mesi di
isolamento fisico ci hanno insegnato. È stato, infatti, un periodo di
“distanziamento fisico” che però ci ha fatto riflettere sulla necessità di
uscire dalle nostre “tane”, dal nostro piccolo mondo - talora auto-referente –
per aprirci agli altri, superando meschine frontiere, stereotipi e pregiudizi. Responsabilità
e intraprendenza debbono sostituirsi a superficialità, paura e disorientamento.
Papa
Francesco ci ricorda che «se abbiamo potuto
imparare qualcosa in tutto questo tempo è che nessuno si salva da solo. Le
frontiere cadono, i muri crollano e tutti i discorsi integralisti si dissolvono
dinanzi a una presenza quasi impercettibile che manifesta la fragilità di cui
siamo fatti …. Pensiamo al progetto di sviluppo umano integrale a cui aneliamo,
che si fonda sul protagonismo dei popoli in tutta la loro diversità …. per una
famiglia umana unita nella ricerca dello sviluppo umano integrale. Ecco l’alternativa
della civiltà dell’amore, fondata su una comunità impegnata di fratelli».
Ciò
presuppone una nuova mentalità che sappia trasformare e fare interagire i
sistemi educativi nazionali, garantendo “equità,
inclusione, qualità e apprendimento per tutta la vita” (UNESCO – Obiettivi
2030), favorendo sistemi educativi resilienti e flessibili, nella
consapevolezza che facciamo parte di un unico ecosistema (Laudato si’) ove ogni persona è arricchita dal rapporto con gli
altri, e ogni altro – chiunque egli sia – è un prezioso dono fattoci dal Creatore,
perciò fraternità, solidarietà, sussidiarietà, responsabilità non sono vuote
parole, ma modi comuni dell’operare e del rapportarci, criteri fondanti del
nuovo umanesimo per il quale serve un nuovo patto educativo, così come ci
ricorda sovente Papa Francesco.
Sta
per iniziare l’anno di riflessione sulla “Laudato
sì” e nel prossimo ottobre ci sarà un evento mondiale (anch’esso in rete)
sul patto globale dell’educazione. Sono queste occasioni per noi tutti (istituzioni,
insegnanti, educatori) per interrogarci e riflettere al fine di progettare il
nuovo cammino che ci attende.
Siamo
grati a tutti coloro che con il loro generoso impegno hanno garantito e
garantiscono vitalità alla nostra Unione. Con l’aiuto di tutti, e la piena
valorizzazione di ogni risorsa, desideriamo promuovere altri webinar, evitando
ogni forma di autoreferenza o di sterili protagonismi.
Ognuno
sappia fare proposte ed assumere adeguati impegni. Buon cammino!
*Segretario Generale UMEC-WUCT
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