Sì, no, forse…
Una
riflessione di p. Pietro Messa, ofm
I momenti di difficoltà e crisi come quello di una pandemia
sono tempi di verifica, come il fuoco che brucia la paglia e purifica l’oro.
Questo vale per strutture, idee, progetti di vita e quant’altro, comprese
alcune espressioni spesso ripetute. Tra queste vi è la famosa frase di
Dostoevskij secondo cui la bellezza salverà il mondo. Anche la teologia ha
intrapreso al via della bellezza. Ma è proprio così oppure sono frasi
d’evasione?
Certamente dal coronavirus salverà il vaccino e nel
frattempo che si scopre le cure sanitarie fatte da persone competenti così come
l’osservanza delle norme igenico sanitarie date dagli scienziati. L’estetismo è
messo fuori gioco così come tutte le teorie d’evasione.
Eppure la bellezza che salva il mondo di cui parla lo scrittore
russo è quella della misericordia, come avvenne per Francesco d’Assisi (cfr. Francesco il misericordioso. La
sfida della fraternità, Milano 2019). In questa prospettiva sì, dal
coronavirus ci si salverà solo se sarà tale bellezza a spingere i ricercatori a
trovare con competenza il vaccino giusto, le aziende farmaceutiche a
commercializzarlo nel momento che sarà scoperto in modo che sia accessibile a
tutti, gli operatori sanitari a agire con professionalità, tutti a osservare le
norme sanitarie per amore di se e degli altri, i governanti a gestire con
oculatezza il dopo e così via.
Quindi nessuna presunzione che sarà la bellezza della
misericordia a salvare dalla pandemia, ma anche piena consapevolezza che senza
questo umile amore ogni sforzo sarà vano.
Per un approfondimento cfr. https://www.ilcattolico. it/rassegna-stampa-cattolica/ formazione-e-catechesi/david- di-michelangelo-e-francesco-d- assisi-quale-bellezza-salvera- il-mondo.html
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