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lunedì 12 marzo 2018

Papa Francesco: CRISTIANI IN CAMMINO, NON PARCHEGGIATI!

....... «A me — ha confidato Francesco — capita di pensare: cosa pensa Gesù, cosa sente Gesù con i cristiani che non camminano, che non vanno oltre, che si fermano al primo passo, alla prima grazia ricevuta?». Insomma, cosa pensa Gesù davanti a un cristiano che dice: «Sì, mi sono sistemato, porto una vita cristiana avanti bene, vado a messa la domenica, mi confesso ogni mese, faccio qualche opera di carità, tutto bene e mi fermo lì?». Perché, ha rilanciato il Papa, «ci sono tanti cristiani fermi che non camminano, cristiani insabbiati nelle cose di ogni giorno — buoni, buoni! — ma non crescono, rimangono piccoli». 
Sono «cristiani parcheggiati», che «si parcheggiano, cristiani ingabbiati che non sanno volare con il sogno a questa cosa bella alla quale il Signore ci chiama».
Ecco che, ha suggerito il Pontefice, «ognuno di noi può domandarsi: Com’è il mio desiderio? Mi sento sazio nel desiderio con la vita che porto o cerco di andare avanti, anche con difficoltà, con delle prove, sempre più, più, più, perché il Signore è questo più, più, più?». Ed «è questa gioia, questo godere insieme e ci aspetta con questo». Dunque, ha proseguito il Papa, è bene domandarsi: «Cerco il Signore così o ho paura o sono mediocre?». C’è la tentazione di rispondere: «io mi sento soddisfatto con questo...», proprio «come quell’uomo che va al banchetto, che si sazia degli antipasti e poi torna a casa: sciocco, tu non sai che il meglio viene dopo!». E non ha senso dire che «per me gli antipasti sono sufficienti».
«Custodire il proprio desiderio, svegliarlo: questo è il titolo di una bella lettera che alcune settimane fa ha scritto un vescovo italiano ai suoi preti». Questo «custodire il proprio desiderio» vuol dire «non sistemarsi troppo, andare un po’ avanti, rischiare».
Perché «il vero cristiano rischia, esce dalla sicurezza» ha ricordato il Pontefice ripetendo le parole bibliche: «Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra; si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare. Io esulterò nel mio popolo, godrò nel mio popolo». E se «questo è quello che ci aspetta», è opportuno chiedersi se «cammino verso questo o rimango così, tiepido, senza forza». E ancora, «qual è la misura del mio desiderio: l’antipasto o tutto il banchetto?».
In conclusione, Francesco ha invitato a meditare su questa verità. «E chiediamo al Signore — ha esortato — la grazia della magnanimità, di rischiare, andare avanti: che il Signore ci dia questa grazia».

Dall'Omelia del 12 marzo - Santa Marta  
da Osservatore Romano


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