Padula: al centro i valori primari
della nostra umanità
“Il problema non è
educare all’uso corretto degli strumenti tecnologici; il problema è educare
all’uso corretto della propria esistenza, oggi vissuta anche nella comunicazione
digitale. È questo il punto più controverso che molti non riescono a cogliere”.
Lo afferma in una lettera aperta al
direttore di “Avvenire” Massimiliano Padula, presidente del Copercom,
entrando nel dibattito sul ruolo degli smartphone nella nostra vita.
“Ben vengano
decaloghi (quello del Miur punta opportunamente sulla responsabilità) e percorsi
di formazione mirati, ma deve rimanere centrale il riferimento ai valori primari
della nostra umanità (il giusto, il vero, il rispetto, solo per citarne alcuni)
che necessitano di essere continuamente appresi, meditati, discussi e incarnati
e che possono rendere l’uomo meraviglioso”.
Per Padula occorre “guardare
alla cultura digitale (di cui gli smartphone sono una mera espressione tecnica)
in modo positivo e propositivo evitando etichette disfattiste (le parole hanno
una valenza pedagogica fondamentale) e provando a ribaltare la prospettiva: da
un’idea patologica, disfunzionale, difensiva, a una visione semplicemente umana.
E quindi aperta all’errore, imperfetta ma perfettibile. Soltanto così – conclude
– potremo difenderci (e difendere i bambini) non certamente dagli smartphone ma
da quei passi falsi nei quali, a causa dei nostri limiti (umani), possiamo
inciampare”.
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