È passata quasi
inosservata – come la maggior parte di quelle che possono fare riflettere e
perciò disturbare – la notizia che due grandi investitori della Apple, il fondo
Jana Partners e il California State Teachers’ Retirement System, qualche giorno
fa hanno denunciato, in una lettera, la pericolosità dell’iPhone per la salute
psico–fisica dei più giovani, chiedendo alla Compagnia di avvertire i genitori
della necessità di limitarne e controllarne l’uso da parte dei propri figli,
anche per prevenire eventuali richieste di risarcimento per danni, come quelle
promosse dai consumatori contro alcune grandi marche di sigarette.
La lettera cita uno
studio secondo cui il 75% degli studenti viene oggi distratto in classe dalle
tecnologie digitali, e quelli di loro che hanno problemi emotivi sono saliti
all’ 86%. Sempre secondo studiosi citati nel documento, gli adolescenti
americani che passano 3 ore al giorno usando gli apparecchi elettronici hanno il
35% di possibilità in più di rischiare il suicidio, rispetto a chi li usa meno
di un’ ora. La percentuale sale al 71% tra i ragazzi che dedicano 5 ore al
giorno agli smartphone. Il pericolo di essere afflitti dalla depressione
minaccia il 27% degli adolescenti che abusano dei telefonini.
Che il problema
esistesse, lo si sapeva da tempo, e riguarda tutti gli smartphone. Per
limitarci al nostro paese, in un documento dei pediatri italiani si legge:
«Basta cellulari ai bambini, sono pericolosi. Insieme alle altre dipendenze che
affliggono la nostra società e specialmente i giovani, quali droga, alcool e
fumo, un posto predominante lo ha conquistato la dipendenza da telefonino, con
danni gravissimi sullo sviluppo psichico e sociale».
In realtà la minaccia
si profila già nei primissimi anni di età. Da una ricerca fatta dal Csb, Centro
per la salute del bambino onlus di Trieste, assieme all’Associazione culturale
pediatri, risulta che il 30,7% degli intervistati ha dichiarato di lasciare
qualche volta, o spesso, il cellulare in mano al figlio prima dei 12 mesi! E la
percentuale sale al 60% se si parla della fascia di età fa i 12 e i 24 mesi.
Ora, psicologi e
pediatri sono concordi nell’avvertire che, al di sotto dei due anni, le
interazioni dirette dei bambini con i genitori e il mondo che li circonda sono
indispensabili per garantire il loro sano sviluppo a livello cognitivo, emotivo
e relazionale. In particolare, sembra dimostrato il nesso tra l’eccessivo
utilizzo di queste tecnologie in età prescolare e la presenza di ritardi del
linguaggio e disturbi cognitivi……..
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