COMUNICATO STAMPA
DELLA PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
È stato presentato oggi, al
Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Report realizzato dall’OCSE sulla
‘National Skills Strategy’ che analizza i processi di sviluppo delle competenze
in Italia, strettamente connessi con il buon funzionamento del mercato del
lavoro e la crescita del Paese. Il governo, in collaborazione con l’OCSE, ha
avviato dall’inizio del 2016 un programma volto ad identificare i punti di
forza e le criticità riscontrate nel Paese, nella convinzione che dal tema
delle competenze dipendono i livelli di produttività.
Il programma, che è stato
supportato dalla Commissione Europea, ha visto coinvolti cinque ministeri
(oltre al Mef anche il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, il
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministero dello
Sviluppo Economico e il Dipartimento della Presidenza del Consiglio per la
Coesione Territoriale e il Mezzogiorno) e un’ampia platea di stakeholders che
comprende operatori del mondo economico, istituzionale e della società civile.
Alla presentazione del
Rapporto, curata dal segretario generale dell’OCSE Angel Gurria, sono
intervenuti anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il Commissario
Europeo per l’occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità del
lavoratori, Marianne Thyssen, che ha inviato un video messaggio, il Ministro
per la Coesione territoriale, Claudio De Vincenti, il Viceministro allo Sviluppo
Economico, Teresa Bellanova, I sottosegretari al lavoro e all’Istruzione, Luigi
Bobba e Vito De Filippo.
Il Rapporto mette in luce
come, nonostante il miglioramento dei tassi di occupazione, la produttività,
che per un ventennio ha avuto in Italia un andamento stagnante, permanga a
livelli non soddisfacenti, anche a causa di un grado di competenze
relativamente basso, di una debole domanda di competenze avanzate e di un uso
limitato delle competenze disponibili.
Il Rapporto dell’Ocse, che
ha carattere diagnostico, fornisce utili indicazioni per valorizzare il
capitale umano migliorandone e valorizzandone le competenze, un’azione che il
governo ritiene essere prioritaria per venire incontro ai ritmi
dell’innovazione e cogliere appieno le opportunità di crescita in un mondo
interconnesso e digitale.
L’Ocse riconosce che
l’Italia ha varato un ambizioso pacchetto di riforme per sostenere la crescita
anche attraverso un più adeguato livello di competenze, ora è necessario
proseguire sulla strada dell’implementazione. Il governo concorda con l’analisi
contenuta nel Rapporto secondo cui il Jobs Act, la riforma nel sistema
dell’istruzione (la Buona Scuola), il Piano Nazionale Scuola Digitale, il
Piano Nazionale Industria 4.0 vanno nella giusta direzione e possono generale
sinergie per giungere ad un migliore allineamento tra domanda e offerta di
competenze.
Il Jobs Act ha
rivisitato la disciplina dell’apprendistato favorendone l’utilizzo anche in una
logica di alternanza con la scuola. La sfida di policy per i prossimi
anni è quella di saper anticipare i
fabbisogni professionali e costruire le competenze per il
futuro del lavoro. Questo significa non solo coltivare e formare
talenti, ma anche includere nel processo di innovazione e nei suoi
benefici il maggior numero possibile di soggetti. È necessaria quindi la
creazione di un sistema di politiche di attivazione e supporto tempestive ed
efficaci e come riconosciuto anche dall’OCSE, la costruzione di un’Agenzia
Nazionale per le Politiche Attive è un passo importante che va nella
giusta direzione.
Il Piano
Industria 4.0 sta intervenendo su tutti gli aspetti della
trasformazione digitale, compreso quello relativo all’accrescimento delle
competenze. Le prossime azioni del Piano, in linea con l’analisi del
rapporto OCSE, saranno incentrate sul potenziamento delle competenze,
per adeguarle alle nuove sfide del mondo del lavoro e farne una leva
per sostenere il cambiamento tecnologico.
Se permane un gap da colmare
tra domanda e offerta di competenze nel mercato del lavoro, va anche
sottolineato che, come riporta l’OCSE, i lavoratori italiani in confronto a
quelli degli altri Paesi sviluppati, mostrano buoni livelli di rapidità
d’apprendimento e attitudine al problem solving. Ciò induce a ritenere che in
Italia politiche mirate di istruzione e formazione della forza lavoro
potrebbero favorire un utilizzo migliore e più intensivo delle competenze
elevate.
Permangono differenziazioni
geografiche nel paese, con le regioni del Nord e del Centro che registrano
performance migliori. L’impegno del governo nelle politiche di coesione
contribuirà a ridurre il divario territoriale.
Le recenti riforme del
sistema educativo, di cui il Rapporto evidenzia in particolare il Piano
Nazionale Scuola Digitale e l’Alternanza Scuola-Lavoro, hanno messo al centro
l’obiettivo di innalzare la qualità del sistema e fornire a studentesse e
studenti gli strumenti per rispondere al dinamismo del mercato del lavoro ed
avere le conoscenze e le competenze per affrontare in modo consapevole le sfide
del prossimo futuro, avendo la capacità di governarle e di esserne
protagonisti. Inoltre, attraverso il Piano per la formazione dei docenti
2016-2019, si garantiranno l’aggiornamento e lo sviluppo professionale del
corpo insegnante, attraverso la creazione e introduzione di standard di
monitoraggio, la messa a sistema di un portfolio professionale per ogni docente
e il rafforzamento e miglioramento del sistema di accreditamento per la
formazione.
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