Il look giusto per
la scuola insegna a vestirsi nella vita
La questione di come ci si presenta in classe è sempre la stessa e le
regole ancor più necessarie. Lo dimostrano le direttive che la quasi totalità
dei dirigenti scolastici ha imposto agli studenti. Bisognerebbe spiegare ai
ragazzi che ciò che viene tollerato tra i banchi potrebbe essere considerato
del tutto inadeguato, per esempio, in un contesto di alternanza scuola-lavoro.
di Nicoletta
Martinelli
Siamo rimasti uno dei pochi Paesi occidentali a non
avere disposizioni nazionali su cosa è consentito indossare a scuola e cosa no.
E non perché non se ne senta la mancanza o perché il problema sia emerso di
recente. Sono passati quasi trent’anni – era il 1989 – da quando Sergio
Mattarella, allora ministro dell’Istruzione, fu formalmente interpellato dal
deputato radicale Ilona Staller sul caso di una studentessa di Vigevano
richiamata dalla preside perché si era presentata in classe con un look
azzardato. Non paga, la preside aveva anche proceduto a vietare formalmente
alle allieve di indossare la minigonna durante le ore scolastiche. Da qui l’ira
di Cicciolina. «Se è innegabile il diritto dei giovani a indossare modelli di
abbigliamento diffusamente proposti dalla moda corrente e ormai naturalmente
accettati, è altrettanto innegabile – rispondeva Mattarella – che le stesse
famiglie, tranne rare eccezioni, si aspettano che nella scuola la naturale
esuberanza dei giovani sia contenuta a livelli compatibili con un ambiente ove
si esercita istituzionalmente una funzione educativo-didattica». Quindi – era
la conclusione dell’odierno presidente della Repubblica – il provvedimento
della preside «non può essere ritenuto sconveniente o suscettibile di censura». Trent’anni dopo la questione è sempre la stessa e le regole ancor più
necessarie. Lo dimostrano le direttive che la quasi totalità dei dirigenti
scolastici ha imposto, chi prima, chi dopo, agli studenti.
L’ultima risale a
pochi giorni fa ed è entrata in vigore (tra le solite polemiche ormai trite) a
Rimini, all’istituto tecnico industriale Belluzzi-Da Vinci, dove il dirigente
scolastico Fabiana Fortunati ha vietato di indossare pantaloni corti, jeans
strappati e magliette con i buchi, canottiere, cappellini e sandali infradito ....
Leggi: A SCUOLA IN UNIFORME?
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