In quel
tempo Gesù disse:
«Ti rendo
lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose
ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così
hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio;
nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il
Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me,
voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio
giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e
troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio
peso leggero». (Matteo 11,25-30)
“Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra”. Si apre con una benedizione (berakàh) –
chiamata a volte inno di giubilo – pronunciata da Gesù il vangelo di questa XIV
domenica del Tempo Ordinario A. Una benedizione che, espressa con greco il
termine exomologoumai, al tempo stesso è una confessione, un ringraziamento, un
rendimento di lode e un riconoscimento; benedizioni di questo tipo scandiscono
la giornata dell’ebreo.
Il brano
inoltre è ricco di parole che …..
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