UN MINORE SU TRE MAI HA VISITATO
UNA MOSTRA O UN MUSEO
di Giusi Andolina
In Italia, secondo i dati
contenuti nell’Atlante dell’infanzia di Save the Children, 2 minori su 3 di età
compresa tra i 6 e i 17 anni, non hanno visitato una mostra o museo, un sito
archeologico, non sono andati a concerti o a teatro, non hanno letto un libro,
durante l’ultimo anno.
Eppure, il nostro è il Paese della cultura e della bellezza per eccellenza.
Che, più di ogni altro, potrebbe puntare sull’arte come risorsa per affrontare
questa povertà educativa, culturale e sociale. Una povertà educativa che porta
spesso all’apatia, alla perdita di valori e di significato nella vita dei
nostri ragazzi.
Questi dati fanno
riflettere e dimostrano che in Italia, soprattutto nel Mezzogiorno, c’è una
situazione che penalizza i ragazzi delle aree svantaggiate.
Ma perché, in concreto,
l’arte è così importante per lo sviluppo emotivo, cognitivo e comportamentale
di bambini e ragazzi?
I programmi educativi
tradizionali sono prevalentemente incentrati sulle “risposte corrette” e sulle
“regole”, mentre attraverso l’arte ci si allena ad esprimere le proprie
opinioni e i propri giudizi. L’arte sviluppa il senso critico, permettendo fin
da bambini di elaborare una prospettiva multipla che influenza il modo di
osservare e interpretare la realtà attraverso il coinvolgimento dell’individuo
in un processo del “come” e del “perché”. Inoltre, la fruizione artistica
sviluppa il libero giudizio, favorendo l’autonomia, intesa come l’indipendenza
emotiva dal giudizio degli altri.
Attraverso l’arte si
possono sviluppare altre due abilità indispensabili per migliorare la qualità
della vita di bambini e ragazzi, ovvero il pensiero creativo e la capacità di
problem solving. L’arte, infatti, aiuta a comprendere che i problemi possono
avere più di una soluzione e che le soluzioni raramente sono fisse, ma cambiano
in base alle circostanze e alle opportunità.
L’arte educa
all’intelligenza emotiva, favorendo l’ascolto di se stessi e degli altri,
sviluppando l’empatia. Osservare e sentire un’opera d’arte, è, in un certo
senso, sentire noi stessi. Nell’arte ci si sposta da un atteggiamento di mera
osservazione esterna, al come ci si sente interiormente mentre si sta facendo
quella esperienza. Bambini e ragazzi imparano così ad ascoltare se stessi, le
proprie sensazioni e emozioni. E non solo. Attraverso l’ascolto di se stessi
imparano ad ascoltare l’altro, ad andare verso l’altro sviluppando un rapporto
di empatia.
Nell’incontro con
l’altro, la prospettiva dei ragazzi si amplia e si arricchisce e permette loro
di aprirsi verso cose che non conoscono o che sono lontane dalla loro sfera
abituale. Il linguaggio dell’arte, fatto di tempi e di forme emotive proprie,
ha, infatti, la capacità di colmare le lacune di lingue, culture e generi,
favorendo così l’integrazione e il superamento delle “diversità”.
Il
semplice guardare un’opera d’arte è un impegno che a sua volta diventa
esperienza e che entra a far parte integrante della costruzione dell’identità
di bambini e ragazzi. L’esperienza dell’arte è, dunque, un processo creativo
che favorisce l’attivazione e quindi il cambiamento. Attivazione e cambiamento
che possono svilupparsi, ad esempio, verso una maggiore consapevolezza e
sensibilità alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio
artistico-monumentale delle loro città.
Giova
ricordare, in questo senso, quanto detto da Peppino Impastato: «Se si
insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la
rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti
all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si
abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul
davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni
cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per
sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in
uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano
sempre vivi la curiosità e lo stupore».
da MAREDOLCE
Nessun commento:
Posta un commento