Lucia Rossi ci ha lasciato. Oggi, nel
gremitissimo duomo di Vigevano, le abbiamo dato l’ultimo saluto.
Lo sconforto che ci ha presi alla
notizia della sua morte, diffusasi rapidamente, è grande e diffuso.
Lo sappiamo: cristianamente parlando
Lucia è tornata alla casa del Padre, è approdata alla vita vera, quella eterna,
in cui lei ha sempre creduto.
Ma la nostra umanità, di cui siamo
profondamente intrisi, fa prevalere in noi il dolore del distacco, la
consapevolezza della perdita di una bella e grande persona che ha dato tutto
ciò che poteva, e forse anche di più, alla comunità scolastica, civile ed
ecclesiale.
Quando ho diffuso la notizia ai
responsabili associativi dell’AIMC di Lombardia ho scritto che Lucia era una
“cara amica e benefattrice dell’AIMC”.
Dietro il termine “benefattrice” non
stava tanto l’idea di una persona che ha dato soldi all’Associazione (anche se
sono certa che questo sia avvenuto), ma piuttosto la convinzione che Lucia abbia
sempre voluto il bene dell’AIMC e che
proprio per questo abbia fatto tanto bene nelle varie realtà associative nelle
quali ha operato con vero spirito di servizio. Sezione, provincia, regione,
centro nazionale: tutti i vari livelli hanno avuto modo di beneficiare della
sua presenza, sempre tesa al lavoro umile, alla stima delle persone, alla
valorizzazione delle risorse umane. Ha rivestito cariche importanti in AIMC,
anche quella di vicepresidente nazionale, ma sempre con umile spirito di
servizio e, ci tengo a sottolinearlo di nuovo, per il bene associativo.
Viveva in AIMC come si vive in una
grande famiglia ed è stata per noi un grande esempio di vita, capace di tessere
legami con le istituzioni, con la realtà ecclesiale e civile.
Del resto Lucia è stata presenza umile e
preziosa ovunque, rivestendo ruoli che l’hanno impegnata con grande
responsabilità: dirigente scolastica, formatrice degli insegnanti, sindaco
della sua amata città, responsabile degli insegnanti di religione della
diocesi, solo per citarne alcuni.
L’ha sempre sostenuta una grande fede ed
una forte spiritualità, vero carburante del suo essere “laica nel mondo”
secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II.
Il suo improvviso ritorno alla casa del Padre ci lascia senza parole: la
affidiamo alla misericordia del Padre che sicuramente guarderà con tenerezza a
tutto il bene che ha fatto nella scuola e nella nostra Associazione, nella
comunità civile ed ecclesiale.
Al fratello don Gabriele, alle sorelle
Anna e Maria Augusta, ai parenti, stretti
nella morsa del dolore per questo ulteriore distacco, vogliamo dire tutta la
vicinanza dell’AIMC e assicurare una preghiera.
M. Disma Vezzosi
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