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domenica 25 dicembre 2016

LA SFIDA DEL NATALE AL TEMPO DEL TERRORISOMO

Possiamo ancora celebrare il Natale? 

di Giuseppe Savagnone

        In un racconto della tradizione ebraica si parla di un discepolo che un giorno si recò dal proprio rabbi per confessargli di avere la terribile tentazione di farsi cristiano. «E se fosse davvero venuto?», era la domanda che lo tormentava.
Il rabbi era seduto vicino a una piccola finestra, coperta da una tenda. Non disse nulla ma, con una mano, scostò la tenda e guardò fuori. In strada c’erano un mendicante cencioso che chiedeva l’elemosina, una prostituta che aspettava qualche cliente, un uomo che picchiava un bambino. Lasciò ricadere la tenda e disse: «No, non è venuto».
Del Messia i profeti avevano parlato come di colui che avrebbe, a nome di Dio, instaurato un regno di pace e di giustizia destinato a durare per sempre. Come si legge nel libro di Isaia: «Egli sarà giudice fra le genti/e arbitro fra molti popoli./Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,/ delle loro lance faranno falci;/una nazione non alzerà più la spada/contro un’altra nazione,/non impareranno più l’arte della guerra» (Is 2,4).
Se si guarda a questa promessa, non si può non restare increduli davanti alla fede dei cristiani, espressa nella festa del Natale, secondo cui il Messia è già venuto nel mondo duemila anni fa. Proprio in questi giorni la cronaca ci parla di fatti che fanno apparire questa festa come un’illusine, se non addirittura come un ipocrita “buonismo”.

Possiamo ancora credere nel Natale oggi, dopo quello che è successo a Berlino? Ma la domanda si può riprendere e moltiplicare: possiamo ancora credere nel Natale dopo quello che è accaduto ad Aleppo? dopo le atroci torture agli ostaggi da parte dei membri dell’Isis a Dacca? dopo la strage di Nizza? dopo quella del Bataclan a Parigi? ……..

Leggi:                            LA SFIDA DEL NATALE

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