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sabato 25 giugno 2016

CHI E' IL NOSTRO NEMICO? - Il Vangelo della domenica

Gesù vuole eliminare il concetto stesso di «nemico» 
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l'ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. (...).
Vuoi che scenda un fuoco dal cielo e li consumi? La reazione di Giacomo e Giovanni al rifiuto dei Samaritani è logica e umana: farla pagare, occhio per occhio. Gesù si voltò, li rimproverò e si avviò verso un altro villaggio. Nella concisione di queste parole si staglia la grandezza di Gesù. Uno che difende perfino la libertà di chi non la pensa come lui.
La logica umana dice: i nemici si combattono e si eliminano. Gesù invece vuole eliminare il concetto stesso di nemico. E si avviò verso un altro villaggio. C'è sempre un nuovo paese, con altri malati da guarire, altri cuori da fasciare, altre case dove annunciare pace.
Gesù non cova risentimenti, lui custodisce sentieri verso il cuore dell'uomo, conosce la beatitudine del salmo: beato l'uomo che ha sentieri nel cuore (Salmo 84,6). E il Vangelo diventa viaggio, via da percorrere, spazio aperto. E invita il nostro cristianesimo a non recriminare sul passato, ma ad iniziare percorsi. Come accade anche ai tre nuovi discepoli che entrano in scena nella seconda parte del Vangelo: le volpi hanno tane, gli uccelli nidi, ma io non ho dove posare il capo....


venerdì 24 giugno 2016

LA FECONDITA' DELL'AMORE


           
                  
        L’AMORE
    CHE  DIVENTA FECONDO

don Giulio Cirignano

Se i capitoli quattro e ottavo della esortazione apostolica di papa Francesco sull’amore nella famiglia sono quelli che hanno attirato maggiormente l’attenzione anche gli altri  meritano di essere letti con calma e assimilati con gioia. In particolare segnaliamo il capitolo quinto. Si parla dei figli e di molte altre cose. L’intero discorso è soffuso di straordinaria tenerezza. E’ questo l’aspetto che colpisce immediatamente. Invitiamo alla lettura. Può essere di stimolo, allora, citare alcune espressioni. Le riportiamo senza commento, solo per il gusto di far percepire con quanto amore il Papa pensa alla esperienza familiare. Il discorso inizia dai figli.
 I figli oggi: in prima battuta sono fonte di viva preoccupazione proprio per il tipo di società che noi adulti abbiamo messo in piedi, confusionaria e caotica, come le nostre strade e piazze intasate dal traffico. Sembra  non vi sia tempo per pensare, parlare, ammirare. Solo la logica consumistica pare farla da padrone, con   continui consigli per gli acquisti! Quelli del Papa sono consigli per la vita........
              
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mercoledì 22 giugno 2016

LA VIRTU' DELL'ACCOGLIENZA: "ERO FORESTIERO E MI AVETE OSPITATO!"



Il Papa: “I rifugiati sono nostri fratelli. Il cristiano non esclude nessuno, dà posto a tutti”

Nell’Udienza generale, l’ultima prima della pausa estiva, Francesco fa sedere accanto a sé un gruppo di rifugiati e invita a “non aver timore di toccare il povero e l’escluso” perché quello può “purificarci dall’ipocrisia”

Udienza generale - 22 giugno 2016
© PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO
Ha voluto accanto a sé sul palco un gruppo di rifugiati, Francesco, nell’Udienza generale di oggi, l’ultima prima della pausa estiva. A loro ha fatto riferimento durante la sua catechesi, affermando a braccio con amara schiettezza: “Oggi mi accompagnano qui questi ragazzi. Tanti pensano di loro che è meglio che fossero rimasti nella loro terra, ma lì soffrivano tanto. Sono i nostri rifugiati, ma tanti li considerano esclusi. Per favore, sono i nostri fratelli! Il cristiano non esclude nessuno, dà posto a tutti, lascia venire tutti”.
Il cristiano, afferma il Pontefice, segue l’esempio di Gesù Cristo che non ha minimamente pensato di rigettare, come il resto della società, quel lebbroso che lo implorava: “Signore, se vuoi, puoi purificarmi!”. Una “bellissima” preghiera, questa, osserva Francesco, confidando di recitarla lui stesso ogni sera – insieme a 5 Padre Nostro, “uno per ogni piaga di Gesù” – ed esortando i fedeli in piazza San Pietro a ripeterla per tre volte.
Il lebbroso, sottolinea Bergoglio, “non chiede solamente di essere guarito, ma di essere ‘purificato’, cioè risanato integralmente, nel corpo e nel cuore. Infatti, la lebbra era considerata una forma di maledizione di Dio, di impurità profonda. Il lebbroso doveva tenersi lontano da tutti; non poteva accedere al tempio e a nessun servizio divino. Lontano da Dio e lontano dagli uomini.
Nonostante ciò, quell’uomo “non si rassegna né alla malattia né alle disposizioni che fanno di lui un escluso”, ma pur di raggiungere Gesù infrange la legge ed entra in città e gli si getta dinanzi pregandolo: “Signore, se vuoi, puoi purificarmi”. Costui, osserva il Pontefice, “riconosce la potenza di Gesù: è sicuro che abbia il potere di sanarlo e che tutto dipenda dalla sua volontà”. Proprio questa fede “è la forza che gli ha permesso di rompere ogni convenzione e di cercare l’incontro con Gesù”. E la sua supplica ci insegna “che quando ci presentiamo a Gesù non è necessario fare lunghi discorsi. Bastano poche parole, purché accompagnate dalla piena fiducia nella sua onnipotenza e nella sua bontà”.
“Affidarci alla volontà di Dio significa infatti rimetterci alla sua infinita misericordia. Non c’è altro luogo in cui sentirsi più sicuri!”, spiega Papa Francesco. Ricorda quindi l’azione di Gesù verso quel lebbroso, anch’essa anti-convenzionale: “Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: ‘Lo voglio, sii purificato!’”. “Gesù stende la mano e persino lo tocca”, rimarca il Papa, “quante volte noi incontriamo un povero che ci viene incontro! Possiamo essere anche generosi, possiamo avere compassione, però di solito non lo tocchiamo. Gli offriamo la moneta, ma evitiamo di toccare la mano e la buttiamo lì. E dimentichiamo che quello è il corpo di Cristo!”.
Cristo ci insegna allora “a non avere timore di toccare il povero e l’escluso, perché Lui è in essi”. Inoltre “toccare il povero può purificarci dall’ipocrisia e renderci inquieti per la sua condizione”. Ma c’è di più: dopo aver guarito il lebbroso, Gesù gli comanda di non parlarne con nessuno ma gli dice: «Va’ a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro».
Questa disposizione mostra che “la grazia che agisce in noi non ricerca il sensazionalismo”, ma anzi “di solito essa si muove con discrezione e senza clamore”. Poi, mostra che “facendo verificare ufficialmente l’avvenuta guarigione ai sacerdoti e celebrando un sacrificio espiatorio, il lebbroso viene riammesso nella comunità dei credenti e nella vita sociale. Il suo reintegro completa la guarigione. Come aveva lui stesso supplicato, ora è completamente purificato!”, sottolinea il Santo Padre.
Infine, “presentandosi ai sacerdoti il lebbroso rende loro testimonianza riguardo a Gesù e alla sua autorità messianica. La forza della compassione con cui Gesù ha guarito il lebbroso ha portato la fede di quest’uomo ad aprirsi alla missione”. Allora “pensiamo a noi, alle nostre miserie… con sincerità”, conclude il Papa. “Quante volte le copriamo con la ipocrisia delle ‘buone maniere’. E proprio allora è necessario stare da soli, mettersi in ginocchio davanti a Dio e pregare, tutte le sere, prima di andare a letto: ‘Signore, se vuoi, puoi purificarmi!’”.

martedì 21 giugno 2016

FORMAZIONE PERSONALE SCOLASTICO - ACCREDITAMENTO ENTI

LA DIRETTIVA  MINISTERIALE

Articolo 1 (Finalità)
1. La presente direttiva disciplina le modalità di accreditamento, di qualificazione e di riconoscimento dei corsi dei soggetti che offrono formazione per lo sviluppo delle competenze del personale del comparto scuola, certificando ed assicurando la qualità delle iniziative formative.
2. Presso il Ministero è istituita una piattaforma on-line per l’accreditamento, la qualificazione e il riconoscimento dei corsi dei soggetti che erogano la formazione e per l’incontro tra domanda e
offerta di formazione.
3. Il Ministero cura la tenuta e l’aggiornamento di tre elenchi, pubblicati sulla medesima piattaforma, contenenti:
a) i soggetti accreditati che intendono offrire formazione al personale del comparto scuola;
b) le associazioni disciplinari, collegate a comunità scientifiche, e le associazioni professionali del personale scolastico riconosciute che intendono collaborare con le istituzioni scolastiche, singolarmente o in rete, per offrire formazione al personale in relazione alle specifiche esigenze dell’offerta formativa;
c) i singoli corsi di formazione riconosciuti comunque validi ai fini dell’aggiornamento del personale scolastico. ......


lunedì 20 giugno 2016

A PROPOSITO DI MALDICENZA: LA SAGGEZZA DI SOCRATE


PERCHÉ’ VUOI DIRMELO?

Nell'antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza. Un giorno venne qualcuno a trovare il grande filosofo, e gli disse:
- Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?
- Un momento - rispose Socrate. - Prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello dei tre setacci.
- I tre setacci?
- Ma sì, - continuò Socrate. - Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci. Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è vero?
- No... ne ho solo sentito parlare...
- Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono?
- Ah no! Al contrario
- Dunque, - continuò Socrate, - vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell'utilità. E' utile che io sappia cosa mi avrebbe fatto questo amico?
- No, davvero.

- Allora, - concluse Socrate, - quello che volevi raccontarmi non è né vero, né buono, né utile; perché volevi dirmelo? 

sabato 18 giugno 2016

ABBIAMO BISOGNO DI LAICI CHE OSANO SOGNARE

     
   
       
 DISCORSO DI 

PAPA FRANCESCO 

AL PONTIFICIO

 CONSIGLIO 

PER I LAICI  


 " ..... In questo particolare momento storico, e nel contesto del Giubileo della Misericordia, la Chiesa è chiamata a prendere sempre più coscienza di essere «la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa» e peccatrice (Esort. ap. Evangelii gaudium, 47); di essere Chiesa in permanente uscita, «comunità evangelizzatrice [...] che sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi» (ibid., 24). 
              Vorrei proporvi, come orizzonte di riferimento per il vostro immediato futuro, un binomio che si potrebbe formulare così: “Chiesa in uscita – laicato in uscita”. Anche voi, dunque, alzate lo sguardo e guardate “fuori”, guardate ai molti “lontani” del nostro mondo, alle tante famiglie in difficoltà e bisognose di misericordia, ai tanti campi di apostolato ancora inesplorati, ai numerosi laici dal cuore buono e generoso che volentieri metterebbero a servizio del Vangelo le loro energie, il loro tempo, le loro capacità se fossero coinvolti, valorizzati e accompagnati con affetto e dedizione da parte dei pastori e delle istituzioni ecclesiastiche. 
             Abbiamo bisogno di laici ben formati, animati da una fede schietta e limpida, la cui vita è stata toccata dall’incontro personale e misericordioso con l’amore di Cristo Gesù. Abbiamo bisogno di laici che rischino, che si sporchino le mani, che non abbiano paura di sbagliare, che vadano avanti. Abbiamo bisogno di laici con visione del futuro, non chiusi nelle piccolezze della vita.
         E l’ho detto ai giovani: abbiamo bisogno di laici col sapore di esperienza della vita, che osano sognare. Oggi è il momento in cui i giovani hanno bisogno dei sogni degli anziani. In questa cultura dello scarto non abituiamoci a scartare gli anziani!               Spingiamoli, spingiamoli affinché sognino e – come dice il profeta Gioele – “abbiano sogni”, quella capacità di sognare, e diano a tutti noi la forza di nuove visioni apostoliche....."


mercoledì 8 giugno 2016

VARI MODI PER ... CONCUPISCERE

 I MILLE VOLTI

 DELLA LA CONCUPISCENZA

Il prete che mi ha confessato qualche giorno fa, mi ha aperto una bella traccia di riflessione, che vorrei condividere qui. Parlando delle forme di "seduzione" del maligno ha detto: "Anche chi cerca una santità in modi, tempi e forme che non sono di Dio vive nella concupiscenza". Mi ha colpito. Di solito la concupiscenza è connessa al solo campo sessuale, così come la teologia da parecchi secoli ci ha abituato a fare. E mi ha spinto ad una riflessione a più largo raggio.
E allora sono andato a vedere la radice. Il senso originario del termine concupiscenza, indica il desiderio di un bene, talmente intenso da destabilizzare l'equilibrio interno della persona e provocare in lui la spinta irrefrenabile di possederlo, di afferrarlo, di avere per sé quel bene. Indica perciò una forma esistenziale, un modo di rapportarsi della persona intera nei confronti del "bene" della vita e del desiderio di essa, in tutte le sue dimensioni. Una sorta di "bulimia della vita". Perciò è legittimo parlare di concupiscenza in varie dimensioni dell'uomo, come la Bibbia stessa riconosce. (Rm 7,7 e in Gc 1, 14-15).
Quella suggerita dal mio confessore si potrebbe definire come una "concupiscenza spirituale". Uno sforzo puramente umano per cercare di raggiungere la santità di Dio attraverso la sola volontà umana; di decidere tempi, modi e forme dell'essere come Dio. È evidente che questo, appartiene alla logica della carne, cioè dell'uomo che confida solo in sé stesso e nelle proprie forze.
Forma che, subdolamente, serpeggia anche nel mondo cattolico nella ....


Regno Unito: GARANTIRE A TUTTI UN'EDUCAZIONE DI QUALITÀ'

UK : EDUCATION EXCELLENCE EVERYWHERE - EDUCACIÓN DE EXCELENCIA EN TODAS PARTES - ÉDUCATION EXCELLENCE PARTOUT

«L'éducation peut changer la vie et, pour moi, est une question de justice sociale que les chances d'apprentissage est donné à chaque enfant, où qu'ils vivent et quelle que soit leur origine sociale".

"La educación puede cambiar la vida y, para mí, es una cuestión de justicia social que las posibilidades de aprendizaje se da a cada niño, dondequiera que vivan y sea cual sea su condición social".

"Bildung kann Leben verändern und, zu mir, ist eine Frage der sozialen Gerechtigkeit, dass die Chancen für das Lernen für jedes Kind gegeben wird, wo auch immer sie und unabhängig von ihrer sozialen Herkunft leben können".

“L’educazione può cambiare la vita e, per me, è questione di giustizia sociale il fatto che la possibilità di istruirsi sia data a ciascun bambino, ovunque egli viva e qualunque sia la sua provenienza sociale”. .....

NO ALLE STRAGI!

PROSEGUONO LE STRAGI

 NEL CANALE DI SICILIA!


Ancora una volta le nostre vite sono scosse dalle notizie e dalle immagini che arrivano dal Canale di Sicilia: tre stragi in tre giorni (una cadenza mai verificata prima) ha messo fine alla vita di tanti uomini, donne e bambini che scappavano da realtà di guerre e persecuzioni. Sono 2444 le persone morte e scomparse nel mare Mediterraneo dal 1 gennaio 2016. La morte di tantissime persone non dipende solo dagli aguzzini sanguinari (trafficanti, scafisti), ma soprattutto è la conseguenza di una politica europea ipocrita e immorale.
 
Purtroppo l’UE, piuttosto che inviare una vera missione internazionale di soccorso, lascia che i singoli paesi, come la Gran Bretagna, inviino navi da guerra per “bloccare” le partenze verso l'Europa. Una missione immorale e giuridicamente priva di base legale, ma premiata dal consenso elettorale. Anni di denunce, morti, violenze e vite mercificate in ogni loro aspetto hanno chiarito come il governo europeo della mobilità non sia affatto basato sulla tutela dei diritti fondamentali ma su ben precisi calcoli economici e politici.
 
Per questo diciamo:
• no al dilagare dell’indifferenza verso stragi ormai quotidiane, alle morti in Siria o al bombardamento degli ospedali in diverse parti del mondo;
• no alle soluzioni basate sulla repressione, attraverso misure che vanno dalla detenzione al respingimento, ma anche con i piani di creazione di una polizia di frontiera europea (Migration compact);
• no al millantato afflato umanitario verso gli immigrati del governo italiano, usato come merce di scambio per negoziare condizioni fiscali più favorevoli con la Commissione Europea e per ottenere finanziamenti ed agevolazioni;
• no all’innalzamento dei muri che costringono tantissimi a consegnarsi ai trafficanti di essere umani che vivono periodi felici agevolati da una politica cieca;
• no al sistema di profitto che gira intorno all’immigrazione e che ha raggiunto livelli di complessità e stratificazione molto alti, un meccanismo ben rodato in molto settori economici.

Chiediamo l’apertura dei canali umanitari con meccanismi d’entrata reali e sicuri per le persone che emigrano da paesi terzi, unico strumento per evitare questa ecatombe. Per questo è importante prendere posizione contro le politiche di chiusura dell’Europa. Nelle nostre mani c’è sempre la possibilità di proteggere la vita e di realizzare una società accogliente, segnata da relazioni giuste e rispettose.
 
Commissione Migrantes

Segretariato Missione - Missionari Comboniani