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venerdì 28 novembre 2014

PAPA FRANCESCO A STRASBURGO. L'AIMC S'INCONTRA PRESSO GLI UFFICI DEL PARLAMENTO EUROPEO PER RIFLETTERE SUI DISCORSI DEL PAPA

"L'AIMC PROMUOVE UN INCONTRO TRA DIRIGENTI ASSOCIATIVI E SCOLASTICI NELL'UFFICO DEL PARLAMENTO EUROPEO A ROMA, IN OCCASIONE DELLA VISITA DI PAPA FRANCESCO A STRASBURGO.
  Il presidente nazionale AIMC, Giuseppe Desideri, afferma:: "La formazione è strategica per la maturazione di uan  solida coscienza europea. Solo a partire dalla scuola si può costruire quel sentire comune europeo che oggi manca. Non si tratta di vaga educazione all’europeismo, ma di impostare tutto il curriculum scolastico in chiave europea. In tal senso l'opera educativa dei docenti è indispensabile.”. “Per far sì che l’Europa cambi veramente- conclude - dovremo lavorare sodo da qui ai prossimi quindici anni”.

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giovedì 27 novembre 2014

Scuola e volontariato: 400mila euro per promuoverla

Scuola e volontariato: 400 mila euro per promuoverla

Presentato il portale delle "Scuole Aperte" in occasione dell'incontro "La Buona Scuola per il Volontariato" durante il quale il ministro Stefania Giannini ha siglato due protocolli per promuovere il volontariato in ambito scolastico


Nella foto la firma del protocollo da parte del ministro Giannini e di Patriarca


Promuovere tra gli studenti e i giovani il valore della solidarietà sociale attraverso un impegno comune.

È questo il primo obiettivo del protocollo d'intesa tra il ministero dell’Istruzione e il Centro nazionale per il volontariato firmato stamani, martedì 25 novembre, dal ministro Stefania Giannini e dal presidente del Cnv Edoardo Patriarca nel corso dell'iniziativa "La Buona Scuola per il Volontariato", che si è svolta nell'aula magna dell'istituto agrario Giuseppe Garibaldi di Roma. Nel corso dell'incontro, moderato dal direttore di Vita Riccardo Bonacina, è stato presentato anche il nuovo sito forumscuoleaperte.it , un portale sviluppato da Vita in cui condivere progetti, idee, documenti ed esperienze di Scuole Aperte per fare sistema di tante esperienze diffuse.
Nel corso della mattinata il ministro Giannini ha firmato due protocolli. Il primo ha siglato un'intesa tra Miur, ministero degli Affari sociali e Dipartimento giovani e servizio civile della Presidenza del Consiglio, «per promuovere», ha spiegato il sottosegretario al Welfare Luigi Bobba, «esperienze curriculari di volontariato all'insegna dell'imparare aiutando. Si tratta di un segnale importante il fatto che tre ministeri si alleino per promuovere esperienze di volontariato». Un Protocollo che metterà a disposizione circa 400mila euro per la promozione di sperimentazioni sul territorio.
Il secondo protocollo ha visto come protagonista il Cnv che sarà riconosciuto come interlocutore privilegiato per promuovere volontariato in ambito scolastico.

Commentando i due protocolli il ministro Giannini ha detto: «Con questi protocolli vogliamo riconoscere l'enorme potenziale delle attività e del valore del volontariato. Si tratta di un frammento non accessorio, di uno strumento concreto e innovativo» e ha aggiunto: «La scuola è il punto di convergenza dove la generosità può vincere sulle fragilità. Questa è la nostra visione della buona scuola. Si tratta di un giusto e necessario riconoscimento. Soprattutto nel nostro Paese, che da sempre ha una forte e straordinaria tradizione di volontariato e di impegno civile».

Con il secondo protocollo il Miur si impegna a riconoscere il Cnv come "interlocutore privilegiato" per lo sviluppo congiunto di progetti legati al mondo del volontariato e delle azioni di promozione della cultura della solidarietà.
«Il protocollo non è solo un contenitore, ma uno strumento per narrare le belle esperienze di questo Paese. Perché il volontariato è un'esperienza, non è una teoria», ha commentato il presidente del Cnv Edo Patriarca, «Il volontariato c'è sempre stato, è nel cuore di tutti noi».
Agli studenti presenti Patriarca ha spiegato l'importanza delle due parole chiave sulle quali si basa il protocollo d'intesa: «La prima parola è “solidarietà”. Perché fare del bene fa stare bene. La seconda parola è “gratuità”. Su questo si basano per esempio l'amicizia e l'impegno civile. Insomma, non c'è solo l'economia a dettare le regole delle relazioni», ha concluso.



giovedì 20 novembre 2014

OSSERVATORIO ADOLESCENTI: PENSIERI, EMOZIONI E COMPORTAMENTI DEI RAGAZZI DI OGGI

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GIORNATA  MONDIALE DELL'INFANZIA

Chi sono gli adolescenti oggi? 
 Telefono Azzurro Onlus e Doxa Kids hanno pubblicato la ricerca “Osservatorio Adolescenti: pensieri, emozioni e comportamenti dei ragazzi di oggi”. Dati importanti che rilanciamo in occasione di domani, Giornata dedicata ai bambini
Cosa vuol dire essere un adolescente oggi? SOS Il Telefono Azzurro Onlus e l’istituto di ricerca Doxa Kids hanno provato a rispondere a questa domanda con un’indagine su pensieri, emozioni e comportamenti dei ragazzi di oggi. L’ Osservatorio Adolescenti si pone l’obiettivo di creare uno spazio nel quale adulti e ragazzi possano incontrarsi, dialogare, scambiarsi opinioni e anche influenzarsi, arrivando a conoscersi meglio: un percorso di avvicinamento e di esplorazione del mondo degli adolescenti, a partire dalla loro voce.
L’Osservatorio Adolescenti ha coinvolto oltre 1500 giovani dagli 11 ai 19 anni su tutto il territorio italiano, con 100 domande su temi di particolare attualità, tra cui salute e alimentazione, tempo libero e sport, nuove tecnologie e vita online, percezione del proprio corpo e desideri, rapporto con genitori e amici, sessualità e scuola.
Ecco alcuni indicatori.

SELFIE. L’indagine mostra come il bisogno degli adolescenti di autoaffermazione e di “essere visti” sia passato, per molti ragazzi di oggi, da una necessità tipica dell’età a un’urgenza pervasiva, un obbligo autoimposto (“You like me ergo sum”), amplificato e condizionato nella sua espressione dai social network. Ciò contribuisce a spiegare non solo l’impennata nelle iscrizioni ai social, ma anche l’incessante bisogno di farsi dei selfie (uno/a su 4 se ne fa almeno uno al giorno, l’85% ne condivide almeno qualcuno sui social) e il ricorso ai programmi di fotoritocco prima di postare le proprie foto (1 ragazzo/a su 2).
NATIVI DIGITALI. Vivono in case hi-tech, le loro camere da letto sono stazioni ad alto contenuto tecnologico. Gli adolescenti di oggi sono always on, per ascoltare musica o radio (61%), per guardare video (60,2%), per fare ricerche per la scuola e i compiti (58,3%) per curiosare e navigare nel web (57,3%), per fare acquisti (22%), comprando online giochi (34,6% dei ragazzi), accessori di moda (22,3% delle ragazze), ma anche libri (17,6% delle ragazze). Ma a essere prioritario è il poter essere sempre in contatto con gli amici, fondamentale per l’89,7% dei ragazzi, attraverso Whatsapp e Facebook (li utilizza rispettivamente l’89,8% e l’82,3% degli intervistati).
CYBERBULLISMO. Se il gruppo dei pari è una presenza continua e costante, favorita e amplificata dall’iperconnessione, grazie alla quale ci si sente riconosciuti e accettati, alcune dinamiche adolescenziali online possono tradursi in comportamenti a rischio. Primo fra tutti il cyberbullismo, fenomeno che i ragazzi ben conoscono: l’80,3% ne ha sentito parlare; 2 su 3 (39,2%) conoscono qualcuno che ne è stato vittima, 1 su 10 ne è stato vittima. Risulta diffuso anche l’utilizzo dei social networks sotto l’età minima prevista (più dell’85% dei ragazzi intervistati conosce qualcuno che è iscritto a FB minore di 13 anni) e non mancano i rischi legati alla visibilità dei dati personali: 1 adolescente su 5 ha il proprio profilo totalmente pubblico sui social network. Profili aperti, nonostante il timore di un utilizzo indesiderato delle informazioni che i ragazzi condividono: più di 1 adolescente su 2 (63,6%) teme, infatti, che i propri dati possano essere raccolti ed utilizzati dal social per altri scopi. Se molti adolescenti appaiono informati e consapevoli dei rischi di Internet - e sembrano sapere come difendersi - altri dati mostrano adolescenti non sempre attenti a come proteggersi online, incapaci di prevedere le conseguenze delle proprie azioni. Il bisogno di esserci, il desiderio di farsi vedere, farsi ascoltare, di condividere sembra abbassare in molti casi la soglia di guardia e prevalere su ogni cautela, come nel caso dei selfie inviati a sconosciuti e, a maggior ragione, del sexting (il 35,9% dei ragazzi conosce qualcuno che ha fatto sexting).
ALCOOL. L’indagine contribuisce a evidenziare come molti stereotipi debbano essere scardinati: alcuni comportamenti che per lo più sono stati associati agli adolescenti di sesso maschile, infatti, appaiono essere sempre più diffusi anche tra le ragazze, in primis l’uso di superalcolici (il 37,1% delle ragazze vs il 17,4% dei ragazzi ha dichiarato di assumere superalcolici), il numero di ubriacature nell’ultimo mese (52,9% delle ragazze vs 44,8% dei ragazzi ha dichiarato di essersi ubriacato almeno una volta nell’ultimo
mese), i comportamenti violenti nelle relazioni di coppia (il 7,9% dei maschi vs 3,3% delle femmine ha dichiarato di essere stato picchiato dalla propria fidanzata), per rabbia e autodifesa.

SCUOLA. Luogo per eccellenza in cui adulti e ragazzi convivono e dialogano per costruire insieme il percorso della conoscenza, la scuola ricopre un ruolo di grande importanza nella vita di tutti gli adolescenti. Alla domanda su cosa desidererebbe nella scuola dei sogni, 1 adolescente su 2 (51%) ha risposto che vorrebbe che a scuola ci fosse più sport, oltre che più tecnologia (44%), musica, arte e cultura (42,7%), più attenzione alle emozioni (33,2%). Quasi 1 adolescente su 2 (il 49,6% del totale dei ragazzi intervistati) ritiene che nella scuola dei propri sogni ci dovrebbe essere un maggior orientamento verso il mondo del lavoro e maggiori occasioni di contatto con le aziende. Più di un quarto degli adolescenti intervistati (28,7%), inoltre, vorrebbe che la scuola offrisse una maggiore preparazione. I ragazzi chiedono, dunque, alla scuola una maggiore attenzione alla formazione, all’acquisizione di competenze e all’orientamento, mostrandosi tutt’altro che svogliati, passivi o demotivati: comunicano invece una grande curiosità e voglia di fare,
desiderio di parlare del futuro con insegnanti e genitori, di cogliere ogni opportunità che venga loro offerta e di sfruttarla responsabilmente.

IMMAGINE. Ragazzi e ragazze si mostrano molto preoccupati per la propria immagine e il proprio aspetto fisico: le ragazze si vorrebbero più magre (42%) e belle (35%), tanto da ricorrere alla dieta nel 53% dei casi, mentre i ragazzi sarebbero più felici se fossero più muscolosi (42%). Le femmine sembrano essere, però, le più infelici del proprio aspetto: non si piace il 44% delle ragazze, al punto che una su 5 dichiara di aver pensato a un intervento chirurgico.
ALIMENTAZIONE. Accanto ad alcuni dati che mettono in luce comportamenti e atteggiamenti problematici, emerge la presenza di un contesto positivo e rassicurante per quanto riguarda alcuni aspetti molto importanti della vita degli adolescenti, in particolare l’alimentazione e la famiglia. La maggior parte dei ragazzi dichiara di avere un’alimentazione variegata (23,4%), equilibrata (21,7%) e sana/genuina (20,3%). Inoltre, l’89% degli intervistati afferma che nella propria casa c’è un’attenzione da moderata ad alta per il mangiare in modo sano. I ragazzi sono i primi a prestarvi attenzione: all’87,5% capita di fare la spesa e all’ 83,9% di scegliere i prodotti da acquistare.
FAMIGLIA. La dimensione familiare si conferma come luogo in cui i bisogni affettivi trovano risposta: per quasi 1 adolescente su 2 (48,2%) i genitori sono una presenza confortante e oltre il 65% dei ragazzi intervistati li considera persone di cui potersi fidare e con cui condividere vissuti ed esperienze. Tra le persone di cui si fidano di più, infatti, i ragazzi indicano quasi a pari merito i genitori (44,8%) - con una preferenza per le mamme rispetto ai papà (30% vs 16%) - e gli amici (45,7%). La riservatezza resta comunque un “must” dell’adolescenza - quasi 1 ragazzo su 5 (19,7%) afferma che i genitori non conoscono tutto quello che il figlio fa – così come la richiesta di maggiore libertà e autonomia, unita ad un vissuto di insofferenza davanti a tutto ciò che viene percepito come “limite” e “invadenza”: più di 1 adolescente su 4 (26,4%) ritiene che i suoi genitori dovrebbero fidarsi di più di lui/lei ed il 24% degli 11-14enni vorrebbe che i genitori concedessero loro maggiore libertà.
I risultati della ricerca sono stati presentati qualche giorno fa a Roma nel corso di una tavola rotonda presso Palazzo Ferrajoli. All’incontro, moderato da Giovanna Milella, giornalista e conduttrice televisiva, e introdotta dal Professor Ernesto Caffo, Presidente dinte di SOS Il Telefono Azzurro Onlus, hanno partecipato numerosi rappresentanti del mondo delle istituzioni e, come commentatori, esperti del mondo dell’infanzia e dell’adolescenza. Tra gli altri, il Prof. Gian Vittorio Caprara dell’Università Sapienza di Roma e il prof. Sergio Bernasconi dell’Università di Parma.

mercoledì 19 novembre 2014

DIO ESISTE? Due scienziati a confronto

Dopo le anticipazioni dall'ultimo libro di Umberto Veronesi nelle quali il famoso oncologo dichiara che "Allo stesso modo di Auschwitz, per me il cancro è diventato la prova della non esistenza di Dio", il fisico Antonino Zichichi espone al contrario le sue prove per affermare che dietro la Creazione "se c'è una logica deve esserci un Autore".
 "Non saprei dire qual è stato il mio primo giorno senza Dio. Sicuramente dopo l'esperienza della guerra non misi mai più piede in una chiesa, ma il tramonto della fede era iniziato molto prima. Durante il liceo fui bocciato due volte, ero un discolo in senso letterale: non andavo bene a scuola. Di fatto sono sempre stato anticonformista, ribelle ai luoghi comuni e alle convenzioni accettate acriticamente, e questa mia natura mal si conciliava con l'integralismo della dottrina cattolica che era stata il fondamento della mia educazione di bambino [...].
A diciotto anni non volevo andare a combattere, ma finii in una retata e mi ritrovai con indosso un'uniforme che non aveva per me alcun valore e fui ben armato per uccidere altri ragazzi, in tutto e per tutto uguali a me salvo per il fatto che indossavano una divisa diversa. Oltre alle stragi dei combattimenti, ho toccato con mano anche la follia del nazismo e non ho potuto non chiedermi, come fece Hannah Arendt prima e Benedetto XVI molti anni dopo: "Dov'era Dio ad Auschwitz?.........."

continua: DIO ESISTE?

Leggi: PRENDERSELA CON DIO

martedì 18 novembre 2014

ITALIANO: PARLA BENE CHI PARLA CHIARO

Viva l’ITALIANO
 in parole povere

Intervista di Roberto I. Zanini al linguista Tullio De Mauro



«Il testo più comprensibile del ’900 resta la “Lettera a una professoressa” di don Milani.
 Da rivalutare anche De Sanctis e il libro “Cuore” ….. 
L’ideale è rimanere aderenti al vocabolario di base e usare frasi brevi.
Oggi la letteratura ha ripreso questa strada, che è anche quella della Costituzione Ma non delle altre leggi...»  ....

lunedì 17 novembre 2014

L'AIMC e LA BUONA SCUOLA




DOCUMENTO SU LA BUONA SCUOLA

Per dare Valore alla Scuola

L’Associazione Italiana Maestri Cattolici (Aimc), nell’esprimere le proprie considerazioni, tiene conto di quanto scritto nel documento La buona scuola. Facciamo crescere il Paese e nella Legge di stabilità per il 2015. Mette in relazione i due testi e li legge con uno sguardo rivolto sia alla propria elaborazione culturale e pedagogica sia alla realtà quotidiana dove si afferma e si realizza il valore della scuola: ogni giorno, in ogni aula, pur nella fatica, avviene un incontro con il sapere, tra persone, tra generazioni e, in
questo modo, si accompagna la crescita di bambini, ragazzi e giovani e si costruisce il futuro del Paese. ........

giovedì 13 novembre 2014

AFFETTIVITA', SESSUALITA', IDENTITA' SESSUALE - Serve un'alleanza scuola-famiglia


Sessualità, perché la scuola
 deve allearsi con le famiglie
Valorizzare le differenze, gli antidoti alle teorie del gender

Documento del Forum delle associazioni familiari per contrastare confusione culturale e vuoto educativo. Insegnare a costruire relazioni stabili in grado di assumersi responsabilità definitive, preziose per il futuro di tutti

Qualcuno forse si era illuso che l’emergenza educativa fosse solo una formula mediatica per mettere in luce un problema tutto sommato marginale. Come se, parlando di difficoltà educativa, ci si riferisse a qualche caso isolato, episodico, comunque ininfluente sui meccanismi delicati di quel grande e complesso processo che riguarda la trasmissione dei valori da una generazione all’altra. Ora anche gli ottimisti ad oltranza, quelli comunque convinti che 'noi non siamo coinvolti', si stanno accorgendo che non è così, che nessuno può chiamarsi fuori, che convinzioni tanto assodate da risultare implicite e scontate, sono già state sconvolte, spazzate via, disperse dal vento perfido e infido in cui si mescolano le correnti di quei tanti 'ismi' più volte evocati (nichilismo, relativismo, egoismo, individualismo e tanto altro ancora). E che quando queste correnti investono la galassia dell’educazione e mettono in discussione gli stessi fondamenti antropologici della nostra civiltà – come sta avvenendo ormai da alcuni decenni e in modo addirittura vorticoso in questi ultimi anni – tutto dev’essere riesaminato, rispiegato, rimotivato.

E , per farlo, occorre ripartire dalle fondamenta, dagli assi portanti di quelle convinzioni profonde che costituiscono la trama stessa dell’esistenza....... 


 Continua : SESSUALITA' - Alleanza scuola-famiglia

martedì 4 novembre 2014

AIMC Firenze : LA BUONA SCUOLA

L'A.I.M.C. Firenze su  La Buona Scuola

Un primo giudizio: positivo e articolato
“di consenso critico e costruttivo”

          Sul documento del governo La buona Scuola, al di là delle soluzioni prospettate su diversi dei punti affrontati ci sentiamo di esprimere un giudizio positivo anche se  critico e  articolato.. Intanto per la sua premessa iniziale. Il testo parte infatti dalla constatazione  che l'attuale sistema scolastico  non funziona perché  non tutela  a sufficienza né il diritto all'apprendimento dello studente né il valore e la specificità della professione docente. E che, di conseguenza, sono proprio questi i due settori sui cui occorre prioritariamente intervenire.     Condividiamo questa impostazione e iniziamo con questa nota l'esposizione della riflessione che l'AIMC Firenze ha condotto su La Buona Scuola. Affronteremo di volta in volta alcune delle tematiche che il documento governativo ha considerato -stato giuridico e carriera dei docenti,organico funzionale, valutazione del sistema scolastico, revisione degli Organi Collegiali e della Dirigenza, associazionismo professionale ecc. - E comunicheremo le ragioni del nostro consenso e quelle invece del nostro eventuale “disaccordo costruttivo” fornendo anche spunti di proposte alternative. 
            Cominciamo qui , da due delle proposte del piano governativo:
·       la previsione di un organico funzionale  con cui ogni scuola possa gestire anche le supplenze e dare così più stabilità al servizio
·       l'individuazione della formazione  come prestazione professionale obbligatoria del personale: una via, seppure non esclusiva, indicata per stabilire anche una progressione di carriera

L'organico funzionale e la formazione obbligatoria dei professionisti di scuola
          Tali proposte costituiscono misure che a nostro avviso vanno in una giusta direzione di riforma. 
            L'intenzione del decisore politico raccoglie infatti su questi punti  esigenze diffusamente sentite nella stragrande maggioranza dei cittadini. Che desiderano dalla scuola essenzialmente poche e semplici cose: che sia assicurato il diritto alla formazione dei propri figli, garantita la continuità di questa loro formazione e  tutelato, con il diritto dell'alunno a un intervento educativo  competente, l'impegno dei tanti insegnanti che si muovono in tal senso per assicurarlo.
            Richieste  semplici  che, però, come sappiamo,  il nostro sistema formativo non garantisce affatto. Assicurando viceversa all'inizio e durante l'anno scolastico  il balletto delle supplenze, la mobilità degli insegnanti  e un contratto di lavoro che, non rendendo obbligatoria    la formazione del personale docente  -precostituisce le condizioni per non vederne valorizzato il ruolo sociale e la condizione economica - 
            Su questi punti le intenzioni  di riforma del documento La Buona Scuola vanno pertanto salutate positivamente anche se la realizzazione degli obiettivi che ci si prefigge -assicurare la stabilità, la continuità e competenza della prestazione educativa- si presenta non facile e forse occorre ancora discutere per approfondire le questioni e le soluzioni poste

Per migliorare la realizzazione  delle proposte di riforma
L'organico funzionale e  la mobilità docente
           
            Ad esempio, il piano governativo sembra dar voce alla consapevolezza che , per garantire in modo ancora più efficace  la funzionalità e stabilità del servizio scolastico, non basti l'organico funzionale.  E che occorre forse pensare di intervenire anche sui meccanismi che regolano attualmente la mobilità del personale docente: un fenomeno, come oggi si presenta,  complesso, tortuoso e smodatamente burocratico e autoreferenziale. Che inizia a febbraio (con la domanda di trasferimento) per concludersi ad anno scolastico spesso avviato (con le assegnazioni provvisorie) a tutto danno del diritto alla continuità dell'apprendimento. La proposta governativa  di rendere stabile la presenza dei docenti “per almeno tre anni consecutivi”,  appare una prima soluzione.Essa  andrebbe collegata -salvaguardando specifiche situazioni personali/sociali - alla previsione della permanenza di un docente in una scuola almeno per la durata di un ciclo e/o periodo scolastico.
            Sulla questione della mobilità sarà necessario insomma  entrare  nel dettaglio del proposito  di semplificarne  -come è doveroso- l'intero procedimento. In un contesto in cui dovessero diminuire  protezioni corporative onerose per l'efficacia del servizio e datate, occorrerebbe  l'impegno dela politica a un miglioramento -a nostro avviso altrettanto dovuto - della condizione retributiva di base per tutti i docenti
            Inoltre la tutela del diritto alla continuità dell'apprendimento e quindi la stabilità del personale  potrebbe essere ancora meglio garantita prevedendo di migliorare le condizioni sociali dei docenti “migranti”, che provengono cioè da altre regioni 

La formazione obbligatoria

            La volontà di modificare il profilo professionale dell'insegnante inserendovi come obbligatoria la formazione è positiva. Condividiamo da tempo questa proposta e  troviamo anzi persino eticamente discutibile l'attuale situazione contrattuale della funzione docente in cui la formazione non è viceversa inserita come prestazione dovuta . 
            Tale indicazione tuttavia va accompagnata a nostro avviso da alcune ulteriori misure :
·       il reperimento delle risorse necessarie  per migliorare lo stipendio base di tutti i docenti nel cui profilo appunto la formazione tornerebbe ad essere riconosciuta come un diritto dovere
·       un investimento finanziario significativo finalizzato ad evitare che gli insegnanti siano costretti a pagarsi sempre di tasca propria la partecipazione alle iniziative di aggiornamento

            Più in generale e in conclusione, chiediamo alle forze politiche  l'impegno a considerare fino in fondo il docente -e il dirigente scolastico- professioni specifiche  che non è possibile  valutare come altre professioni -pubbliche o private- semplicemente sulla base dei “risultati” (degli apprendimenti), dei crediti ottenuti con i corsi di formazione o degli impegni professionali aggiuntivi.Tutto questo non basta necessariamente a fare di un docente un buon insegnante.
            Di quelli che sono dei professionisti di scuola è caso mai doveroso  verificare anche e soprattutto i processi attivati per  migliorare gli esiti scolastici e lo svolgimento degli atti costitutivi della professione stessa.

            Questo ultimo punto  ci porterebbe però ad aprire un discorso sulla necessità di uno stato giuridico della docenza e della dirigenza scolastica , che ne definisca appunto i compiti, i diritti, i doveri  professionali, le modalità di valutazione. Una tematica presente nel documento La buona Scuola e  che affronteremo in una prossima comunicazione.


A.I.M.C. FIRENZE

domenica 2 novembre 2014

BAUMAN -AL DIALOGO SERVE UN POLILOGO

Il teorico della «società liquida» all'età di 89 anni non cessa di stupire: «Urge una nuova sintesi per un vero confronto pubblico di culture diverse»


«Il mondo complesso in cui viviamo ci chiede di stabilire teste di ponte fra le varietà dei punti di vista e opinioni. Una tavola che aiuti a fissare i temi discussi. La verità abita negli incontri umani e non ha altro posto in cui manifestarsi Se manca questo terreno, come diceva Buber, l’incontro diventa sterile e privo di scopo»

«Usare la parola 'verità' al singolare in un mondo polifonico e un po’ come pretendere di applaudire con una mano sola... Con una mano sola si possono dare pugni sul muso, ma non applaudire». Teorico della società liquida, Zygmunt Bauman, sociologo di fama mondiale, è sempre stato abbastanza alieno da riflessioni di carattere teologico. Ma alla veneranda età di 89 anni sa ancora sorprendere: in questi giorni Laterza manda in libreria il suo nuovo saggio Conversazioni su Dio e l’uomo (pp. 176, euro 15), dialogo con il teologo polacco Stanislaw Obirek.
Seppur agnostico convinto, nel libro Bauman spende parole positive per alcune esperienze di fede, ad esempio quella di Solidarnosc. Riporta un suo articolo comparso sul settimanale cattolico di Cracovia, molto vicino a Giovanni Paolo II, Tygodnik Powszechny, riferito proprio al movimento sindacale di Lech Walesa. Nel rievocare quella pagina gloriosa della storia, Bauman denuncia: «La nostra società di consumatori totalmente individualizzata è una fabbrica non di solidarietà, ma di reciproche sospettosità e concorrenza ........

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